Veneto Banca accelera verso aumento e Ipo: stop a vendita di obbligazioni retail e raccolta diretta superiore a BPVi
Domenica 21 Febbraio 2016 alle 12:42 | 0 commenti
Un indice di liquidità (Lcr) che, nonostate si sia attestato al 53% il 31 dicembre scorso rispetto all'89% di settembre, è destinato a raggiungere e oltrepassare a fine febbraio il 70%, quota base obbligatoria secondo i dettami della Bce; la decisione di non rinnovare i prestiti obbligazionari alla clientela retail; l'aumento di capitale confermato fino a 1 miliardo e non di più (probabilmente si farà la seconda metà di aprile), senza ulteriori quote o corsie preferenziali per grandi clienti («L'aumento di capitale sarà uguale per tutti», conferma Carrus in riferimento a quanto ha deciso di fare Bpvi martedì scorso); l'intenzione di arrivare «molto velocemente» ad un matrimonio.
È una corsa senza respiro e densa di obiettivi quella intrapresa da Veneto Banca in vista della quotazione e dell'aumento di capitale, corsa a tappe obbligate e necessarie, condotta nella continua "ansia" dettata dalle oscillazioni del mercato, da condizioni normative in evoluzione e da calcoli sulle svalutazioni. Ma le idee sono chiare e la tenacia tanta: «La banca deve dotarsi di un capitale per ripartire e lo farà con un aumento patrimoniale che, secondo le nostre indicazioni, potrà arrivare come somma di singole garanzie anche a 1,3 miliardi», ha detto ieri l'ad di Veneto Banca Cristiano Carrus a commento dei dati di bilancio consolidato 2015, già presentati preliminarmente lo scorso 9 febbraio e ieri approvati dal cda. «Il piano industriale - ha continuato l'ad - non è fatto di speranze ma di evidenze: anche se l'Lcr è sceso a causa della riduzione dei titoli obbligazionari senior per 580 milioni, i numeri e le proiezioni che abbiamo oggi ci dicono che a fine febbraio avremo un livello di copertura di oltre il 70%». Mentre la decisione di non rinnovare i prestiti obbligazionari è una decisione «commerciale». Sull'istituto di Montebelluna incombono le scadenze di bond retail da rifinanziare per 696 milioni nel 2016, 950 nel 2017 e altri 600 dal 2018 in poi: «Attiveremo un mercato all'ingrosso e proporremo prodotti diversificati - ha spiegato Carrus -. La scelta è dettata dall'intento da una parte di non rinunciare alla raccolta e dall'altra di assicurare la massima trasparenza, offrendo prodotti tracciabili, liquidi e commerciali».
Carrus è intervenuto anche sulla rallentata vendita di Bim, su cui ha confermato l'attenzione di alcuni soggetti; in merito all'interesse espresso da Fideuram, però, il manager ha dichiarato: «quando si appaleseranno proposte concrete le giudicheremo».
L'approvazione del bilancio di ieri ha confermato i dati già preannunciati qualche giorno fa: il "rosso" di Veneto Banca ammonta a 882 milioni, dato che riflette l'azzeramento degli avviamenti (418 milioni), rettifiche sui crediti per 754 milioni, accantonamenti al fondo rischi per 88 milioni. Quota, quest'ultima, destinata, assieme ai 297 milioni di capitale già finanziato, a coprire i quasi 2mila reclami pervenuti a Montebelluna in questi mesi. I ricavi sono cresciuti a 947 milioni e la gestione operativa a 261. La raccolta diretta ha perso il 5,5% rispetto a settembre e si attesta sui 22,5 miliardi (la raccolta diretta di BPVi, al netto delle operazioni di pronti contro termine effettuate con controparti centrali, ammonta a 21,9 mld/€, ndr). Gli impieghi alla clientela sono scesi del 3%, sempre rispetto a settembre, registrando 22,7 miliardi. Il Cet 1 Ratio è al 7,23% (era al 7,12 a settembre) a fronte di una richiesta della Bce del 10,25% a fine giugno 2016.
Di Katy Mandurino, da Il Sole 24 Ore
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