Vicenza Calcio: passaggio di proprietà da Finalfa a Vi.Fin. In bocca al lupo di Variati, Cassingena saluta
Martedi 31 Maggio 2016 alle 08:40 | 0 commenti
Oltre che dai tifosi, soddisfazione per il passaggio di proprietà del Vicenza è stata manifestata anche dal sindaco Achille Variati che ha voluto formulare un in bocca al lupo ai nuovi proprietari. «Oggi (ieri,ndr ) c’è stato il passaggio di consegne alla guida del Vicenza Calcio, un patrimonio della città e della comunità vicentina che va difeso e tutelato. Da parte dell’amministrazione comunale c’è la massima disponibilità a collaborare, lavorando insieme per riportare il Lane ai vertici del calcio, come meritano i tifosi biancorossi».
Per i soci di Vi. Fin. dopo i festeggiamenti di ieri sera, c’è molto lavoro da fare, perché il Vicenza è un malato che si può definire fuori pericolo, ma non certo guarito. Già domani verrà nominata la convocazione dell’assemblea ordinaria e straordinaria che provvederà a nominare il nuovo consiglio d’amministrazione, che voterà il nuovo presidente; facile prevedere che il cda sarà composto da Marco Franchetto, GianLuigi Polato, Stelvio Dalla Vecchia, Leonardo Adamo ed Alfredo Pastorelli, con quest’ultimo che sarà presidente del Vicenza calcio. Nei prossimi giorni il cda potrebbe registrare anche l’ingresso dell’imprenditore pugliese Savino Tesoro, che entrerà a far parte di Vi. Fin. avendo accettato e condiviso la proposta di Alfredo Pastorelli. Un aiuto che potrà essere importante per una società che, definita la rateizzazione in dodici anni dei circa sette milioni del debito Iva, dovrà far fronte anche agli impegni coi creditori che hanno sottoscritto il piano di ristrutturazione del debito.
Ma alle porte c’è anche la nuova stagione, con i documenti per l’iscrizione al prossimo campionato da presentare entro metà giugno, e una nuova rosa da mettere a disposizione di Franco Lerda, che la scorsa settimana è stato riconfermato alla guida del Vicenza. Una nuova squadra, che probabilmente dovrà rinunciare a pedine importanti come Raicevic, Galano, Ebagua, Moretti e forse Adejo, ma potrà contare sul ritrovato entusiasmo dei tifosi, che da tempo speravano in una nuova proprietà .
Dagli inglesi ai ripescaggi, il «Cassi» saluta. Dopo 12 anni passa la mano l’ex re dei supermercati. Con lui più spine che gioieSono passati quasi dodici anni dal 17 novembre 2004 quando Sergio Cassingena, Nicola Baggio, Tiziano Cunico e altri sette imprenditori legati al mondo Sisa rimasti sempre coperti da fiduciarie, acquistano il Vicenza dagli inglesi dell’Enic. Il 70 per cento delle quote viene preso in carico dai soci Sisa, con il restante 30 diviso a metà tra Sergio Cassingena, che diventa presidente, e Nicola Baggio, che però non condividendo le strategie del club si fa da parte quasi subito, pur mantenendo il possesso delle quote. L’acquisto dall’Enic è favorito dalla mediazione del direttore generale, Sergio Gasparin, che, sfruttando la conoscenza dei vertici Enic, riesce a pilotare una difficile trattativa vero la fumata bianca.
Il giorno del passaggio di proprietà Cassingena definisce Gasparin l’uomo chiave nel suo progetto ma le cose vanno poi in maniera diversa: poco più di un anno dopo il dirigente viene scaricato e sostituito da Sergio Vignoni, anche lui protagonista nel grande Vicenza del presidente Pieraldo Dalle Carbonare. L’accordo tra Enic, Cassinegna e soci si chiuse per 6,5 milioni di euro; 1,5 milioni alla firma e poi cinque rate annuali da un milione, più l’assunzione dei debiti, all’epoca sono quantificati in circa 4 milioni. Oltre dieci milioni, un valore che in molti definirono fuori mercato, e che condiziona non poco gli anni seguenti all’acquisto.
I risultati sono subito molto negativi: la prima stagione vede il Vicenza retrocedere in Lega Pro perdendo i playout contro la Triestina nonostante la squadra, allenata da Maurizio Viscidi, possa contare su giocatori dal valore indiscusso come Roberto Vitiello, Padoin, Luca Rigoni, Biondini, Schwoch e Margiotta. Grazie però alla radiazione del Perugia e alla retrocessione a tavolino del Genoa per illecito, il Vicenza viene riammesso in serie B, ed ottiene negli anni a seguire una serie di salvezze più o meno sofferte. Sono comunque stagioni deludenti, che regalano ben poche soddisfazioni ai tifosi biancorossi. Il punto più basso la gestione Cassingena lo tocca nelle stagioni 2011/2012 e in quella successiva, quando il Vicenza retrocede per due volte in Lega Pro. La prima retrocessione è vanificata dalla riammissione nel torneo cadetto dovuta alla contemporanea retrocessione per illecito sportivo del Lecce. La seconda porta i biancorossi in Lega Pro e in panchina viene chiamato Giovanni Lopez, il capitano del Vicenza che diciannove anni fa ha alzato al cielo la Coppa Italia. In campionato il Vicenza, partito con un -4 a causa debiti del club, arriva al quinto posto, ma perde i playoff contro il Savona e manca la promozione in B. Ad offrire l’ennesimo salvagente, il 29 agosto 2014, arriva il terzo ripescaggio a tavolino, stavolta per il fallimento del Siena. Dopo un avvio difficile e il cambio in panchina da Lopez a Pasquale Marino, il Vicenza centra il terzo posto, ma perde la semifinale playoff contro il Pescara. La gravissima situazione del club, 15 milioni di debiti, costringe Cassingena a chiedere aiuto ad un gruppo di imprenditori vicentini, che il 14 aprile 2015 costituiscono la Vi.Fin. Da ieri i salvatori sono padroni del club.
di Corrado Ferretto, da Il Corriere del Veneto
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