Transazione, azione di responsabilità e capacità di Fabrizio Viola si incrociano nel salvataggio di BPVi e Veneto Banca
Martedi 17 Gennaio 2017 alle 13:28 | 0 commenti
In questo periodo è massima l'attenzione sul salvataggio delle due ex Popolari venete intrapreso dal suo nuovo management che ruota intorno a Fabrizio Viola, scelto dal socio di fatto unico, il Fondo Atlante, che lo ha nominato ad di Banca Popolare di Vicenza e presidente del comitato esecutivo di Veneto Banca, salvataggio per il quale è preliminare ai previsti consistenti tagli dei costi e all'immissione altrettanto pesante di nuovi capitali, almeno 3.5 miliardi, il successo della proposta di transazione avanzata a 94.000 soci della banca vicentina e a 75.000 di quella montebellunese. Ci arrivano in quest'ambito due note, una da Riccardo Federico Rocca dell'omonimo studio milanese e l'altra da un lettore affidabile che preferisce mantenere pubblicamente l'anonimato ma che ci gira, facendolo suo, il commento che circola in ambienti vicentini qualificati su un articolo di Lettera 43.
Se Rocca si sofferma decisamente sullo "stato di avanzamento" dell'azione di responsabilità deliberata il 3 dicembre 2016 nei confronti di chi ha gestito l'Istituto di via Btg. Framarin con "estensione a tutti gli anni fino a maggio 2015 e a possibili revocatorie" come da sintesi fatta da Alessandro de Nicola per Quaestio ma con un "salvacondotto" di fatto per il periodo di coesistenza tra Gianni Zonin e Francesco Iorio, osteggiato da gran parte di chi nell'assemblea specifica rappresentava i vecchi ma ora estremamente minoritari 118.000 e passa soci, il lettore allarga il discorso intorno all'argomento salvataggio facendo riferimento anche alle qualità , alle funzioni e alla storia del nuovo ad vicentino.
Eccco di seguito i due interventi, a partire da quello di Rocca, che contengono alcune osservazioni che avremmo fatto anche noi.
Egr. direttore, all'assemblea del 13 dicembre 2016 della Banca Popolare di Vicenza ero intervenuto sottolineando che non basta deliberare un'azione di responsabilità , ma è necessario darvi attuazione. In questa fase di diffuso buonismo nei confronti dei due istituti di credito, riterrei pertanto quantomai opportuno che si chieda ufficialmente se gli atti di citazione siano già stati notificati e se le banche abbiano già dato avvio alle conseguenti azioni cautelari (ovvero richiesta di sequestri e, se necessario, di revocatorie). Ove la risposta sia attendista (i nostri avvocati stanno lavorando), si denunci tale comportamento. Poichè la vicenda in esame attiene sia profili economici sia di dignità personale degli azionisti truffati, risulterebbe davvero offensivo il mancato esercizio dell'azione di responsabilità nei termini di un massimo rigore nei confronti dei soggetti già individuati. Il dott. Fabrizio Viola non può vantare un pregresso tranquilizzante poichè negli oltre quattro anni trascorsi come AD di Monte dei Paschi di Siena- oggi a un passo dal default e con un carnet di illeciti certo non minore delle popolari venete - le uniche azioni risarcitorie avviate furono quelle nei confronti di Nomura e Deuschte Bank ovvero di giapponesi e tedeschi, oggi entrambe transate (che invero coinvolsero anche l'ex presidente Mussari e l'ex dg. Vigni). Mentre il dott. Viola ben si guardò dall'arrecare disturbo alcuno al groviglio di interessi locali, quelli sì responsabili dei 50 miliardi di euro di sofferenze che hanno affondato l'istituto. Cordialità .
Federico Riccardo Rocca
Ed ecco quanto ci arriva tramite il nostro "lettore assiduo" su tesi che di fatto abbiamo già fatte nostre ma che, messe in ordine, aiutano a ragionare su un passaggio epocale per quel che resta della finanza vicentina e, visto il ruolo allargato di Viola, veneta.
Ti dico quello che penso, basandomi non solo sulla fantasia. Viola è stato fatto dimettere da JP Morgan, chiamata da Matteo Renzi a prendere in mano l'aumento di capitale. Viola, per quello che conosco, è persona corretta. Padoan da solo non lo avrebbe mai invitato a lasciare. Verosimilmente JP Morgan voleva un uomo suo per una operazione molto lucrosa se fosse riuscita a concluderla. Per me il fondo del Qatar sarebbe intervenuto se fosse rimasto Renzi con l'approvazione della riforma. Forse mi sbaglio, ma tutta la tempistica sembrava studiata per concludersi dopo un esito positivo del referendum. Detto questo Renzi non aveva piena contezza delle difficoltà dell'operazione e forse neanche Padoan. Forse avevano sottovalutato, come alte voltre, la rigidità della Vigilanza europea e della Commissione. Perché Viola sta a Vicenza è semplice. Lui è una persona di valore, è stato a Vicenza in passato ed è stato in sostanza messo in condizione di andare via da Zonin poco dopo Grassano. Viola a quanto so è amico di Penati da lunga data. I due si stimano. Ce la farà a fondere le due banche e a riportarle a una vita normale? Questo non lo sa nessuno, ma Viola si impegnerà a fondo. Si è portato qualche aiuto e credo anche Ilaria Dalla Riva, una brava e tosta per la gestione organizzativa e del personale.
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