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Zaia festeggia il milione di voti: "mia lista ha il 18-20% di elettori del Pd"

Di Rassegna Stampa Lunedi 1 Giugno 2015 alle 20:59 | 0 commenti

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Nella sede trevigiana del K3, trasformata per l’occasione in un’enorme sala stampa con tanto di postazioni per la diretta video delle più importanti tv nazionali, Luca Zaia arriva accolto da uno scrosciare di applausi. Alla finestra, nel puro stile mussoliniano che tanto gli piace, c’è l’ex sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini che parla alla folla di giornalisti e lo apostrofa con un ‘figlio mio’, invitandolo a fare ‘pulizia dentro il partito per allontanare le mele marce’.

La conferenza stampa della vittoria schiacciante sugli avversari si apre con i ringraziamenti di rito che il rieletto governatore elargisce a destra e manca, «a militanti e collaboratori che hanno reso possibile il risultato perché, sia chiaro, non è stata una campagna facile. La definirei una ‘mission impossible’ realizzata. Siamo partiti con non poche difficoltà: dalla spaccatura della Liga Veneta allo scandalo Mose, hanno cercato di denigrarci in tutti i modi», commenta a caldo. Un riconoscimento particolare a chi gli ha permesso di fare la lista civica a suo nome che è risultata la prima in Veneto. «So che ha drenato voti alla Lega – confessa – ma ha raccolto anche il 18-20% di elettori del Pd». Affiancato dal commissario del Carroccio Giampaolo Dozzo, Zaia ringrazia gli elettori «per il milione di voti ma soprattutto per essere andati a votare», conscio che la vittoria con il 57% dei votanti ha un altro sapore. «E’ un risultato che non si prospettava 60 giorni fa – commenta Dozzo -, quando in tanti ci davano per spacciati. Invece il movimento è vivo più che mai, con ottimi risultati anche nel resto d’Italia». «Una responsabilità grande e ora non ci sono più alibi – prosegue Zaia -, non perderemo tempo e inizieremo a lavorare subito». Le priorità sono quelle già indicate nel programma che era stato depositato a fine aprile assieme alle liste dei candidati presso la Corte d’Appello di Venezia: il voto di fiducia (anche se ormai non più necessario visti i 30 seggi guadagnati in Consiglio regionale) e il lavoro, «con un piano straordinario a cui dedicheremo un assessorato specifico per i fondi europei, a partire dai 760 milioni del Fse, perché servono competenze specifiche per utilizzarli al meglio». In effetti, la sua precedente amministrazione è stata accusata dal Consiglio regionale di non aver sfruttato al meglio le risorse messe a disposizione dalla Ue, sprecando preziosi finanziamenti nella penuria dilagante.
Nessun accenno polemico agli avversari, solo un consiglio ad Alessandra Moretti «a fare un repulisti dentro il suo partito, perché se nonostante sia passato per il Veneto tutto il governo i risultati sono stati così modesti vuol dire che qualcosa non va». D’altronde sono cambiate le cose e «bisogna uscire dagli schemi di centro destra e sinistra, quel che conta adesso è la leadership e il consenso. Questa è la nuova linea, basti guardare a Renzi che parla anche alla destra». Punzecchiato sull’ex segretario del suo partito, Zaia chiude ogni dialogo con Flavio Tosi, distinguendo il piano politico da quello personale, ma è palese l’orgoglio di aver stoppato le aspirazioni nazionali del suo avversario di sempre.
Da accorto politico qual è, il rieletto presidente non cede alle lusinghe della leadership nazionale, territorio di caccia di Matteo Salvini, e ripete ancora una volta che il suo compito di amministratore è bel diverso da quello di chi guida il movimento. Nessuna tentazione di tornare alla ribalta nazionale, quindi, e «pancia a terra per agganciare la ripresa economica». I tempi della squadra non sono ancora definiti, «bisogna aspettare i dati definitivi degli eletti», precisa, ma fa capire che i patti preelettorali siglati con Forza Italia sono saltati alla luce dei risultati deludenti del partito di Berlusconi. La vice presidenza potrebbe andare a Massimo Giorgetti che ha raccolto un profluvio di preferenze nel veronese, mentre la presidenza del Consiglio regionale rimarrebbe saldamente in mani leghiste. Sicura la presenza come assessore esterno dell’ex capogruppo del Carroccio Federico Caner (probabilmente all’agricoltura) che sarebbe accompagnato da altri 4 nomi, per permettere ai consiglieri di rimanere incollati al seggio dell’assemblea regionale e assicurare numero legale e voto.
di Fiorella Girardo da VeneziePost


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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