Vicenza: da gennaio su 436 nuove richieste d'asilo, 22 esaminate, 3 hanno ottenuto lo status di rifugiato. 1529 i migranti presenti in strutture temporanee e sistema sprar
Giovedi 26 Maggio 2016 alle 08:01 | 0 commenti
Quanti sono i profughi (o presunti tali) arrivati in Veneto negli ultimi due anni? Fra Mare Nostrum prima e Triton poi, secondo i calcoli del ministero dell’Interno sono giunti a queste latitudini 21.821 migranti, di cui 8.701 risultano ancora presenti all’interno delle strutture temporanee di accoglienza o del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Fra questi in 8.188 hanno presentato richiesta di riconoscimento dello status, ma sulle 1.844 istanze finora esaminate, 1.196 sono state respinte dalle commissioni territoriali che fanno capo al Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione.
Eccoli quei «due su tre» che alcuni — ultimo in ordine di tempo il governatore leghista Luca Zaia, nell’intervista al Corriere del Veneto di ieri — definiscono per l’appunto «falsi profughi», «semplici migranti economici», «clandestini e basta». Va detto subito che il responso dei commissari di Verona, Padova e Vicenza rappresenta una sorta di giudizio di primo grado, appellabile (ed assai appellato, difatti) davanti al tribunale civile di Venezia, dove peraltro molto spesso i giudici ribaltano il verdetto degli organismi composti da rappresentanti di prefettura, questura, Comune e Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, generando a cascata ulteriori impugnazioni da parte dell’avvocatura dello Stato contro le sentenze favorevoli agli immigrati: un iter che dura anni, allungando l’ospitalità e la spesa. «Il fenomeno dei ricorsi sta aumentando in maniera esponenziale — conferma Giuseppe Sacco, segretario dell’Ordine degli avvocati di Venezia — e lo vediamo dal numero di domande di ammissione al gratuito patrocinio, per la stragrande maggioranza in favore di migranti. Ormai siamo arrivati a 150 alla settimana, una patologia di cui soffriamo a livello organizzativo, con un’impiegata destinata solo a questo compito. Perciò abbiamo deciso di informatizzare il servizio, per velocizzare le procedure fra gli studi legali, i nostri uffici e l’Agenzia delle entrate».
Ciò premesso la situazione nella commissione territoriale scaligera e nelle sedi distaccate euganea e berica è tale per cui in poco più di cento giorni, vale a dire dal 1. gennaio al 15 aprile 2016, sono state presentate 3.091 nuove istanze per il riconoscimento del diritto di asilo, che sommate all’arretrato portano le pendenze ad un totale di 8.188. Come anticipato, di queste ne sono state esaminate 1.844 e 1.196 hanno avuto esito negativo. Che ne è stato delle altre? Il vero e proprio status di rifugiato, cioè il permesso quinquennale (e rinnovabile senza accertamenti) accordato a chi dimostra in maniera fondata il rischio di persecuzione, è stato concesso a 74 richiedenti. Ad altri 76 è stata rilasciata la misura più attenuata della protezione sussidiaria (permesso triennale, prorogabile previa verifica). Per ulteriori 281 è stata proposta la protezione umanitaria (permesso di soggiorno annuale). I restanti 217 sono invece risultati irrintracciabili.
Siccome ai commissari restano da affrontare oltre seimila pratiche, al netto delle domande frattanto sopraggiunte, è particolarmente attesa l’attivazione della nuova succursale di Treviso. «Dopo l’istituzione da parte del ministero — riferisce la deputata dem Simonetta Rubinato — mancano solo le nomine dei componenti di questura e Anci. Nel frattempo intendo verificare in sede ministeriale la possibilità di recuperare due “tesoretti†nell’ambito dei fondi per l’accoglienza. I migranti potrebbero accantonare il 30% del pocket money, per ritrovarsi al termine dell'iter con 500 euro da investire nel loro futuro da profughi qui o da spendere per tornare a casa. I Comuni ospitanti potrebbero invece vedersi restituire la quota avanzata dai ribassi dei bandi, per destinarla ai casi di disagio sociale dei residenti».
di Angela Pederiva, da Il Corriere del Veneto
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