Verità e disinformazione sul soldato israeliano "rapito"
Domenica 3 Agosto 2014 alle 14:42 | 1 commenti
Venerdì scorso i titoli dei giornali erano: "Gaza, rapito soldato israeliano" (nella foto Gilad Shalit, ndr) . La notizia veniva smentita da Hamas che la definiva «Un'invenzione». Ma, subito, il premio Nobel per la pace Barack Obama dichiarava: "Hamas deve liberare senza condizioni il soldato rapito" e "Hamas è responsabile per la rottura della tregua".
Il "nostro" presidente del consiglio Matteo Renzi dall'Egitto afferma che "L'Italia chiede l'immediata liberazione del soldato israeliano rapito".
Oggi l'esercito israeliano ci fa sapere che "il soldato disperso è morto in combattimento".
Allora, questa volta, aveva ragione Hamas.
A prescindere dalla risonanza data dalla notizia del "rapimento" di un soldato israeliano (perché, poi, chiamare "rapimento" la cattura di un soldato impegnato in una guerra, per giunta, secondo noi, di invasione?), per molti più importante della morte di oltre 1.800 palestinesi, la notizia è risultata falsa.
Inventata per giustificare ulteriori bombardamenti?
E quante altre falsità ci stanno dicendo?
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?Chi rimprovera agli ebrei qualcosa che non rimprovera ai non ebrei, è un antisemita.
?Chi si scaglia contro gli "speculatori ebrei", ma non si indigna quando parla di speculatori non ebrei, è un antisemita.
?Chi può osservare senza partecipazione emozionale lo spargimento di sangue in Siria, ma esce dal suo letargo soltanto quando sente dire al giornale radio che "Israele ha attaccato obiettivi nella striscia di Gaza", è un antisemita.
?Chi dice, senza impaurirsi di se stesso, che in un paese libero si deve poter mettere in dubbio il diritto all'esistenza di Israele senza averne conseguenze non è soltanto un antisemita vecchio stampo, è uno che prepara verbalmente la prossima soluzione finale della questione ebraica. Ma questa volta in Medio Oriente. Anche l'antisemita ha bisogno di una prospettiva.