Turra sull'occupazione Ipab: "che vadano da Bramasole"
Giovedi 10 Dicembre 2015 alle 17:48 | 1 commenti
Il rumore attorno alla questione Ipab e Bramasole non accenna a diminuire. Stamattina una nuova ondata di proteste da parte del sindacato USB e dei lavoratori ha evidenziato il fatto che gli stipendi di sessantaquattro dipendenti non si vedono da ottobre. La posizione di Ipab in merito "è molto chiara e semplice", ci spiega Lucio Turra, presidente CDA Ipab. "Ipab non ha alcun rapporto con i dipendenti assunti da Bramasole, e spetta alla cooperativa pagarli. Io posso solo esprimere la mia solidarietà a loro, che sono gli unici a rimetterci veramente, ma noi non abbiamo alternative. È Bramasole a doverli pagare, che vadano a occupare la loro sede a Padova."
Bramasole non paga i dipendenti, cosa che dovrebbe fare con il pagamento di Ipab, che è stato sospeso per via del contenzioso tra le due realtà . Ipab dal suo canto non può pagare Bramasole (a cui i soldi li sta chiedendo, invece) e nemmeno i dipendenti senza rinunciare al contenzioso. In tutta questa bagarre e rimetterci davvero sono i lavoratori, che sono davvero senza stipendio.
Turra manifesta solidarietà , ma rimarca il fatto che "nessuno è autorizzato a tirare fuori un euro finché non avremo risolto il contenzioso con Bramasole. Se poi ci sarà da pagare qualcosa, pagheremo il dovuto. Ma il danno che ha fatto Bramasole alla nostra società si aggira sull'ordine di grandezza dei milioni di euro, non possiamo continuare a pagare la loro inefficienza. Anche perché hanno messo a rischio la salute degli ospiti delle nostre strutture, che rappresentano la nostra priorità ."
Duro anche l'attacco ai sindacato Usb: "Devono smetterla di agire solo per il clamore mediatico. Non possono continuare a imputare a Ipab responsabilità che non le competono. I dipendenti erano assunti da Bramasole, che vadano a occupare la loro sede, senza venire a disturbare noi e gli ospiti delle strutture. Non posso permettere che si arrechi ulteriore fastidio a loro. Senza contare che ci sono modi molto più civili di risolvere i problemi, come ad esempio il dialogo. Noi siamo veramente stanchi di questa storia, abbiamo agito sempre secondo la legge, nel massimo rispetto dei nostri ospiti e per il bene dei vicentini, e ne abbiamo ricevuto un danno d'immagine ed economico incalcolabile."
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Ora si pensi ad una politica per i giovani, che devono poter costruire il futuro su quanto resta.