Variati ha fatto Pum
Domenica 22 Luglio 2012 alle 12:20 | 0 commenti
Riceviamo da Adriano Verlato, Vicenza Riformista, e pubblichiamo
Alcuni flash sulla nostra città . Partiamo dai lavori stradali che sono evidentemente necessari dopo tanti anni di incuria da parte dell'amministrazione Hüllweck. Sono anche in dissenso con coloro, alcuni anche della mia parte politica, che volevano utilizzare i soldi dell'autostrada esclusivamente per opere di maggior peso. La manutenzione è importante e strade e marciapiedi ne avevano bisogno.
Sarà , invece, cura di noi cittadini controllare che non vi siano spese con finalità elettorali, cosa non proprio elegante.
E arrivato il PUM, piano della mobilità urbana. Vicenza, di una riorganizzazione della mobilità con tutte le implicazioni sulla qualità dell'aria, ha grande bisogno. Ho cercato di avere una visione generale del piano, ma non ci sono riuscito per la (mia, ndr) difficoltà di lavorare sul computer. Questo incarico è stato affidato ad una ditta di Milano, nemo propheta in patria docet, senza tenere minimamente in considerazione che un piano globale del traffico esiste da un decennio ad opera di Gianni Retis architetto in Vicenza. Forse non era valido? Non credo proprio. Tutti gli incontri che ho fatto personalmente con il pubblico sul tema , sono stati accolti con grande interesse. Ma il sindaco Variati ne era al corrente? Ovviamente sì. Non era stato ancora eletto quando Retis ed io gli sottoponemmo il progetto. Probabilmente la cosa a sfavore fu che l'autorizzazione a realizzarlo sarebbe stata a costo zero. Tornando al Pum Variati, non sarebbe stato male se il Comune avesse realizzato delle dispense del piano per coloro, tra i cittadini, che ne fossero interessati. Cercherò di esaminarlo senza pregiudizi e ne farò ovviamente un'esegesi comparata con quello Retis. Il sindaco dice che il suo piano dovrebbe essere realizzato in dieci anni e che lui lo farà in cinque. Bene, giusto il tempo del suo secondo mandato. Non sarebbe male se il nostro ipotizzasse come intende procedere in questo arco di amministrazione e, magari, lasciando il tempo, a cittadini e giunta, di fare osservazioni in merito.
Il parco della Pace. Nome allettante su cui è difficile non concordare. Sindaco e assessore parlano del progetto con grande ammirazione. Bene, ma vediamo anche qualche altro aspetto. La sicurezza: una sorveglianza soft o inesistente farebbe diventare pericolosa la zona e il parco si trasformerebbe in territorio per sbandati. Il Campo Marzo è al centro della città ed è la prima cosa che i viaggiatori si trovano davanti al loro arrivo in stazione. Nonostante questo, non è tenuto e manutenuto come si dovrebbe e la sicurezza è precaria. Per rendersene conto basta passarci e guardare. Questo nuovo ampio spazio diventerà un problema? Allora non se ne dovrebbe fare nulla? Per carità , evviva i parchi e i giardini, ma curiamoli e sorvegliamoli come necessario.
Rotatorie. Ovviamente le utilizzo come pedone, automobilista (poco) e, soprattutto, come ciclista. Attorno a questi strumenti, utili nella sostanza, c'è comunque un uso spesso distorto. Precedenze, segnalazioni, spazi per biciclette sono lasciati alle interpretazioni degli utenti, ovviamente soggettive e quindi pericolose. Faccia il Comune, anche se con grande ritardo, un'opera di chiara diffusione delle norme di utilizzo e le renda note alla cittadinanza in ogni modo possibile.
Bretella Costabissara. Quest'opera, senza dubbio necessaria, nel suo percorso scelto (km 5.200) ha visto un lievitare dei costi che superano i 70 milioni . La situazione contingente ne rende pressoché cancellata l'attuazione. Non sarebbe il caso, con un po' di onestà intellettuale da parte dei preposti, di riprendere in mano la versione Mattiello con un percorso di km.3,5 e con costi di denaro e territorio notevolmente inferiori? Perché non incominciare anche da noi a fare le cose più giuste indipendentemente dalla loro provenienza?
Nuovo stadio. A parte il fatto che, a quel che risulta, le condizioni concesse dal Comune ai privati sono troppo favorevoli agli stessi, non sarebbe il caso, con un po' di realismo e onestà intellettuale, di cassare l'idea di uno stadio da 25.000 persone per un futuro del Vicenza che sarà sempre più incerto e di categoria irrilevante? E visto che l'idea del circense è quello che sorregge tutta l'operazione, non converrebbe rivedere tutto il piano?
Molte altre cose che riguardano la nostra città dovrebbero essere valutate con attenzione, ma non volendo abusare della pazienza del lettore, gli diamo appuntamento per una successiva disamina.
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