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Venerdì rosso sangue

Di Citizen Writers Venerdi 26 Giugno 2015 alle 23:54 | 0 commenti

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Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale Veneto

Dapprima l’attacco dei militanti di al-Shabaab, milizia islamica legata ad al Qaeda che venerdì all’alba hanno lanciato un'autobomba carica di esplosivo contro la base delle truppe di peacekeeping dell'Unione africana a Leego, in Somalia. Poi l’azione terroristica di probabile matrice islamica in un impianto di gas industriale nell’Isère, in Francia, nella regione del Rodano-Alpi, con un uomo decapitato, quindi  la strage sulla spiaggia a Sousse, in Tunisia, con 28 morti.

Infine l’ attentato  rivendicato dall’Isis contro una moschea sciita a Kuwait City, con 25 morti e oltre 200 feriti.  Venerdì, giornata della preghiera per gli islamici, giorno di lutto, dolore e sangue in una escalation incredibile.

Che si si tratti di azioni coordinate o, come è più  probabile, di inquietanti coincidenze, di  atti di lupi solitari come di gruppi organizzati che nel nome della fede religiosa agiscono da invasati, è chiaro che l’obiettivo sono i pilastri della democrazia occidentale e l’attacco a quegli stati che non adeguano rigorosamente alla versione più intransigente della Shari’a, la legge coranica, o che, come nel caso della Tunisia vantano aperture al modus vivendi occidentale

Il filo comune che unisce questi attentati è l’odio contro l’occidente assunto come emblema della degenerazione dietro al quale celare e giustificare odi tribali e una lotta per il potere. 

Tuttavia non possiamo sottovalutare l’impatto che questa cultura di odio sta generando in vasti settori del mondo islamico: non possiamo permetterci titubanze.  La  libertà  è un patrimonio prezioso, che va difeso e mi auguro che attorno a questo concetto non vi siano dubbi, distinzioni, bizantinismi: un punto di forza dei terroristi d’ogni razza e colore è insinuarsi nelle divisioni dei democratici ben sapendo che l’indecisionismo delle classi dirigenti disorienta il cittadino e lascia interdetti anche coloro che dovrebbero garantire l’ordine e garantire la sicurezza.
Alle provocazione dei terroristi si deve rispondere con fermezza.  E poi ancora:  un malinteso senso di solidarietà non deve esporre la cittadinanza a rischi pericolosissimi e credo dopo quanto è accaduto in queste ultime ore sia necessario, alla luce anche dell’atteggiamento dei partner europei, cambiare totalmente la rotta nella vicenda dell’ospitalità agli immigrati, che non vengono né controllati, né identificati: in altre parole, bisogna smetterla con l’autorizzare la clandestinità, perché uno stato vero non può permettersi il lusso di non difendersi da possibili aggressori ed esporre così i suoi cittadini a pericoli. I Prefetti, che tra l’altro sono responsabile dell’ordine pubblico e che sovraintendono  l’operato delle Forze di Polizia,  non devono accettare più di eseguire ordini scomposti che giungono da Roma: in caso contrario, anche loro saranno complici di uno scenario di illegalità che già ci viene rinfacciato dai partners europei.
Bisogna dare segnali forti, come si è fatto, tra le prime volte in Italia, l’altro giorno a Vicenza quando sono state applicate ai nomadi le norme antimafia facendo leva sulla  "pericolosità sociale e sproporzione tra reddito dichiarato e tenore di vita mantenuto", cose che i cittadini, per altro, dicevano da anni chiedendosi come facessero dei nullatenenti a disporre di autoveicoli di lusso e a vivere non esattamente di stenti.
Le armi per difenderci da criminali, ladri, terroristi ci sono: non occorrono leggi straordinarie, quanto la coscienza del pericolo che stiamo correndo.  Mai come oggi  la citazione da Tito Livio appare quanto mai appropriata, per quanto abusata, ma necessaria: “Dum ea Romani parant consultantque, iam Saguntum summa vi oppugnabatur”.

Leggi tutti gli articoli su: Roberto Ciambetti, Islamici, ISIS, terroristi

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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