Quotidiano | Categorie: Politica

Tre riflessioni sulla situazione della nostra povera patria

Di Giorgio Langella Mercoledi 1 Ottobre 2014 alle 23:06 | 0 commenti

ArticleImage

La situazione di profonda crisi nella quale versa il nostro paese (che non è solo economica ma soprattutto sociale, politica e morale) non è dovuta alle tutele che i lavoratori hanno conquistato con le lotte di qualche decennio fa e che progressivamente sono stati svuotati dai governi liberisti che si sono succeduti.

È, in grande misura, colpa di quei capitalisti cialtroni che hanno evaso le tasse, corrotto i politici a loro asserviti, licenziato i lavoratori che chiamano "esuberi", chiuso le attività produttive per delocalizzare, trasferito investimenti dalla produzione alla finanza e alla speculazione, approfittato delle regalie di governi complici non per incentivare e sviluppare il lavoro ma solo il loro conto in banca. È, poi, colpa di quei politicanti, spesso mediocri e in malafede, che hanno privatizzato qualsiasi cosa distruggendo il tessuto produttivo strategico della nazione. La crisi non è colpa dei diritti che dovrebbero essere uguali per tutti (e non tolti a chi ancora li ha) ma dei privilegi di quella esigua minoranza quasi sempre parassitaria che possiede la maggioranza della ricchezza del nostro paese.

Ogni tanto si leggono sui giornali titoli veramente stupefacenti. Le notizie che seguono, abitualmente riferiscono della grandezza di un Renzi che soffre di fronte alle ingiustizie che subiscono i lavoratori. Uno pensa che la giustizia invocata dal presidente del consiglio significhi estendere i diritti a chi non li ha e dare più soldi ai lavoratori per vivere un po' meglio ... ma non è così. Di estendere i diritti neppure parlarne, meglio ridurli a chi li ha. Dare più soldi ... meglio annunciare qualcosa che può essere eclatante ma che non sposta nulla se non in peggio. Annunciare e vedere l'effetto che fa. E da qui deriva l'ultimo spot di Renzi: l'annuncio (ormai è arrivato ad annunciare la promessa di un futuro annuncio) che, forse, potrebbe essere possibile mettere in busta paga 100 euro in più (dopo i famigerati 80 di qualche mese fa) ogni mese. Uno si pone domande su come sia possibile. Diminuendo le tasse per i salari più bassi? Aumentando i salari stessi? No, nulla di tutto ciò. La soluzione sarebbe quella anticipare il TFR, o parte di esso, nella paga mensile. Dare, cioè, ai lavoratori dipendenti quello che già hanno. Perché il TFR appartiene già ai lavoratori, è un loro salario differito, accantonato per quando finiranno di lavorare perché vanno in pensione o cambiano posto di lavoro. Ma Renzi è un genio nell'arte della réclame. Supportato da un'informazione nazionale, ormai diventata una fastidiosa e malinconica arma di propaganda del regime, fa credere qualcosa che non è vera. Fa apparire come aumento in busta paga quello che già i lavoratori percepiscono. La differenza è che lo avranno, secondo Renzi, a rate ogni mese. In questa maniera, quando finiranno di lavorare, riceveranno una misera elemosina. Intanto pagheranno, su questa parte del TFR, le tasse con l'aliquota più alta e pagheranno i ticket sanitari che sono diventati proibitivi, i servizi sociali erogati dai privati perché quelli pubblici non ci sono più, le varie assicurazioni private che verranno incentivate e di fatto imposte per nascondere il calo delle pensioni future (se mai ci saranno). Nella testa di Renzi lo Stato se ne potrà lavare le mani e, con un giochino molto simile a quello delle tre carte, salari e stipendi sembreranno più alti. Ma sarà una semplice sensazione, pura apparenza, perché la realtà sarà completamente diversa. E molto più dura di quella, pur tragica, che stiamo vivendo.

Qualche giorno fa, in direzione del PD, Renzi ha affermato che il lavoro non è più un diritto ma un dovere. Ci ha lasciato tutti nel dubbio. Cosa voleva dire? Che c'è stata una trasformazione in peggio del lavoro e che bisogna ridare a questo la dignità di tornare ad essere il primo diritto costituzionale? Che garantire il lavoro è un dovere della Repubblica? Oppure che i cittadini non hanno il diritto ma il dovere di lavorare? Penso, anche ascoltando altre sue affermazioni, che la terza domanda sia la vera interpretazione del "pensiero" renziano. Se così fosse, abbia il coraggio di andare fino in fondo e ci dica che se il lavoro è un dovere, allora è il lavoratore che deve pagare il padrone per lavorare. Il lavoro, per Renzi, non è un diritto e non è neppure più una merce. È una punizione da espiare, una specie di tassa da pagare. Che lui, in base alla sua storia lavorativa praticamente vuota, non avrebbe, per altro, mai pagato.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network