Carmelo Barbagallo partecipò a incontri tra BPVi e Banca Etruria. Bankitalia: crisi 4 banche anche per ritardo 'non banale' nell'adozione Brrd
Martedi 12 Dicembre 2017 alle 20:41 | 0 commenti
Carmelo Barbagallo, capo della Vigilanza di bankitalia, come ci informa Il Sole 24 Ore Radiocor Plus), risponde oggi, 12 dicembre, con toni tranquilli a tutte le critiche mosse dai membri della Commissione d'inchiesta sulle banche sull'operato di via Nazionale nella gestione delle quattro banche "risolte", ad iniziare da quella piu' spinosa: il presunto sostegno al matrimonio Banca Popolare di Vicenza - Banca Etruria. La ' fotografia' su Vicenza scattata dalla Banca d'Italia a meta' 2014, quando lo stesso Barbagallo partecipo' a incontri con i vertici delle due banche finalizzati a un matrimonio, era quella di una banca con problemi ma non ancora in condizioni da allarme rosso e comunque giudicata di elevato standing non dalla stessa Vigilanza ma dalle autorevoli banche d'affari consulenti in quel di Arezzo.
Nella crisi dei quattro istituti c'e' un aspetto comune che le caratterizza oltre alla cattiva governance e Barbagallo lo ripete piu' volte ai parlamentari della Commissione: nonostante una Vigilanza incalzante tutti i livelli di responsabilita' aziendali si sono mostrati refrattari a sanzioni, raccomandazioni e prescrizioni di via Nazionale.
Nel riavvolgere il nastro della crisi delle quattro banche dell'Italia centrale, la Banca d'Italia, davanti alla Commissione bicamerale d'inchiesta, non trascura il ritardo "non banale" di undici mesi del Parlamento nel recepire la Direttiva Brrd in Italia. Undici mesi che avrebbero consentito di avere prima gli strumenti per preparare e realizzare al meglio la risoluzione di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Carife il cui destino era ormai segnato, a fine 2015, dalle perdite sui crediti esplose per la crisi economica che avevano ormai azzerato i patrimoni.
Carmelo Barbagallo, capo del Dipartimento della Vigilanza, ha ormai accumulato 22 ore complessive di audizioni davanti ai parlamentari della Commissione d'inchiesta, come ricorda il presidente Pier Ferdinando Casini, e mette a fuoco con maggiore efficacia rispetto a precedenti audizioni tutti le gli aspetti critici dei quattro dossier. Anche quello di competenza della politica.
Se la direttiva Brrd fosse stata recepita nel gennaio del 2015, spiega, ci sarebbe stato piu' tempo per discutere con la Dg Competition della Commissione Ue sulle possibilita' di intervento del Fitd, "avremmo potuto avere una risoluzione piu' tranquilla", tentare di vendere prima le banche ponte. Anche sul capitolo collaborazione con Consob l'esponente della Banca d'Italia risponde senza reticenze e prova a sgombrare il campo dal dubbio che aleggiava sulla Commissione dopo l'ultimo ciclo di audizioni: la Banca d'Italia non hai mai considerato un trade off tra la difesa del risparmiatore e la stabilita' della banca. Se poi, nella trasmissione dei dati di Vigilanza all'Autorita' di via Martini sono risultate delle differenze rispetto alle comunicazioni inviate alle banche vigilate, questo e' avvenuto comunque "in buona fede".
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