Carmelo Barbagallo, capo della Vigilanza di bankitalia, come ci informa Il Sole 24 Ore Radiocor Plus), risponde oggi, 12 dicembre, con toni tranquilli a tutte le critiche mosse dai membri della Commissione d'inchiesta sulle banchesull'operato di via Nazionale nella gestione delle quattro banche "risolte", ad iniziare da quella piu' spinosa: il presunto sostegno al matrimonio Banca Popolare di Vicenza - Banca Etruria. La ' fotografia' su Vicenza scattata dalla Banca d'Italia a meta' 2014, quando lo stesso Barbagallo partecipo' a incontri con i vertici delle due banche finalizzati a un matrimonio, era quella di una banca con problemi ma non ancora in condizioni da allarme rosso e comunque giudicata di elevato standing non dalla stessa Vigilanza ma dalle autorevoli banche d'affari consulenti in quel di Arezzo.
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Nell'udienza di oggi del processo BPVi e in quelle del 14 e 15 dicembre prossimi è stato dato il tempo agli ex azionisti della Banca Popolare di Vicenza di potersi costituire come parti civili nel confronti dell'ex presidente Gianni Zonin e altri ex manager del gruppo. Stando a quanto riferito dalle stesse fonti legali, riportate da Radiocor Il Sole 24 Ore, si sono costituiti circa 4mila risparmiatori e risulta plausibile che si arrivi a circa 15mila richieste complessive. Alcune delle vittime le abbiamo ascoltate stamattina nel piazzale del tribunale di Vicenza e vi proponiamo il video relativo.
Nato a Castelfranco Veneto (TV) il 10 marzo 1976, Filippomaria Pontani è professore associato di Letteratura greca e Filologia classica all'Università Ca' Foscari di Venezia. Oltre a vari contributi di filologia greca, latina e bizantina, ha prodotto un'edizione degli epigrammi greci di Angelo Polizia no (Roma 2002) e si è occupato della tradizione esegetica greca all'OdisseaÂ
Richiamo in prima pagina: "Vicenza, città col buco, processa la sua banca. Andava bene un tempo che politica, impresa, associazioni, istituzioni, giornali e istituti di credito viaggiassero a braccetto. Ora, con la crisi del pilastro economico, sta venendo giù pure tutto il resto".
La commissione d'inchiesta sulle banche gioca d'anticipo per ascoltare Gianni Zonin, fissa l'audizione per mercoledì 13 dicembre in diretta streaming (anche su VicenzaPiu.tv) e, forse, spiazza l'ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, i cui legali avevano sollevato il 'legittimo impedimento' per la data iniziale di venerdì (lui la mattina, il suo avversario di sempre, l'ad di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, alle 18 dopo D'Aguì, ad di Bim) in cui era fissata anche una delle tornate dell'udienza preliminare al Tribunale di Vicenza (si parte domani, martedì 12) per il processo sul crac della BPVi di cui Zonin è uno dei principali imputati.
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Roma, servizio dal nostro inviato. Ore impiegate nel deposito di carte e lavoro estenuante per avvocati in fila e cancellieri assediati, sotto gli occhi pazienti del giudice che, chiusa l'udienza, può cominciare a lavorare. Si è risolta nel deposito delle richieste di costituzione di parte civile la seduta di oggi, la seconda, dell'udienza preliminare che dovrà decidere il rinvio a giudizio o il proscioglimento degli undici imputati accusati di avere, a vario titolo e ciascuno con gli atti di competenza della propria funzione, provocato il "crac" di Veneto Banca.
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Giuseppe Mussari non ha dunque colpe nel disastro del Monte dei Paschi di Siena? Non esageriamo. La sentenza della Corte d'appello di Firenze che l'ha assolto dall'accusa di ostacolo alla vigilanza va presa per quello che dice. Visto che la Commissione parlamentare d'inchiesta, inquinata dalle strumentalizzazioni politiche, non aiuta quanto potrebbe, chi vuol capire deve tenere il timone fermo sulla rotta indicata dai fatti. I quali pongono tre questioni. La prima è che dieci anni fa Mussari ha investito 17 miliardi per comprare la banca Antonveneta che ne valeva 3.
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Chi ha salvato le banche venete? Banca intesa? Il governo italiano? No di certo, ed in modo inconfutabile. Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca o, meglio, quel che è rimasto le hanno salvate i loro soci, con i loro risparmi, i truffati, quelli che già avevano perso tutto. E nonostante questo sforzo immane, nemmeno viene riconosciuto il loro ruolo, ed anzi sono derisi, anche da parte della se non altro inefficiente Banca d'Italia. Nessuno, ma proprio nessuno che dica loro un grazie, ma nemmeno che appunto dica le cose come stanno.
L'Ansa di oggi, 1° dicembre, informa che «l'associazione Soci Banche popolari del Veneto ha presentato un esposto alla Procura di Treviso per richiedere chiarezza alla magistratura sulla gestione di Veneto Banca post era Consoli: generosi finanziamenti continuati ben oltre epoca Consoli e fino a 05.2017». Questo esposto aggiunge dubbi alle nostre certezze così... esposte il 30 novembre all'alba: "Casini su La7: "elenco primi 100 debitori di Veneto Banca non proviene da commissione d'inchiesta...". Dettagliamo qui l'ipotesi da noi fatta che ci siano debitori post Consoli. Ancora due pesi e due misure con Zonin".
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Venerdì 24 novembre il nostro corrispondente da Roma Angelo Di Natale, in un articolo titolato "Processo Veneto Banca, l'udienza preliminare e le rivelazioni simultanee dei primi 100 debitori, dell'era di Consoli ma anche no", scriveva: "...Il Corriere della Sera in perfetta contemporanea almeno con La Stampa, Il Messaggero e Il Gazzettino..., ha svelato i nomi dei primi cento debitori dell'istituto per entità delle esposizioni... in perfetta sincronia con la prima udienza" del processo contro i vertici della banca all'epoca in cui sarebbe maturato il suo crac. E stasera su La7 a Lilly Gruber durante Otto e Mezzo Pier Ferdinando Casini ha dichiarato: "Sono convinto che gli elenchi pubblicati dalla stampa non provengano dalla commissione d'inchiesta...!".
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ROMA, servizio esclusivo dal nostro corrispondente con ndd (note del direttore) di Giovanni Coviello. Nell'aula "Occorsio" della Corte d'Assise di Roma, prescelta per il previsto affollamento dell'udienza preliminare dinanzi a Lorenzo Ferri, il Gup del Tribunale, si respirava ieri mattina, 24 novembre, già prima dell'ora fissata, un'aria di mobilitazione civica e di attesa fiduciosa in un verdetto futuro che potrebbe rendere giustizia a migliaia di persone le quali si sentono truffate e ingannate e che in molti casi sono state scippate dei risparmi faticosamente acquisiti in una vita di lavoro e di rinunce.
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