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Un bacino ci salverà. Purchè senza buchino

Di Edoardo Andrein Giovedi 6 Febbraio 2014 alle 12:29 | 0 commenti

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Vicenza e il Veneto finiscono ancora una volta sott’acqua. Le piogge in questo inizio di febbraio hanno costretto di nuovo paesi e città a lanciare lo stato di allarme e le richieste di emergenza. Campagne allagate, sfollamenti di persone nei paesi lungo il Bacchiglione e affluenti come il Retrone a Vicenza che minacciano di uscire dagli argini. “Il bacino di Caldogno è l’unica salvezza” ripete il sindaco del capoluogo berico Achille Variati, con un misto di speranza e impotenza di fronte al dissesto idrogeologico del territorio in atto.

Peccato che quando il bacino di Caldogno e le altre casse di espansione già previste in tutto il Veneto saranno pronte, non ci sarà da stare tranquilli lo stesso.

Basta dare un’occhiata a una delle notizie giunte dall’Emila-Romagna alluvionata qualche settimana fa: l’allarme l’ha lanciato la Gazzetta di Modena attraverso un video esclusivo che mostrava una fuoriuscita (nella foto un fermo immagine) nella cassa di espansione del Panaro a Modena, un costante flusso d'acqua che usciva in un punto fondamentale, considerato tra i più forti nelle costruzioni di queste strutture, ovvero fra l'attacco della diga e la “spalla”.

Un'infiltrazione nel cemento armato che pensando ai milioni di metri cubi d’acqua contenuti nel bacino fa salire alla mente tragedie come il Vajont, simbolo di opere pubbliche disastrose.

Poi basta tornare con la memoria alle recenti infiltrazioni che hanno interessato gli impianti di sportivi a Vicenza, dopo lunghi lavori di ammodernamento pubblici, per non avere la certezza che il bacino ci salverà.

L’importante è non imbattersi in geologi e ingegneri in stile Vajont per i quali, nonostante le numerose stranezze segnalate, non c’era alcun problema.

D’altronde non ci si può fissare sempre sul buchino.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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