Un socio BPVi: senza VicenzaPiù saremmo con una fetta di salame sugli occhi! E il GdV "sbaglia" ancora come documentato da noi e da Il Sole 24 Ore?
Lunedi 17 Ottobre 2016 alle 22:11 | 0 commenti
Buonasera direttore, da quando è scoppiato il caso Popolare di Vicenza ho conosciuto VicenzaPiù ed ho apprezzato il vostro sforzo nel farci comprendere i vari "inciuci" che ci sono nella nostra provincia (prima di tutto quello tra Banca Popolare di Vicenza, Confindustria Vicenza, TVA, Il Giornale di Vicenza, per non parlare dei vari uomini politici). Senza di voi saremmo ancora con una fetta di salame sugli occhi! Voglio darle uno spunto per scrivere un articolo "contro" Il Giornale di Vicenza, che ci ha sempre tenuti all'oscuro di quello che capitava nella nostra Banca. La settimana scorsa sul GdV è comparsa la notizia del possibile ristoro del 10-15% per i soci che hanno comperato le azioni negli ultimi 3-4 anni; peccato che Marino Smiderle si sia dimenticato di indicare che su tale importo i soci dovranno pagare un'imposta sul capital gain del 26%. Perciò i conteggi che il buon Marino ha effettuato sono tutti sballati!
Allego l'articolo di Plus 24* (è l'allegato di sabato 15 ottobre del Il Sole 24 Ore, che, lo evidenziamo orgogliosi al nostro lettore, riportava i commenti su una nota Aduc da noi pubbicata il 13 ottobre, ndr) in cui è riportato cio'. I soci cosi' si troveranno fottuti due volte! Anche l'anno scorso alla Banca Popolare di Marostica abbiamo dovuto pagare dopo aver subito una decurtazione del 25%.
Personalmente io ho venduto quasi tutte le azioni della Banca Popoalred i Vicenza fino al 2012; sono stato fortunato, una voce mi ha informato anni prima della debolezza della Banca ma, ogni volta che inviavo un ordine di vendita, ricevevo una telefonata dall'ufficio soci nella quale mi si diceva che la banca era solida e che non c'era alcun problema. Per fortuna non ho mai cambiato idea.
Ora sono ancora titolare di 107 azioni ed anche per solo queste ho fatto causa.
Buon lavoro e continui così.
Lettera firmata
Di Nicola Borzi, da Il Sole 24 Ore PLus del 15 ottobre, rubrica RISPARMIO E INVESTIMENTI
Azioni, la Vicenza transa sui danni
Per l'associazione Aduc l'offerta non conviene Le possibili alternative
Sono stati circa 43mila i risparmiatori divenuti "spintaneamente" soci della Popolare di Vicenza nel biennio 2013/14, come ricordato più volte da Plus24, nei due aumenti di capitale che portarono gli azionisti da 73mila a circa 116mila. Azionisti che comprarono titoli non quotati e illiquidi, valutati 62,5 euro, che oggi valgono zero. Per quelle vicende l'Antitrust ha multato la banca e le associazioni dei consumatori hanno preparato migliaia di ricorsi per il rimborso di danni per centinaia di milioni. Analogo fato per gli 88mila soci di Veneto Banca: a fine marzo 2.457 di essi chiedevano risarcimenti per 174,7 milioni per le azioni (non quotate e illiquide) tracollate da 39,5 euro a zero. Ora, secondo Anna D'Antuono, legale della associazione Aduc, dalla Popolare di Vicenza sono pervenute le prime indicazioni sul "parziale ristoro" previsto per gli azionisti. Procedura che di sicuro sarà copiata da Veneto Banca. È prevista un'offerta pubblica di transazione pari al 20% della perdita (la BPVi parla di 10-15%, ndr). La motivazione è che l'investimento in azioni è, in ogni caso, a maggiore rischio. Si tratta nella sostanza di un tavolo di conciliazione dove però ogni caso dovrebbe venire valutato a sé, mentre qui si ha un'offerta uguale per tutti. Aduc valuta negativamente la proposta.
La banca renderà nota l'offerta contenente tutti i dettagli: chi potrà aderire soggetti istituzionali e clienti professionali esclusi), l'importo esatto che spetta (probabilmente saranno stornati dalla somma i dividendi incassati), la procedura di adesione, i tempi, l'esborso massimo per la banca. Chi aderisce, ricorda D'Antuono, rinuncia a qualsiasi altra pretesa verso la banca. L'importo pagato dalla banca sarà poi assoggettato all'imposta sul capital gain in base all'articolo 6, comma 2 del Testo unico delle imposte sui redditi. Il cliente pagherà quindi il 26% dell'importo, trattenuto direttamente dalla banca anche come compensazione di precedenti minusvalenze. Chi non aderirà all'offerta potrà invece procedere per vedersi riconoscere il risarcimento del danno anche attraverso la segreteria dell'Arbitro per le controversie finanziarie (Acf) in corso di istituzione da parte della Consob, del quale manca solo la nomina del Collegio. L'Acf, competente fino a 500mila euro per ciascun soggetto, dovrebbe essere attivo da gennaio e se il ricorso alla Consob dovesse andare male, sarà sempre possibile intentare causa. Chi ha danni di importo superiore farà bene ad avviare il tentativo obbligatorio di mediazione per guadagnare tempo, conclude D'Antuono.
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