Welcome to Vicenza, qui Wallmart non c'è
Giovedi 7 Novembre 2013 alle 11:28 | 0 commenti
Sul web e sui social network sta spopolando un reportage su Vicenza del network “Viceâ€, mensile cartaceo con sedi in tutto il mondo che cura anche una rete di siti tematici e produce video per il web e per la televisione. Dal titolo emblematico “Welcome to Vicenza†il reportage affronta il tema della convivenza degli statunitensi nel capoluogo berico, arrivati a più del 10% della popolazione.
In un quarto d’ora l’inviato traccia una cartolina originale della città , tra interviste ai soldati americani, alle loro famiglie, a Olol Jackson, figlio di un soldato reduce del Vietnam e rappresentante del movimento No Dal Molin e anche al sindaco Achille Variati che esprime i suoi pensieri a cuore aperto:
“La base militare è un organismo autarchico chiuso dove oltretutto si commercia in dollari. Se dovessimo mettere sul piatto della bilancia i costi sociali e i benefici obiettivamente il piatto pende più dalla parte dei costi. Quando riusciremo a dimostrareâ€, conclude il sindaco “che i drenaggi dell’acqua sotto il terreno sono stati interrotti dalla costruzione della base allora faremo valere il detto ‘chi rompe paga’â€.
Certo, nel reportage mancano i punti di vista degli italiani che ci lavorano nelle basi o dei cittadini che sono a favore della nuova installazione militare; ma “Vice†approfondisce anche alcuni risvolti curiosi di vita quotidiana sconosciuti a molti vicentini sulla presenza statunitense in città , come l’istruzione impartita agli americani appena arrivati di “non chiedere mai il cappuccino dopo le 11, se no sembri un turistaâ€, oppure risposte alla domanda “Cosa ti manca più dell’America?†che al terzo posto in ordine di citazione mettono la famiglia, al secondo la mancanza del cibo e al primo Wallmart: “A tutti manca Wallmartâ€.
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