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Vicenza, Terra nostra

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 22 Aprile 2012 alle 10:35 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 232

Di Ciro Asproso, Responsabile Ambiente - Sel Vicenza
Alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni in Italia e dell'alluvione che ha colpito Vicenza, emerge sempre più pressante la necessità di adottare politiche che garantiscano l'integrità fisica e l'identità culturale del territorio in tutte le fasi della trasformazione urbanistica.

La tutela dell'ambiente e il "diritto alla città" - inteso come bene comune inalienabile - è un tema su cui stanno lavorando molti gruppi e organizzazioni, ma potrebbe divenire anche una priorità del Governo e delle forze politiche, se solo se ne comprendesse l'importanza. A tal proposito, Sinistra Ecologia e Libertà ha avviato una Campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione sul tema del riassetto idrogeologico, la messa in sicurezza, la tutela dei suoli e delle città denominata "Terra Nostra".

Gli eventi estremi: piogge violente, alluvioni, smottamenti e nevicate paralizzanti si alternano a periodi di siccità e di impoverimento delle falde che rendono ancora più a rischio, per le persone e le cose, un territorio già fragile che vede il 47% della propria superficie pesantemente colpita dal dissesto idrogeologico. Le risorse finanziarie necessarie a promuovere il ripristino, la messa in sicurezza e la cura del territorio italiano ammontano a circa 40 miliardi di euro, ma negli ultimi 20 anni se ne sono investiti (e male) solo 400 milioni.

Da qui l'idea di avviare la più Grande Opera Pubblica e la più importante Riforma di cui ha bisogno il nostro Paese: il riassetto idrogeologico e lo sviluppo della green economy.
Cominciando a tagliare e recuperare risorse da opere pubbliche dissennate come il Ponte sullo Stretto o, da spese inutili e moralmente deprecabili come quelle per gli armamenti.
Oltre a ciò è indispensabile promuovere iniziative che coinvolgano Comuni e Regioni:
 riforestazione e ri-naturalizzazione dei fiumi e delle rogge, pulizia e sistemazione degli argini, creazione di aree esondabili;
 norme cogenti per arrestare il consumo di suolo;
 incentivi fiscali per le attività agricole in aree svantaggiate e a rischio idrogeologico;
 istituzione del servizio Civile Regionale per fini ecologici;
 rafforzamento della filiera dei saperi e delle competenze, dando sviluppo all'economia verde e mettendo in rete le tante esperienze di tutela ambientale.

Questa la "pars construens" con alcune buone pratiche di agevole attuazione, ma vi è una "pars destruens" che rende difficile il cambiamento, penalizzando la nostra Regione sotto il profilo economico e ambientale.

E' in atto una vera e propria offensiva da parte delle lobbies economiche e delle famiglie d'interessi, dove interessi finanziari e industriali si accostano e si aggregano al potere politico.
Sono loro a tessere la trama del futuro del territorio e del paesaggio veneto ed è contro di loro che devono mobilitarsi e fare rete le forze sane della società.

La Legge urbanistica del Veneto ha lasciato briglia sciolta alla rendita immobiliare favorendo una dilagante cementificazione dei suoli. Una crescita urbana senza forma, che ha divorato il paesaggio rurale e innescato il fenomeno della "sprawl town", una sequenza di mega operazioni immobiliari che vanno sotto il nome di "Veneto City" (tra Padova e Mestre), "Motorcity" nel veronese, "Tessera city" nella gronda lagunare. Per restare nel vicentino, oltre alla tragica scelta della nuova base americana al Dal Molin, il tema più rilevante è quello della Pedemontana: un'autostrada a pagamento da Montecchio Maggiore a Spresiano, un serpentone di cemento e asfalto lungo 95 chilometri, fortemente voluto da Zaia e dagli imprenditori veneti, che vede una forte opposizione da parte dei Comitati e di non pochi Comuni, tra cui Villaverla.

Neppure il PAT di Vicenza, che nella Relazione Tecnica attribuisce grande importanza alla tutela del territorio agricolo, alla valorizzazione dei corsi d'acqua, alla conservazione dei cunei verdi, è esente da critiche e bocciature. Le cause sono molteplici, in parte ereditate dal Documento Preliminare Programmatico della gestione precedente, in parte per responsabilità dirette.

Certo è che i valori attribuiti alla rendita, dal Piano Regolatore del 1983, pesano come un macigno sulle scelte attuali e il tabù dei diritti acquisiti è duro da scalfire anche per le Amministrazioni di centrosinistra. Inoltre, in ossequio al principio della continuità amministrativa, hanno trovato conferma la gran parte delle linee preferenziali di sviluppo indicate da Hullweck, così che, invece di privilegiare il recupero del patrimonio edilizio si è perpetuato il consumo di suolo.

Un errore esiziale che trova conferma nel Bando degli Interessi diffusi, con il quale si è sdoganato una miriade di bisogni parcellizzati, conferendo loro valenza strategica e il crisma della pubblica utilità.

Vicenza è chiamata ad affrontare tre grandi sfide: la Mobilità; la riqualificazione energetica degli edifici; l'adattamento ai cambiamenti climatici. Di fronte a questo banco di prova, ambientale e territoriale insieme, bisogna ripensare la politica urbanistica e privilegiare la riqualificazione del patrimonio abitativo, che può diventare un potenziale volano di sviluppo e di occupazione in grado di fornire ossigeno ad un settore in crisi strutturale.

Comitati, Partiti e Associazioni ambientaliste devono lavorare insieme e riconoscersi reciprocamente, la posta in gioco è la tutela del bene comune e la sopravvivenza della nostra identità, fisica e culturale.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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