Vicenza Riformista contro la sinistra uscita dal Pd: "mere declamazioni di principio"
Lunedi 15 Giugno 2015 alle 15:14 | 0 commenti
Ci è capitato di leggere su alcuni organi di stampa il documento intitolato "Fuori dal PD nel mare aperto di un nuovo progetto", firmato da alcuni iscritti che annunciano la loro fuoriuscita da quel partito vicentino, all'indomani della sconfitta elettorale.
Come associazione di cultura politica, e dunque osservatorio indipendente di ciò che avviene in questo ambito, abbiamo letto la lettera con attenzione, nell'ottica di chi vuole capire il senso del nuovo progetto, e con la curiosità di chi è ansioso di accogliere proposte veramente innovative per un'azione futura a livello cittadino, dopo anni di palude.
Detto questo, non si può che esprimere una forte delusione sulla forma e sulla sostanza dello scritto. Da tempo non si leggeva un documento politico così vecchio nello stile, scontato nei concetti, con prosa volutamente e smaccatamente intellettuale (pseudo-intellettuale: per farsi capire solo da pochi e per far immaginare un orizzonte di ideali totalmente privo di concretezza). Una prosa che, di colpo ci fa ripiombare all'inizio degli anni Settanta.
In esso, non traspare un'idea propositiva che si misuri con la complessità della situazione (crisi economica, processi migratori epocali, conflitti interetnici e religiosi) e con la necessità di raccogliere e aumentare il consenso attorno ad una linea politica praticabile. Solo frasi fatte sulla giustizia sociale, sulla solidarietà , sulla società multietnica, sul capitalismo finanziario cattivo, ecc.
Il documento indirizza le critiche esclusivamente alla politica nazionale, e molte di esse possono certamente essere condivisibili. Tuttavia, essendo alcuni dei firmatari autorevoli esponenti della compagine che ha amministrato Vicenza in questi anni, appare veramente emblematica la totale assenza di autocritica a quanto avvenuto sui temi della città : le scelte urbanistiche, quelle ambientali, i servizi pubblici, ecc. (basti pensare a Borgo Berga), e quindi alle contraddizioni del proprio operato. Esponenti di un partito che non hanno mai sollevato vere critiche a provvedimenti concreti, che non sono usciti allo scoperto con proposte alternative, che non hanno espresso la minima perplessità anche sulle modalità con cui il loro partito ha affrontato una campagna elettorale regionale che avrebbe richiesto ben altri approcci. E che, guarda caso, decidono di uscire solo dopo i drammatici risultati delle urne, facendo nascere il dubbio che, con risultati differenti, ben difficilmente avrebbero preso questa decisione.
Solo oggi, dopo questa sconfitta bruciante soprattutto nella città di Vicenza, prendono cappello e lanciano un nuovo progetto che nasce già con la muffa e che vagamente fa riferimento a "nuove e significative esperienze politiche del Sud Europa" che francamente è difficile intravvedere.
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