«Le tre banche venete tirano un sospiro di sollievo dopo gli esami della Bce anche se il fiatone finale è evidente. Chi sta meglio, secondo Bankitalia che ha "italianizzato" e attualizzato al 2014 i risultati della Bce come da regolamenti, è il Banco Popolare...»: così scrivevamo domenica 26 ottobre 2014. E aggiungevamo: «Veneto Banca riceve la promozione sul filo del rasoio: si salva per 24 punti base ma senza aver dovuto attuare misure aggiuntive rispetto a quelle con cui si era presentata agli esami. Ad aver conseguito la promozione in "zona Cesarini" è la Banca Popolare di Vicenza, che supera gli stress test (30 punti base) ma dopo "la decisione presa dal Cda di ieri (25 ottobre 2014, ndr) di convertire in azioni il 'convertendo 2013-2018' del valore di 253 milioni».
In seguito al Decreto Legge 25 giugno 2017, n. 99 "Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A." (che pubblichiamo qui integralmente, ndr)Â e dopo aver appreso le stringenti condizioni richieste da Banca Intesa Sanpaolo per il cosiddetto "salvataggio" delle due Popolari Venete, non possiamo che rimanere basiti, scrive bella nota che pubblichiamo Elena Bertorelli, Delegata Nazionale Casa del Consumatore, di fronte ad una soluzione che non risolve alcuno dei problemi attualmente sul tappeto ma che azzera invece il valore della azioni.
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"Ecco il fatto: alla fine del 2014 (per la precisione il 26 ottobre 2014, ndr) Veneto Banca passa l'AQR della Bce (che ne attesta la bontà dei crediti), il 24 giugno del 2017 sempre la Bce afferma che Veneto Banca è fallita". Cosa è successo nel frattempo, si chiede, dopo questa premessa fattuale, Antonio Guadagnini, consigliere di maggioranza della Regione Veneto con "Siamo Veneto" ma con uno spirito critico che non lo omologa con le decisioni a tavolino della Giunta Zaia. Lo dimostrano le sue prese di posizione contro le ultime vicende della Superstrada Pedemontana Veneta e il suo canto fuori dal coro dei poteri, locali e nazionali, sul disastro delle due ex Popolari Venete, ora entrambe finite in liquidazione coatta amministrativa
La prima volta che i militari della guardia di finanza entrarono nella sede centrale della Banca Popolare di Vicenza, le facce scure dei dipendenti dell'istituto di credito affollavano i bar di via Framarin: durante l'ispezione niente computer, non restava che concedersi un caffè. Le bocche restarono cucite, almeno per un po', troppi giornalisti in giro. Oggi negli stessi bar, l'aria è sicuramente meno tesa e più di qualcuno ha voglia di parlare, anche se nascosto dall'anonimato, per raccontare il momento per certi versi "elettrizzante" che l'ex Popolare sta attraversando.
"La soluzione trovata dal Governo Gentiloni per salvare Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza è un misto di ipocrisia e malafede. Così a pagare sono sia i contribuenti che i risparmiatori, e la parte buona delle due venete se la prendono senza sforzi i privati di Banca Intesa", lo afferma il capogruppo M5S al Senato Enrico Cappelletti. "Lo Stato ha regalato 5,2 miliardi ad una grande banca nazionale e ha messo a garanzia dell'operazione altri 12 miliardi per coprire le perdite dei crediti deteriorati. 17 miliardi in tutto che potevano essere risparmiati o investiti nell'economia reale se solo si fosse intervenuti a tempo debito. Sulle due banche venete invece lo Stato ha perso tempo con la soluzione tampone del Fondo Atlante, per poi dover svendere alla cifra ridicola di 1 euro le good bank a Intesa. Continua a leggere
Sulla liquidazione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca il nostro direttore Giovanni Coviello ha intervistato, dopoLuigi Ugone di "Noi che credevamo nella BPVi" e Marco Paccagnella e Fabrizio Zampieri di Federcontribuenti Italia, anche Paolo Ghezzi, segretario di gruppo First CislBPVi, uno dei sindacati più rappresentativi dei bancari "C'è un forte malessere dei dipendenti per quello che è successo - ci ha detto Ghezzi il 26 giugno scorso - e bisogna capire che chi ha portato la banca al dissesto non sono stati di certo i dipendenti, che tra l'altro hanno vissuto e vivomo momenti complessi nel rapporto con i clienti. C'è stata miopia del settore delle banche. Ora c'è la necessità di mettere il settore in sicurezza".
La Commissione europea e' stata informata delle decisioni prese dalla commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager sulle due banche venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e sulla multa a Google per abuso di posizione dominante. Lo ha indicato il portavoce comunitario indicando che i commissari "hanno ascoltato sia Vestager che il vicepresidente Dombrovskis su tali importanti decisioni e la loro positiva ricezione". Il portavoce non ha voluto specificare il tipo di discussione dei commissari sugli aiuti di Stato per l'operazione Intesa SanPaolo per le due banche venete, limitandosi a dire che "si e' ricordato il quadro giuridico generale nel quale la decisione si inserisce".
Un grande capo non ha mai eredi, i piccoli troppi! E' quello che accade a Vicenza; da quando è iniziata la corsa per la poltrona di sindaco della città i concorrenti, quasi fosse un medioeval tenzone, sono numerosissimi nell'ambito della maggioranza attuale. Alcuni solo sognano, altri ritengono di avere "le carte" per poter esibire la propria candidatura alle amministrative 2018, altri ancora contano sulla designazione proprio dell'attuale sindaco a suo successore. Intanto Achille Variati tace e stranamente lui che non perde mai l'occasione per dire la sua, talvolta, come per la Banca Popolare di Vicenza, in estremo ritardo rispetto agli avvenimenti e al suo azzeramento. Sulla questione del suo successore tace, segno evidente che non ha un successore o non intende "consumarlo" anzi tempo.
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Margaret Vestager, commissaria europea alla concorrenza, una settima fa era la maestra severa pronta a rimproverare l'Italia ad ogni passo falso, oggi è la prima figura di livello internazionale a difendere il Bel Paese dagli attacchi della Stampa estera. I giornali economici europei, infatti, non hanno lesinato critiche all'operazione di liquidazione di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. "Le due banche degradate, da pessimi prestiti e vendite fraudolente hanno aperto lunedì grazie all'intervento dello Stato". Riassume il Guardian. Non va più leggero il Financial Times che dopo aver sbattuto il costo dell'operazione, 17 mld, come il mostro in prima pagina sottolinea: "L'accordo per la liquidazione ha aperto un varco nelle regole dell'Ue sui piani di salvataggio".Continua a leggere
Chi non riuscisse a capire bene che cosane è stato di Popolare di Vicenza e a Veneto Banca finite nel triangolo delle Bermude costituito da Commissione europea, Banca centrale europea e governo italiano - può leggere questa antologia delle rare parole di chi tratta il denaro pubblico come fosse un suo affare privato. Ne trarrà l'amara consolazione che forse neppure i protagonisti hanno capito cosa stavano combinando
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