Variati e l'accoglienza: cose e frasi di cui vergognarsi
Lunedi 16 Maggio 2011 alle 21:15 | 1 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS - Ho letto con stupore e amarezza l'articolo di VicenzaPiù sulla conferenza stampa del sindaco Variati, Rolando (pres. IPAB) e Galvanin (pres. ANA). Ci sono troppe cose a dir poco discutibili. Cose e frasi di cui vergognarsi. Arrivano 25 persone in fuga da una situazione insopportabile e Vicenza gli accoglie in questa maniera? Ma dove stiamo arrivando? Il sindaco che informa che i 25 sono tutti in buona salute. Ma, ci informa, verificherà se la salute è veramente buona.
Ci dice, Variati, che la buona salute è condizione necessaria per l'accoglienza. E se risultassero ammalati? Li rispedirebbe al mittente come un pacco postale?
E, poi, nel Salvi (dove verranno "accolti") se ne restino tra loro, non si facciano vedere dagli altri ospiti. Per carità , non si avvicinino alla parte riservata agli anziani. Un regolamento ferreo, scritto apposta, assicura Rolando.
Ma venticinque persone sono forse un pericolo per Vicenza?
Cosa è successo a Variati e Rolando in questi ultimi anni?
Loro che ci parlavano di "accoglienza", di solidarietà , di "integrazione" si sono ridotti a inseguire razzismo e xenofobia di marca leghista ... quanta amarezza.
La cosa che colpisce di più, però, è come vengono considerate queste persone. Quello che traspare dleggendo l'articolo è qualcosa di molto vicino al concetto del "buon selvaggio" di vecchia memoria. C'è un senso di spocchiosa "superiorità " verso qualcuno (o qualcosa) che viene considerato "inferiore". A questi profughi dobbiamo insegnare tutto. A come comportarsi, a non fare rumore, a lavarsi. Non si possono trattare persone come fossero esseri incivili. Quando arriveranno, invece, saranno loro a insegnerci molto, ne sono sicuro. Ci racconteranno le loro storie, la loro cultura, le loro sofferenze. In poche parole ci insegneranno l'umanità che qualcuno sta perdendo per assicurarsi qualche poltrona alle prossime elezioni. E questo è il triste declino della solidarietà e della politica fatta per tornaconto personale. La "questione morale" appunto.
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