Università, Giacon: no mance a ricercatori
Martedi 5 Ottobre 2010 alle 18:22 | 0 commenti
Paolo Giacon, Partito Democratico - Per i democratici tre modifiche necessarie: governance, fondo per il merito, precarietà .
"Riformare il sistema universitario non può essere scambiato per una maratona pre-elezioni, dove le cose vengono fatte in fretta, il più in fretta possibile solo per un palese scopo elettorale.
La maggioranza di centrodestra dimostra arroganza, autosufficienza ed autoreferenzialità quando dice di voler approvare il prima possibile la legge di riforma dell'università alla Camera dei Deputati. Non ci stupiremmo se il Governo decidesse di approvarla a colpi di fiducia. Gli Atenei, i rettori i ricercatori, gli studenti ed i docenti protestano e la risposta del Governo qual è? Un'accelerazione ingiustificata dell'iter in commissione".Paolo Giacon, responsabile regionale Università del Partito Democratico del Veneto, interviene sul rischio di discussione e di accelerazione alla Camera del provvedimento Gelmini. "La fretta è cattiva compagna: la riforma andrebbe condivisa, discussa e ponderata. Non è possibile liquidare il progetto di legge in poche sedute di commissione o in pochi minuti di dibattito parlamentare." Afferma il dirigente democratico. "E' assurda - aggiunge Giacon - anche l'idea della Gelmini di "comprare" i ricercatori che attualmente protestano e hanno bloccato la didattica in numerosi Atenei, proponendo l'istituzione di una mancia di 150 euro mensili per convincerli a svolgere la didattica. Invece che alle mance, il ministro non dovrebbe dormire la notte pensando ai tagli pesantissimi che il vero ministro dell'Università , Giulio Tremonti, ha imposto negli ultimi anni".
"Gelmini - puntualizza Giacon -dimostra di non aver capito le ragioni profonde del malessere degli Atenei. Dovrebbe pensare a riformare lo status giuridico di ricercatori e docenti invece di elargire mance. E non ha capito che solo tre modifiche fondamentali potrebbero calmare la protesta: modifica della governance, modifica o abolizione del fondo per il merito (non è giusto che questo non sia collegato anche al reddito) ed infine eliminazione di forme eccessive e degenerate di precariato universitario. E naturalmente la restituzione dei tagli alle università virtuose". La maggioranza di centrodestra dimostra arroganza, autosufficienza ed autoreferenzialità quando dice di voler approvare il prima possibile la legge di riforma dell'università alla Camera dei Deputati. Non ci stupiremmo se il Governo decidesse di approvarla a colpi di fiducia. Gli Atenei, i rettori i ricercatori, gli studenti ed i docenti protestano e la risposta del Governo qual è? Un'accelerazione ingiustificata dell'iter in commissione".
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