Trasporto pubblico locale, al via raccolta firme giovani democratici contro tagli regionali
Sabato 19 Febbraio 2011 alle 16:42 | 0 commenti
Giovani Democratici, Partito democratico - Una mobilitazione nelle istituzioni e nel territorio, per fare argine contro i tagli al trasporto pubblico locale decisi dal Governo e dalla Regione Veneto. È quanto ha presentato il Partito Democratico di Vicenza nella conferenza stampa svolta questa stamina.
"Il quadro della situazione regionale per il Trasporto Pubblico Locale - ha ricordato il consigliere regionale Stefano Fracasso - è e resta preoccupante. Ad oggi il taglio resta del 26%. Un colpo letale alla continuità del servizio. E nemmeno il previsto recupero di circa 40 milioni di euro basta per correggere la situazione attuale. La nostra posizione è quella delle aziende di trasporto regionali: il taglio non può andare oltre il 4%".
"Il Pd - ha spiegato Fracasso riferendosi alla battaglia in aula sul bilancio - non farà ostruzionismo, ma su 5 questioni ha una contromanovra: sociale, trasporti, territorio, scuola e formazione, lavoro. E il decreto mille proroghe non offre soluzioni su nessuno di questi punti".
Un giudizio duro, quello di Fracasso, condiviso da Giacomo Possamai, coordinatore provinciale dei Giovani Democratici: "Per Vicenza - ha dichiarato - i tagli attualmente previsti rischiano di minare il diritto allo studio, con tagli al numero delle corse o rincari del costo dei biglietti. È a rischio, come ricordato dal presidente delle Ftv Valter Baruchello, la continuità del servizio per 2 o3 mila studenti. È da questo che parte la mobilitazione dei Giovani Democratici che promuoveranno una raccolta firme in tutte le scuole superiori della provincia".
Appoggio alla mobilitazione dei Giovani Democratici è stato espresso in una lettera al loro coordinatore dei consiglieri provinciali Matteo Quero e Ugo Retis, che richiamano l'attenzione anche sul ruolo della Provincia. "A fronte di minori risorse, la Provincia avrebbe potuto regolare il bonus sugli abbonamenti in base agli scaglioni di reddito. E invece, a precisa proposta del Pd, la Giunta Schneck ha opposto un netto rifiuto. Se si sommano queste cifre e queste scelte all'abolizione regionale dell'addizionale Irpef per il redditi superiori ai 30 mila euro annui, il quadro è chiaro: per il centrodestra la crisi la devono pagare i più deboli".
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