Zuccato, lancia appello a Napolitano in visita domani a Vicenza
Mercoledi 10 Novembre 2010 alle 19:18 | 0 commenti
Confindustria Vicenza - «Ringrazio il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l'attenzione e l'affetto che ancora una volta dimostra verso il Veneto. La sua visita nella nostra terra - dopo quella del Presidente del Consiglio - è un segnale importante, che restituisce speranza e vicinanza allo Stato. Noi non siamo soliti sceneggiare il nostro dolore, e siamo abituati a tirarci su le maniche e a fare da soli.
Già nelle ore più drammatiche dell'alluvione molti imprenditori affiancati dai loro collaboratori erano nelle aziende a cercare di salvare il salvabile. Tutti si sono messi al lavoro per ritornare alla normalità , ma la disperazione è ancora enorme. Ci sono famiglie che hanno perso tutto e imprese che hanno subito danni alla produzione e ancora oggi non possono rispettare gli impegni presi con i loro clienti.
Oggi il Governo ha annunciato uno stanziamento di 300 milioni di euro per risolvere l'emergenza. Sicuramente non saranno sufficienti a coprire tutti i danni provocati dall'alluvione. Nella sola provincia di Vicenza una prima sommaria e approssimativa stima dei danni raggiunge i 250 milioni di euro.
Il Veneto, terra che dal dopoguerra in poi ha sempre contribuito fortemente al bilancio dello Stato - ricevendo in cambio molto meno di quanto abbia dato - di fronte a questa tragedia ha bisogno di un segnale concreto.
Chiediamo, in sostanza, che le amministrazioni locali e la Regione Veneto possano attingere, adesso e subito, alle risorse che il Veneto consegna nelle mani dello Stato attraverso gli oneri fiscali e tributari. Proprio per questo al Presidente Giorgio Napolitano rivolgiamo un appello affinchè, come ha fatto spesso in passato, chieda al Parlamento di adoperarsi per fare applicare immediatamente, anche in via temporanea, i criteri enunciati nei progetti di legge sul federalismo fiscale, di cui abbiamo bisogno adesso e subito.
Non chiediamo l'elemosina di nessuno, ma solo la possibilità di trattenere qui da noi parte delle risorse che quotidianamente destiniamo allo Stato attraverso il nostro lavoro».
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