Zanoni: dalla Regione 200 mila euro di fondi pubblici per catturare gli uccelli ai cacciatori
Martedi 3 Dicembre 2013 alle 15:42 | 0 commenti
On. Andrea Zanoni, PD - La Regione Veneto ha autorizzato 37 impianti di cattura, per un totale di 14 mila richiami vivi catturabili. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Mi chiedo quanti cittadini veneti siano al corrente che, in periodo di tagli alla sanità e all’istruzione, le Province hanno speso 200.000 euro per attivare gli impianti di cattura per i cacciatori.
I servizi per gli anziani, i disabili, i bambini e le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese vengono ridotti vergognosamente e il Governatore Zaia autorizza la catturare di uccelli da richiamo per i cacciatori con i soldi dei contribuenti»
Con la Delibera regionale 1099 del 28 giugno 2013, la Regione Veneto ha autorizzato ben 37 impianti di cattura, per un totale di 14 mila richiami vivi catturabili. Quest’operazione è costata al contribuente ben 197 mila 750 euro.
La spesa ufficializzata non comprende i costi che devono essere sostenuti per le Guardie provinciali, il personale degli Uffici Caccia e Pesca, i mezzi e il carburante e per i locali dei Centri di distribuzione e cessione dei richiami vivi e perciò la cifra totale potrebbe arrivare al mezzo milione di euro.
L’europarlamentare Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «Quest’anno le Province venete hanno speso circa 200 mila euro per 37 impianti di cattura. Soldi che devono essere sborsati dai contribuenti, dato che i cacciatori contribuiscono solo in minima parte con un rimborso spese. L’aspetto grave è che questi soldi dei cittadini servono per la cattura di uccellini con le reti, un mezzo oltretutto vietato dall’articolo 8 della Direttiva “Uccelli†2009/147/CE. La spesa dichiarata è sottostimata perché non tiene conto dei costi per le guardie provinciali, il personale degli Uffici Caccia e Pesca, i mezzi e carburante, i locali dei Centri di distribuzione e cessione dei richiami vivi e perciò potrebbe arrivare a mezzo milione di euro. Quindi i cittadini pagano per mantenere un'attività vietata dall'Europa e potrebbero pagare anche le eventuali sanzioni della Corte di Giustizia».
Guardando nel dettaglio le singole province venete (esclusa Rovigo che quest’anno non ha autorizzato impianti di cattura), si parte da Vicenza che con delibera del Commissario Straordinario 183 del 6 settembre 2013 e le determine del Dirigente numero 776 e numero 777 del 11 settembre 2013 ha visto attivare 16 impianti di cattura con una spesa dichiarata di circa 114 mila euro che comprende interventi per l’attivazione di nuovi impianti o di adeguamento strutturale, funzionamento dei Centri di distribuzione e cessione, servizio di call center (per 32.670 euro), acquisto di beni di consumo (gabbie, reti, mangimi, trasporto) e compensi degli operatori.
A Padova, con delibera della Giunta Provinciale 154 del 9 ottobre 2013 e Determina del Dirigente numero 2399 del 11 ottobre 2013 gli impianti attivati sono stati 5 per una spesa dichiarata (funzionamento degli impianti di cattura e dei Centri di distribuzione e cessione, acquisto di beni di consumo, compensi operatori) di circa 41 mila euro.
A Treviso, con la delibera della Giunta Provinciale 383 del 16 settembre 2013 e Determina del Dirigente numero 3131 del 16 ottobre 2013 sono stati attivati 3 impianti per circa 15 mila euro (funzionamento degli impianti di cattura e dei Centri di distribuzione e cessione, acquisto di beni di consumo, compensi operatori).
A Verona, la determinazione del dirigente 4219 del 23 settembre 2013 ha autorizzato 5 impianti per una spesa dichiarata (funzionamento degli impianti di cattura e dei Centri di distribuzione e cessione, acquisto di beni di consumo, compensi operatori) di circa16 mila euro.
A Venezia, con la determina del dirigente 2887 del 18 settembre 2013 sono stati autorizzati 3 impianti con un costo dichiarato (funzionamento degli impianti di cattura e dei Centri di distribuzione e cessione, acquisto di beni di consumo, compensi operatori) di circa 10 mila 700 euro.
Infine, a Belluno, con la determina del dirigente 1679 del 26 settembre 2013, si è attivato un impianto per una spesa dichiarata di circa 5 mila 500 euro.
«In un periodo di crisi economica in cui le Istituzioni ad ogni livello dichiarano di avere le casse vuote e di essere costrette a tagliare servizi fondamentali per gli anziani, i disabili, i bambini e le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, la Regione Veneto ha deciso di fare l’ennesime regalia ai cacciatori con i soldi dei cittadini - ha concluso Zanoni - Mentre, quindi, si riducono i servizi sociali vitali in un momento di estrema difficoltà , ecco che l’Amministrazione regionale guidata dal Presidente Luca Zaia decide di prelevare dalle casse dei veneti soldi per autorizzare roccoli per catturare uccelli da consegnare ai cacciatori come richiami vivi. È vergognoso ed è necessario che tutti sappiano in che modo e per quali scopi vengono impegnati soldi pubblici».
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