Zaia tra Mattarella, Toscani e... Puppato
Mercoledi 4 Febbraio 2015 alle 16:08 | 0 commenti
Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha diffuso una lettera aperta rivolta a Oliviero Toscani, dopo le sue dichiarazioni sui "veneti ubriaconi" che tanto clamore hanno suscitato. Inoltre subito dopo il discorso del nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il governatore Zaia, uno dei grandi elettori regionali presenti in aula di Montecitorio ha commentato l'elezione, rispondendo anche alle affermazioni della senatrice veneta del PD, Laura Puppato.
Egregio Signor Oliviero Toscani,
ho letto le Sue dichiarazioni sui Veneti che Lei considera tutti “ubriaconiâ€. Nell’immediatezza, Le avevo chiesto di scusarsi pubblicamente, convinto come sono che a tutti debba essere concessa l’opportunità di rimediare a un errore.
Apprendo invece che, non soltanto Lei non ha provveduto a scusarsi, ma addirittura rilancia quelle incommentabili dichiarazioni ed, evidentemente per giustificarsi, fa appello al diritto di satira (ma Lei non faceva un altro mestiere?).
Siccome non ho evidentemente avuto nei suoi confronti il dono della chiarezza, La invito nuovamente - prima che scadano le 48 ore – a rivolgere le Sue scuse a tutto il Popolo Veneto senza se e senza ma, e soprattutto senza appellarsi di nuovo alla satira, perché la satira – quella vera, quella seria – gioca su tutt’altri accenti ed è molto, molto più raffinata e rispettosa.
Pretendo che le Sue scuse siano profonde e sincere, capaci di rimarginare quella ferita che Lei ha voluto infliggere a un intero Popolo, in un gioco di tristi e non più originali provocazioni che contribuiscono sicuramente a far galleggiare nelle cronache e a imporsi nei titoli dei giornali, ma che lasciano perplessi e attoniti.
Non soltanto ha lanciato accuse immotivate, ma in un crescendo di cattivo gusto ha coinvolto nella sua deprimente e penosa affabulazione nonni, padri, madri, generazioni di persone di cui noi Veneti andiamo orgogliosi. Non solo quindi contro i viventi, ma anche contro i nostri cari che non ci sono più.
Siamo un popolo avvezzo a fronteggiare povertà e difficoltà , sappiamo cos’è la temperanza e abbiamo come virtù principale una immensa pazienza. Ma la pazienza, prima o poi, lascia il posto all’orgoglio.
Per cui attenderò pazientemente, per qualche ora ancora, le Sue pubbliche scuse, poi domattina trasmetterò all’Avvocatura Regionale tutti gli articoli contenenti le sue dichiarazioni affinché le trasmettano alla Magistratura competente.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.