Zaia pronto a raccogliere i fondi per il referendum: a Cittadella è un coro leghista
Lunedi 22 Settembre 2014 alle 10:14 | 0 commenti
di Claudio Baccarin
«Luca, è l'ultima volta che voglio presentarti come governatore. La prossima devi essere il presidente dello Stato veneto»: la profezia è di Roberto Calderoli al raduno leghista di Cittadella, come riferisce Caludio Baccarin sulle pagine de Il Mattino di Padova. Con l'occasione l'ex ministro delle Politiche agricole ha affermato che «chiuderemo la partita del conto per il finanziamento del referendum».
«Quello del fondo non è un problema- ha continuato calderoli -, lo abbiamo affrontato con i gruppi indipendentisti. Se ci fossero 14 milioni di euro offerti da qualche privato lo faremmo subito. La Scozia ha dimostrato che il referendum è legale, questa sarà la base giuridica del nostro ricorso. Andremo a Roma a difendere fino in fondo le nostre due leggi referendarie. È da repubblica delle banane pensare che i borboni di Roma applicano la dittatura della Corona inglese, che ha permesso agli scozzesi di esprimersi».
Ha fatto eco Matteo Salvini: «Non penso che aspetteremo quello che arriva da Roma. La Scozia insegna; il Veneto voterà il referendum. Gli scozzesi sono arrivati a votare dopo 300 anni di battaglia, noi speriamo di mettercene meno. Ma questo vale anche per Lombardia, Salento, Calabria e Sardegna».
Inviti in tal senso anche da Flavio Tosi: «Bisogna proseguire nella direzione della creazione di un fondo per raccogliere risorse private. La legge non prevede fondi pubblici. La Corte Costituzionale si può pronunciare in tre mesi o in sei anni. Luca, vai avanti, e poi se da Roma qualcuno avrà l'ardire d'impedire alla gente di esprimersi con i soldi propri, usando fondi privati, voglio vedere che imputazione verrebbe data se anche ci fosse un diniego della Consulta».
Il diretto interessato Zaia, che ha definito il referendum l'altra faccia dello «stop all'invasione», sottolinea: «Non accetteremo più che i nostri imprenditori sopportino una pressione fiscale del 68%. Non accetteremo che i nostri concorsi siano presi d'assalto da chi viene da fuori Veneto. Non vogliamo che le case popolari siano date ai non veneti. I 21 miliardi di euro che paghiamo a Roma sono più che sufficienti a dire: "State fuori dalle palle". Roma ci dà a volontà soltanto immigrati. Bene, noi ne abbiamo accolti 500.000, che in larga parte si sono integrati. Ma adesso vi dico che qui non c'è più spazio per nessuno; e non siamo razzisti»
*da Il Mattino di Padova
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