Tribunale, Cgil Cisl e Uil: giustizia negata anche per i lavoratori, non solo per le imprese!
Giovedi 13 Febbraio 2014 alle 18:24 | 0 commenti
Marina Bergamin, Gianfranco Refosco, Grazia Chisin CGIL CISL UIL Vicenza - A dicembre 2012 scrivemmo al Presidente della Corte d'appello di Venezia, al Presidente del Tribunale di Vicenza, al Procuratore della Repubblica, al Consiglio superiore della Magistratura e al Sindaco di Vicenza denunciando le carenze di organico del tribunale di Vicenza, l’insufficienza dei giudici del lavoro e l’impossibilità di garantire giustizia ai cittadini e, per quanto ci riguarda in specifico, ai lavoratori vicentini.
Ricorsi di lavoro presentati nel 2011 vedono la prima udienza fissata a fine 2014; cause avviate oggi vengono messe a calendario a distanza di mesi e mesi.
La sezione rimane ancora gestita da due Giudici che si trovano con un carico di lavoro arretrato di oltre 2.600 contenziosi aperti, numero di gran lunga superiore alla media dei Tribunale italiani. Va sottolineato che Vicenza è la terza provincia del Veneto per numero di addetti alle imprese e che i Giudici del lavoro di Venezia sono 5, Verona 4, Padova 4, Treviso 3.
Non si tratta però solo di giudici. L’organico che si attestava prima dei tagli lineari al personale della pubblica amministrazione attorno alle 128 unità , è oggi quasi dimezzato e sostenuto da 23 volontari. In sostanza, in quattro anni, il Tribunale di Vicenza ha subito un taglio organico ingentissimo e che va recuperato.
Questo stato delle cose mette in discussione il principio Costituzionale del giusto processo e la sua ragionevole durata previsti dall’art. 111 e uno dei fondamenti della legge che regola il processo del lavoro, la n. 533/73 che prevede, per tale materia, un rito speciale al fine di garantire: concentrazione degli atti, oralità , immediatezza per una maggiore celerità nella sua definizione.
Tutto ciò rischia di penalizzare le lavoratrici e i lavoratori, che già stanno pagando sulla loro pelle il peso della crisi economica, e rischia di premiare e incentivare le imprese che agiscono fuori dal perimetro della regolarità e della legalità e penalizzano le aziende sane.
Facciamo appello a tutti gli attori sociali ed economici per fare fronte comune contro quella che si configura come una vera e propria ingiustizia soggettiva oltre che un grave danno economico collettivo.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.