Unicredit e Intesa confermano investimento di 1 miliardo in fondo Atlante per salvare BPVi e Veneto Banca
Venerdi 15 Aprile 2016 alle 09:41 | 0 commenti
Parla chiaro Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri: con la creazione del fondo Atlante «è finita la cuccagna» da parte degli speculatori «di portare via le nostre sofferenze al 18-20%», e così di «fare l’affare del secolo». Il riferimento è ai fondi speculativi che hanno proposto — vedi Apollo su Carige, o Fortress su Popolare di Vicenza — di rilevare i crediti in sofferenza delle banche a una valorizzazione molto bassa, prossima a quella cui sono state valutate le sofferenze delle quattro banche saltate. E dunque a valori molto lontani da quelli medi di carico degli istituti, attorno al 40%.
Il veicolo, da 4-6 miliardi, dovrebbe aiutare adesso a smobilizzare le sofferenze ai valori di bilancio, dunque senza procurare perdite alle banche. E grazie alla possibilità di indebitamento, come ha spiegato a Class-Cnbc il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, «l’effetto-leva secondo noi potrà arrivare ad almeno 50 miliardi» di sofferenze lorde cancellate dai bilanci delle banche, su un totale di 200 a livello di sistema. Ma le stime più ottimistiche arrivano a 80-100 miliardi.
Guzzetti ha anche spiegato che «l’idea dello strumento per le banche nasce in Cdp», che ha lavorato con «il ministro Padoan e il governatore della Banca d’Italia. E devo dare atto all’a.d. di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina perché ha svolto un ruolo importante per fare in modo che l’intervento non fosse solo per salvare le banche in difficoltà ». Intesa Sanpaolo ha detto mercoledì di partecipare fino al 20% del fondo, fino a 1 miliardo di euro, e lo stesso ha chiarito ieri Unicredit all’assemblea sul bilancio. Il riferimento di Guzzetti era innanzitutto per l’aumento di capitale, considerato a rischio, della Popolare di Vicenza da 1,5 miliardi (garantito da Unicredit) e a quello di Veneto Banca da 1 miliardo (garantito da Intesa Sanpaolo). Ieri il ceo di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha detto che la banca farà di tutto perché l’operazione della Vicenza «vada a buon fine» ma che comunque il fondo potrà rilevare le quote inoptate, anche in maggioranza. Ghizzoni è d’accordo con Guzzetti che il fondo è importante soprattutto «per attaccare il tema delle sofferenze: se si riducono i 200 miliardi di euro ne beneficiamo tutti». Una delle regole del fondo, ha spiegato Ghizzoni, è che nell’acquisto delle sofferenze saranno privilegiate le banche che sono entrate in Atlante, e che la stessa Unicredit è interessata a cedere crediti deteriorati. Stessa cosa per Mps — anch’esso ieri in assemblea. Lo hanno chiarito il presidente Massimo Tononi e il ceo Fabrizio Viola. «Operazione corretta» l’ha definita anche Giuseppe Castagna, ceo di Bpm, al forum Banche e Imprese del Sole 24Ore. Intanto ieri il gestore del fondo, Quaestio sgr di Alessandro Penati, ha comunicato di avere già raggiunto «un numero importante di pre-adesioni» e che l’avvio di Atlante è atteso «in tempi brevi».
Di Fabrizio Massaro, da Il Corriere della Sera
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