Vicenza, nucleare stop and go
Lunedi 25 Aprile 2011 alle 10:00 | 0 commenti
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Vicentini pro e contro l'atomo: tutti favorevoli al dietrofront del governo. Che serve ad evitare il referendum (e a non perdere voti). Dovigo (Comitato Sì Referendum): "Una buona notizia, anche se resta il nodo delle rinnovabili". Franzina (Pdl): "Scelta saggia, ma resta un'opportunità ". Peroni (Pd): "Non esiste nucleare sicuro"
E con un emendamento al decreto "Omnibus" in discussione al Senato, Berlusconi e la sua maggioranza hanno abbandonato il nucleare.
«C'è da tener presente un fatto indiscutibile: il disastro ambientale giapponese, benchè causato da un terremoto», esordisce Maurizio Franzina, capogruppo Pdl in Comune. «Bene fa il governo a guardare ai reattori di quarta generazione, di cui parlava anche l'opposizione un anno fa, e nel frattempo a mettere una moratoria che serve a ripensare l'energia nucleare come un'opportunità ». Sull'idea che il cambio di passo sia motivato dalla volontà di neutralizzare l'appuntamento referendario, Franzina è netto: «Io penso che un tema simile non sia neppure adatto a un referendum, perché la gente è portata a decidere su basi emotive. Se vogliamo dire che è stato un "disinnesco" del voto diciamolo, ma è avvenuto a fronte di un fatto oggettivo che ha provocato una crisi globale dell'uso del nucleare. Non dimentichiamoci che dalla Francia alla Slovenia, l'Italia è circondata da paesi nuclearizzati da cui compriamo l'energia». Valentina Dovigo di Legambiente, portavoce del comitato vicentino "Sì referendum", commenta così la sterzata governativa: «Se fossimo un paese normale direi che è una vittoria anticipata. Siccome non lo siamo, penso sia un tentativo di tamponare la situazione per alcuni mesi, in modo da far fronte alle elezioni amministrative e al referendum e riprendere la questione più avanti. La legge, infatti, non è stata abrogata, c'è solo una sospensione». La Dovigo rigetta l'argomento dell'emotività : «Sicuramente un ruolo lo ha avuto Fukushima, ma ha fatto cambiare idea agli indifferenti o ai favorevoli, non a noi che ci battiamo per un paese che vada a rinnovabili». Ad affiancare le associazioni riunite nel comitato c'è l'Italia dei Valori, promotrice di tutti e tre i referendum del 12 giugno. Nessuna mobilitazione visibile dal resto del centrosinistra in città . «Il Pd a livello nazionale appoggia i referendum contro il nucleare e la privatizzazione dell'acqua, mentre sul Lodo Alfano è stata fatta la scelta tattica di non appoggiarlo perché è un tema troppo tecnico da far capire alla gente», spiega il segretario cittadino del Partito Democratico, Enrico Peroni. «Comunque stavamo pensando a iniziative comuni con tutti i partiti di centrosinistra, e abbiamo prenotato gazebi per tutti i giovedì di maggio e giugno». Il sindaco Pd, Achille Variati, nel marzo 2009 si era detto favorevole al nucleare. Peroni cade dalle nuvole: «Sinceramente non me lo ricordo. Auspico che abbia cambiato idea, perché Fukushima testimonia come non ci sia un nucleare sicuro».
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