Tosi e Variati lanciano il polo unico delle fiere Verona-Vicenza
Sabato 22 Novembre 2014 alle 10:21 | 0 commenti
di Angela Pederiva*
Fiere, dopo la guerra fra Padova e Verona sulle bici, le prove di polo veneto tra Verona e Vicenza. A muovere i primi passi sono stati ieri i sindaci di Verona e Vicenza, Flavio Tosi e Achille Variati, azionisti decisivi (il primo col 36%, il secondo che assomma nelle sue mani, essendo anche presidente della Provincia, due quote paritetiche per un totale del 64%) nelle rispettive fiere, ieri sugli schermi di Antennatre.
«Il 2015 sarà l'anno buono per concretizzare. E a quel punto i padovani non potranno che venirci dietro», hanno concordato, rispetto al polo fieristico veneto, i due primi cittadini. Il colpo di scena è maturato nel corso di Xnews, il talkshow condotto dal direttore Domenico Basso. A parlare fin qui di polo Verona-Vicenza erano stati i presidenti delle due fiere, Ettore Riello e Matteo Marzotto. Ora il dialogo sale al livello decisivo degli azionisti di riferimento. In entrambi i casi pubblici, cosa che facilita l'operazione, a differenza di una possibile estensione a Padova, dove, dalla privatizzazione del 2005, la fiera è in mano per l'80% al colosso francese Gl Events. «C'è un problema di governance - ha infatti tradotto Tosi -. Oltre Verona e Vicenza, a Padova comandano i privati. Ma tra me e Achille, se ci fosse da ragionare su un sistema che collabora anziché competere in maniera negativa, lo faremmo. Peraltro collaboriamo già sull'acqua e le multiutilities si parlano, con risparmi di costi».
E «con l'amico Flavio» Variati ha concordato: «Le fiere di Vicenza e Verona stanno facendo passi avanti importanti. Se si mettessero insieme, al di là di una cabina di regia regionale che ci vorrebbe e che non c'è stata, diventerebbero il primo polo fieristico dopo Milano per reddito a metro quadrato. Con una realtà di 120-125 milioni di euro di ricavi, che si posizionerebbe i in un mercato europeo, sarebbe già nato il polo fieristico veneto. A quel punto anche Padova non può che venire lì. Se Padova ha incertezze ci pensi. Noi andiamo avanti».
Ulteriori dettagli su cosa abbiano in testa (un patto tra le due fiere, ad esempio, o soluzioni più avanzate come una holding unica) i due sindaci non ne hanno dati. Ma la base per partire c'è già : «Non ci facciamo concorrenza - ha osservato Variati - siamo complementari. Dobbiamo mettere accanto i punti di forza e rendere economicamente vantaggioso il resto». Su un punto, viste però le dimensioni delle fiere, Variati precisa: «Bisogna ragionare con una governance, in cui non ci siano un vincitore e un vinto ma pari dignità . Penso che il 2015 sarà l'anno buono».
*Da Il Corriere del Veneto
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