Vicenza, Sgreva: città del Palladio o città del cemento
Venerdi 6 Luglio 2012 alle 17:06 | 0 commenti
Silvano Sgreva, Consigliere Comune IdV - La differenza c'è, prima la città era amministrata dal centro-destra ora, invece, lo è dal centro-sinistra. Nonostante questo cambiamento formale, risulta più che mai attuale la nota frase "tutto deve cambiare, perché tutto resti uguale". Inevitabilmente qualcuno sarà del parere che le cose nella sostanza sono cambiate ma a mio parere le differenze non sono ragguardevoli. Anzi, inviterei soprattutto i cittadini di Vicenza a verificare la realtà .
Per quel che mi riguarda non c'è molta differenza tra il costruire blocchi di dimensioni considerevoli o piccole unità frammentate sul territorio. Dobbiamo ben tenere a mente che questo non è solo che il primo Piano degli Interventi. Sia chiaro, non sono minimamente contrario alla riqualificazione di aree dismesse e degradate, è giusto e doveroso, ma non lo è il sacrificare terreno agricolo, questo no. Personalmente dissento principalmente con il metodo utilizzato. Tutte le attività svolte con obiettivo la stipula dei vari accordi con i privati nascono viziate a causa della mancanza di importanti e determinanti elementi per una corretta analisi. Quasi tutti gli accordi sono realizzati usando come principio guida l'interesse pubblico; la realizzazione di infrastrutture, quali strade, piste ciclabili, marciapiedi e rotatorie non è altro che la concretizzazione di tale principio nell'urbanistica. Ma qual è la strategia alla base di suddetti accordi se il piano stesso della mobilità , il famoso PUM, non è ancora stato partorito? Qualcuno dirà che è in arrivo. Io rispondo, invece, che nella situazione in cui si trova la nostra città doveva essere la priorità , proprio per stabilire un'organizzazione del territorio fondata su linee guida condivise e indirizzate alla pubblica utilità . Perché una fruibile mobilità rende la vita dei cittadini più agevole e, soprattutto, più sana. Inutile rammentare che una più consapevole gestione della rete stradale porta numerosi vantaggi, tra i quali, il più importante, la diminuzione dell'inquinamento. Secondo punto al quale vorrei portare la vostra attenzione. Siamo, da tempo, in attesa anche di un nuovo regolamento edilizio. Non molto tempo fa ne era persino uscita una bozza, della quale non si è più nemmeno sentito parlare. Eppure questo strumento, attualmente esistente ma obsoleto, sarebbe, se opportunamente rivisto, estremamente utile nell'analisi del Piano degli Interventi. Per ultimo, ma non meno importante, Il PAT. Qualcuno di voi si ricorderà che io votai a favore del Piano di Assetto del Territorio, seppur non condividendolo in toto, ma con la speranza, che allora espressi sotto forma di invito all'amministrazione, di una valutazione del Piano degli Interventi senza manovre errate che avrebbero potuto distruggere quanto restava del territorio agricolo. Con mio enorme rammarico, purtroppo, ho scoperto che i dati necessari e preliminari all'elaborazione del PAT, ora, non sono reperibili se non con ulteriori operazioni ad opera degli uffici preposti. Sono venuto a conoscenza di ciò dopo aver proposto una mozione su iniziativa del Forum "Salviamo il Paesaggio e Difendiamo il Territorio". Il Forum chiedeva di compilare un modulo con una serie di dati indispensabili per una valutazione attenta e precisa del futuro urbanistico della nostra città . Il fine era ottenere un censimento, condotto a livello nazionale, sul consumo del territorio, riunendo i dati delle varie città . La compilazione del modulo risultò difficile perché non c'era, e tuttora non c'è, una disponibilità immediata di questi dati. A questo punto, la domanda è lecita: quanto può essere esaustivo il PAT di Vicenza, se mancano questi dati? Come può un Piano degli Interventi, che si appoggia per la sua analisi sul PAT avere credibilità ? È a mio avviso necessario, fare in modo che ci si possa dotare di tutti gli strumenti utili a garantire, sia la massima trasparenza, ma soprattutto la massima efficacia, per lo sviluppo di una città a misura d'uomo e della sua dignità . Dobbiamo fermarci, riflettere ed avere il coraggio di tornare indietro rivedendo le reali necessità . È facile andare a costruire su terreni agricoli, ma è altrettanto facile capire che questi terreni non ci saranno più. Non ci saranno più per noi, per i nostri figli e per tutte le generazioni future.
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