Antonino Pipitone consigliere regionale IdV - «Cosa vuol fare la Regione per tutelare i pendolari delle tratte ferroviarie interregionali, in particolare quelli delle province di Verona e Vicenza? Chiedo al presidente Zaia ed all'assessore Chisso se, dopo le sacrosante polemiche che hanno seguito la scelta di sopprimere le coppie di treni regionali veloci Venezia-Milano, vogliono tornare sui loro passi, ripristinando i treni cancellati». Così il capogruppo regionale di Italia dei Valori Antonino Pipitone.
, presenta l'interrogazione dal titolo “Treni regionali veloci Venezia-Milano: dopo la rivolta di pendolari, sindaci e parlamentari la Regione cosa intende fare?â€, depositata oggi e firmata anche dal suo collega di partito Gennaro Marotta.
«Ci uniamo alle iniziative dei pendolari, dei sindaci e dei parlamentari – prosegue Pipitone – per protestare contro questa scelta, davvero inaudita. Altro che miglioramento del trasporto ferroviario per i pendolari. La decisione (tutta veneta, che ha destato perplessità e polemiche accese anche in Lombardia) di tagliare i treni regionali che collegavano Venezia con Milano, e quindi soprattutto il veronese e il vicentino con la zona del Lago ed il bresciano, tratte utilizzate da moltissimi pendolari, mette il cappio al collo a chi utilizza il treno per andare al lavoro o all'università . Li priva di un servizio essenziale, molto apprezzato, e li costringe, in pratica, ad usare le “Frecce biancheâ€, con un aumento vertiginoso del costo del biglietto».
«La linea Venezia-Milano sarà spezzata in due tratte. Da Venezia a Verona Porta Nuova ci saranno i treni regionali veloci veneti. Sulla Verona-Brescia-Milano i convogli lombardi. I passeggeri dovranno quindi scendere e cambiare, sperando nelle coincidenze puntuali e negli stessi tempi di percorrenza. Una chimera».
«Verona Porta Nuova diventa la linea Maginot del trasporto pubblico locale su rotaia. Inoltre – conclude Pipitone - pendolari e studenti che abitano in provincia dovranno sobbarcarsi tempi e costi aggiuntivi per arrivare dove fermano le “Frecceâ€, visto che stazioni come San Bonifacio non bastano più per le loro necessità ».
Di seguito il testo integrale dell'interrogazione di Pipitone:
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CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
NONA LEGISLATURA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA N.
TRENI REGIONALI VELOCI VENEZIA-MILANO: DOPO LA RIVOLTA DI PENDOLARI, SINDACI E PARLAMENTARI LA REGIONE COSA INTENDE FARE?
presentata il 29/07/2013 dai Consiglieri Pipitone e Marotta
Premesso che:
- in queste settimane l’Assessore regionale alla mobilità , insieme alla responsabile della direzione regionale di Trenitalia, sta presentando, con incontri in tutte le province venete (il primo incontro si è tenuto il 16 di luglio a Verona, l’ultimo sarà a Belluno, il primo di agosto), il piano per la mobilità ferroviaria connesso all’introduzione dell’orario cadenzato (ovvero con frequenze orarie e mnemoniche). Il nuovo orario entrerà in vigore in tutta la Regione il 15 dicembre (e durerà 12 mesi, non più 6). Gli amministratori locali avranno solo due settimane, dopo la fine degli incontri, per inviare le proprie osservazioni in Regione;
- secondo l’annuncio, a margine del primo incontro a Verona, dello stesso Assessore alla mobilità : “Siamo di fronte ad una nuova filosofia della mobilità pubblica, all’interno di un sistema integrato al cui centro ci sono le esigenze degli utenti, dei pendolari, dei lavoratori, degli studenti, (…) con un sostanziale miglioramento del servizio regionaleâ€;
- già in quella occasione le polemiche non sono mancate, provocando una vera e propria insurrezione tra i pendolari che hanno appreso la notizia sui giornali. Gran parte delle critiche di merito, piovute sul progetto, riguardano il collegamento interregionale con la Lombardia. Secondo il nuovo piano infatti, a Verona ci sarà la cosiddetta “rottura di caricoâ€. Tradotto in termini più comprensibili: saranno soppresse le quattro coppie di regionali veloci che, ad oggi, collegano direttamente Venezia con Milano. La linea Venezia-Milano sarà infatti spezzata in due tratte. Il servizio sarà svolto dai treni regionali veloci veneti (che vengono aumentati di numero rispetto al vecchio orario) fino al capolinea di Verona Porta Nuova, e dai convogli regionali veloci lombardi di Tre-Nord sulla Verona-Brescia-Milano. I passeggeri dovranno quindi scendere e cambiare, sperando nelle coincidenze puntuali e negli stessi tempi di percorrenza (così come annunciato).
Premesso altresì che:
- in realtà questa decisione comporterà , all'atto pratico, la sola possibilità di utilizzo delle “Frecce bianche†ovvero treni eurostar city con tariffazione base ben più alta (circa il doppio di quella dei regionali veloci), se non si vuole cambiare treno a Verona Porta Nuova, novella linea Maginot del trasporto pubblico locale su rotaia. Inoltre, se i residenti che non partono dai capoluoghi di provincia dove fermano le frecce di Trenitalia, vorranno andare a Milano (o a Venezia, o in qualche altro punto intermedio della cosiddetta macroregione del Nord, come oggi è possibile fare con i regionali veloci) dovranno sobbarcarsi tempi e costi aggiuntivi attraverso collegamenti secondari. Il problema sarà particolarmente sentito per i pendolari dell’est veronese, che ogni giorno si dirigono verso il lago o nel Bresciano, che saranno costretti ad un cambio nel giro di pochi km. Secondo Trenitalia è allo studio una sorta di deroga alla “rottura di caricoâ€, che comporterà il prolungamento di alcuni degli attuali regionali lenti da Venezia a Verona fino a Desenzano o a Brescia, soprattutto nelle ore di punta del mattino. Di concreto, però, non c’è finora nulla.
Considerato che:
- i sindaci di Vicenza e Verona si sono subito mobilitati contro questa decisione. Con una dichiarazione congiunta alla stampa hanno detto: “La decisione della Regione Veneto e Trenitalia causerebbe gravi danni ai viaggiatori, in particolare ai pendolari, in un periodo già molto difficile per la crisi economica. Se venisse confermata rappresenterebbe un decadimento inaccettabile del servizio: chiediamo quindi alla Regione Veneto e a Trenitalia di mantenere i treni interregionali per non creare gravi disagi ai viaggiatoriâ€;
Considerato altresì che:
- la scelta della Regione Veneto ha causato malumori anche in Lombardia: uno studio della Regione sta valutando la possibilità di fermare i treni lombardi a Desenzano. L’Assessore regionale ai trasporti lombardo ha dichiarato di non essere stato affatto coinvolto in questa decisione, che è stata presa dal Veneto del tutto unilateralmente. E’ stata anche presentata un’interrogazione al Consiglio regionale della Lombardia in cui si chiedono, all'Assessore competente, lumi sull’intera vicenda e quali iniziative si intendono intraprendere a tutela dei pendolari bresciani e bergamaschi, sottolineando la necessità di sviluppare un tema fondamentale come quello dei trasporti ferroviari in un’ottica macroregionale;
- alcuni parlamentari veronesi hanno presentato un’interrogazione al Governo, chiedendo di istituire con urgenza un tavolo ministeriale.
I sottoscritti consiglieri
interrogano la Giunta regionale
per conoscere quali iniziative voglia intraprendere per tutelare i pendolari ferroviari delle tratte interregionali (in particolare delle province di Verona e Vicenza) e se, di fronte alle molte e circostanziate polemiche conseguenti alla soppressione delle coppie di treni regionali veloci in oggetto, intenda valutare la possibilità di annullare questa scelta, ripristinando i treni cancellati.