Tosi vuole distruggere Zaia, Alessandra Moretti saprà approfittarne?
Venerdi 6 Marzo 2015 alle 23:42 | 1 commenti
Dunque la vicenda Zaia-Tosi terminerà come altro non poteva finire, e cioè con la decisione di Tosi di distruggere politicamente Zaia facendogli perdere le elezioni regionali in Veneto. I due erano e sono sempre stati politicamente incompatibili, e se l'operazione riuscirà , dopo le elezioni regionali resterà sul campo (per quanto acciaccato) solo un leader del centrodestra: Tosi.
Il sindaco di Verona è uomo di Potere, simile per certi versi a D'Alema, capace cioè di trovare strade tortuose per vincere anche quando perde, e capace di trattare con il presunto nemico in maniera totalmente cinica. Si può stare certi che Tosi, nelle trattative di questi giorni con Renzi, per regalargli la vittoria in Veneto avrà certamente discusso un prezzo che si tradurrà , dopo il voto, in cariche e poltrone di sottogoverno non visibili a occhio nudo, ma certamente importanti per mantenere la sua presa di potere in Veneto. Un Potere che Tosi esercita dalle strade alla sanità , dalle municipalizzate alle banche. Da li Tosi ripartirà per provare a ricostruire una sua forza e diventare presumibilmente il leader del centrodestra veneto, mentre Zaia diventerà un semplice uomo dell'entourage salviniano. Il vero uomo di Salvini in Veneto non è infatti l'attuale governatore, ma Bitonci, uomo altrettanto interessato quanto Tosi a che Zaia esca di scena.
Ma la Moretti ce la farà a vincere le elezioni nonostante Tosi gli abbia spalancato le porte della Regione? La domanda non é banale perché la candidatura dell'Alessandra é diventata giorno dopo giorno sempre più debole (e i sondaggi di favore crescente verso Zaia ne sono stati una testimonianza). La Moretti é una candidata debole perché, da una parte, non le hanno permesso di essere se stessa, cioè quella LadyLike capace di intercettare simpatie trasversali da giornali di gossip, mentre, dall'altra, non é mai stata capace di convincere né i settori produttivi né il suo tradizionale elettorato di sinistra.
La sua situazione é oggi molto simile a quella del Friuli Venezia Giulia di un paio d'anni fa, quando la Serracchiani era percepita nella corsa alle regionali un po' come viene ora percepita la Moretti. E la situazione li fu risolta con la candidatura a Pordenone di un 'vice' in pectore, Sergio Bolzonello, uomo capace di raccogliere consensi e rassicurare il mondo produttivo. E guardando i numeri (risicatissimi) della vittoria di Debora contro Tondo, si capisce quanto Bolzonello sia stato determinante per la vittoria numerica e politica del Pd in quella regione.
Ad oggi un Bolzonello in Veneto non é ancora apparso e chi potrebbe esserlo non si sa. La figura non é facile da individuare, ma dovrebbe essere, a naso, una personalità del tipo Alessandro Vardanega, ex presidente degli industriali della provincia roccaforte di Zaia, relativamente giovane, rassicurante e credibile. Naturalmente il nostro è solo un identikit, ma i toni del discorso tenuto da Vardanega all'assemblea degli industriali di Treviso avevano addirittura fatto ipotizzare a Manildo che Vardanega potesse essere il candidato ufficiale del Pd. Ma Vardanega o non Vardanega, al Pd serve un uomo che abbia quel tipo di passo.
La vittoria per la Moretti, nonostante l'assist di Tosi, non è dunque ancora scontata. Zaia, Con tutti i suoi limiti Zaia rimane ancora un osso duro per il centrosinistra, sia perché ha capacità di sfondamento nell'elettorato davvero notevoli, sia perché il Veneto è la regione ideologicamente e culturalmente più a destra in Italia. Se dunque il Pd non da prova di metter in campo un vice credibile, con la sola LadyLike rischia di essere poco appetibile per il mondo produttivo di questa regione. E Renzi, per quanto stia riscontrando sempre maggiore apprezzamento tra questi mondi, da solo non basta.
di Giorgia Golo, da Venezie Post
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