Vitali: Pomigliano,non in deroga a Costituzione
Giovedi 22 Luglio 2010 alle 15:37 | 0 commenti
Oggi presso la sala Areopago dell'Istituto i giornalisti presenti hanno assistito alle conclusioni del direttivo convocato dalla FIM-CISL in relazione alla vicenda di Pomigliano per "fare luce su una vicenda che secondo il sindacato - scriveva la Fim Cisl nel suo invito - è stata oggetto di una forte strumentalizzazione politica e sindacale che ha generato, anche sulla stampa nazionale, informazioni errate e faziose sulla vicenda stessa".
Oltre a a rappresentanti della FIM-CISL e a delegati della FIAT al direttivo della FIM CISL erano presenti in qualità di ospiti: Bruno Vitali, Segr. Nazionale FIM con delega alla FIAT, Giuseppe Terracciano, Segr. Gen. FIM Napoli, un delegato della G. B. VICO. di Pomigliano.
E sull'applaudito intervento di Bruno Vitali in una sala calda (per temperatura e partecipazione) e sulle domande che gli abbiamo rivolto ci vogliamo soffermare.
"A Pomigliano d'Arco la Fim Cisl non ha approvato alcuna deroga al diritto di sciopero costituzionale, o alla malattia". Ne ha parlato stamattina a Vicenza Bruno Vitali, segretario nazionale Fim Cisl, a una platea di delegati dell'organizzazione di metalmeccanici. Riassumendo la situazione campana l'esponente sindacale ha spiegato che si tratta di un "accordo ordinario, che non correttamente sui media è passato come straordinario - ha precisato Vitali - In realtà l'azienda ha chiesto una deroga al contratto nazionale per cui in caso di sciopero al diciottesimo turno il sindacato che l'ha organizzato viene multato. Il sindacato, non il lavoratore. Circa la malattia, il pagamento dei normali casi è garantito come da contratto. Solo nel caso di malattie anomale, ovvero in caso di picchi di oltre il 60 per cento di lavoratori malati in concomitanza, ad esempio (bisogna ammetterlo che succede) con partite di calcio, è stato previsto che l'azienda non paghi per i primi tre giorni, anche se noi lotteremo per ridurre a uno il giorno non pagato. Evidentemente, sono condizioni che derivano dalla particolare situazione di quella fabbrica, in cui in passato vi erano anche situazioni di diffusa illegalità ". Vitali ha precisato che l'accordo "non può essere esportato in Veneto, non ci sono casi di aziende chiuse in cui a fronte di flessibilità particolari è possibile riportare lavoro". E poi ha ripreso a parlare di Pomigliano: "La flessibilità che l'azienda ha chiesto verrà pagata in misura maggiore, come da sempre chiede la Cisl. Più flessibilità uguale più stipendio: i lavoratori campani con questa firma otterranno 3200 euro in più all'anno da maggiorazioni di turno. Il lavoro che verrà portato lì inoltre è lavoro "sano", cioè senza infiltrazioni camorristiche: Fiat investirà lì 20 miliardi di euro in 4 anni, ma si prevedono investimenti fino al 2030. Le pause vengono ridotte, ma a fronte di investimenti e migliorie alle linee che riducono per i lavoratori il disagio della ripetitività del lavoro. No, decisamente non abbiamo fatto nessuno sfracello al contratto nazionale. Ricordiamo anche che quella era una fabbrica chiusa: le linee Alfa erano in esaurimento". Vitali durante l'incontro ha raccontato ai presenti anche le condizioni in cui versava lo stabilimento campano fino a pochi anni fa, prima del rinnovamento - anche questo frutto di un doloroso accordo coi sindacati - che ha portato Pomigliano a diventare il nuovo stabilimento "Giambattista Vico". Condizioni difficili da immaginare in Veneto: "C'erano circa duecento cani che vagavano liberamente per la fabbrica, in seguito sono stati tutti catturati e messi in canile. C'era un record di invalidi: secondo dati di "Repubblica", che certamente non è una testata filogovernativa. Per non parlare dell'assenteismo e della camorra. E in generale un'auto costava il doppio che nelle altre fabbriche, semplicemente perché una volta che usciva di lì doveva essere completamente rivista e rifatta".
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