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Thibault: perchè la classe operaia non deve aspettare nulla da Tsipras

Di Citizen Writers Sabato 18 Luglio 2015 alle 19:06 | 0 commenti

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Luc Thibault, sindacalista USB

Se oggi conosciamo tutti Alexis è perché ha guidato la sinistra greca verso la ..."vittoria". Non è il momento di chiedersi perché il popolo greco ha voluto seguirlo. Oggi la questione riguarda invece i motivi per cui i lavoratori europei dovrebbe affidare a quest'uomo il compito di rappresentarlo in un'istituzione che non conta niente.

In Europa, le leggi non le fa il Parlamento europeo, bensì la Commissione europea (su istanza dei lobbisti, anche se nella maggior parte dei paesi dell'Unione l'attività di lobby è illegale). Le candidature alla Presidenza della Commissione, poi, le avanza il Consiglio europeo, non il Parlamento. Il Parlamento vota le proposte del Consiglio o quelle della Commissione ma non può proporre un bel niente. E il suo parere non è nemmeno decisivo ai fini dell'approvazione delle leggi. Questa è l'Unione europea. Perciò, se un giorno il vostro Tsipras otterrà la poltrona di Presidente della Commissione europea, sarà grazie ai Consigli dei potenti, non grazie al voto del popolo. E se invece resterà un parlamentare tra tanti, potrà alzare la mano per approvare o disapprovare ma, come gli altri, non conterà niente. È per questo che il nuovo leader della sinistra radicale europea continua a dispensare promesse al grande capitale. Perché quella è la condizione per essere presi in considerazione da chi il potere decisionale ce l'ha veramente. Prima delle elezioni, Tsipras ha fatto tanti sforzi per tranquillizzare i mercati. L'euro non si tocca - ha detto - e i debiti si pagano. Ma, sia chiaro - ha subito aggiunto, sbattendo il pugno sul tavolo - si dilazionano nel tempo! Un vero rivoluzionario insomma. Oggi ci riprova con tutti noi. E i nostri intellettuali, sempre assenti nei luoghi di conflitto in cui i lavoratori lottano per la decenza della vita, scattano a spianargli la strada, ritagliandosi il loro angolino di visibilità politica. Con le stesse promesse al capitale e all'Europa lanciate da Atene: l'euro non si tocca e il debito si paga. Ma .... a rate!" Questo l'abbiamo scritto un'anno fa!

Il nuovo memorandum Tsipras è composto da una serie di dure misure antipopolari, che inaspriscono il peso già insopportabile dei precedenti memorandum e delle relative leggi applicative emanate dai governi ND-PASOK. Quest'ultimo memorandum reca già il sigillo di ND, PASOK e POTAMI, perché la dichiarazione congiunta che hanno firmato e il loro voto in Parlamento ha conferito carta bianca al governo per formare il nuovo pacchetto di misure barbariche che accompagnano l'accordo. La posizione assunta da quasi tutti i mezzi di comunicazione di proprietà privata, rivela, che dopo aver accusato SYRIZA di voler portare la Grecia fuori dalla zona euro tramite il referendum, ora plaudono e lodano le sue scelte, perché è stato "restituito" il senso del realismo. Oggi, i partiti del NO (SYRIZA-ANEL) con i partiti del SI (ND-POTAMI-PASOK) chiedono di dire SI ad un nuovo protocollo, che scarica nuovi oneri sulla classe operaia e sui ceti popolari poveri con misure antipopolari, come quelle che il popolo greco aveva intenzione di respingere nel referendum.

Il governo in sostanza sobbarca il popolo con un nuovo prestito del valore di 86 miliardi di euro e le relative misure selvagge che lo accompagnano, come ad esempio l'ulteriore riduzione dei redditi popolari, nuove ingenti tasse e il mantenimento della ENFIA (la nuova tassa di proprietà), il significativo aumento dell'IVA sui prodotti di consumo popolare di massa e il prelievo di solidarietà, la riduzione delle pensioni, l'implementazione di un nuovo e peggior regime previdenziale, la graduale abolizione di EKAS (previdenza complementare per i pensionati poveri), le nuove privatizzazioni, le misure della "cassetta degli attrezzi" dell'OCSE, ecc. Contro i lavoratori vengono utilizzati da 5 anni a questa parte gli stessi ricatti e dilemmi, per costringerlo ad accettare queste misure: un nuovo e ancora più duro memorandum o il fallimento dello stato tramite una Grexit? Lo stesso dilemma sottoposto per il memorandum 1 e 2 è stato ripetuto in ogni occasione prima della restituzione di una rata. Ogni volta la gente deve scegliere il male "minore", che alla fine si rivela essere il male peggiore. Il governo di coalizione SYRIZA-ANEL oggi usa la stessa tattica e retorica.

L'attuale governo ha reso un ottimo servigio al sistema, visto che fin dal primo momento ha "acconciato" il suo compromesso a slogan di sinistra e gli ha dato una maschera di dignità. Ha diretto falsi dilemmi contro il popolo, in un periodo in cui l'opposizione alla UE poteva acquisire un contenuto radicale e indurre al rifiuto del percorso di sviluppo capitalista, che va di pari passo con la partecipazione del nostro paese nelle alleanze imperialiste interstatali, formate sempre sulla base dei rapporti ineguali tra stati. Ha organizzato un referendum attorno a un falso quesito e poi ha trasformato il "no" in un "sì" per un memorandum ancora più barbaro.

SYRIZA usa la demagogia, come il suo impegno pubblico a favore del grande capitale, di cui sosterrà il recupero di redditività, per impedire il raggruppamento e il recupero del movimento operaio e popolare. Ha conquistato la tolleranza e persino il supporto del nucleo di base della classe borghese in Grecia, così come nei centri imperialisti stranieri, come gli Stati Uniti. Le alleanze con USA, Francia e Italia, delle quali il governo è orgoglioso, non sono in alcun modo uno "scudo" per gli interessi popolari. In realtà, sono "pesi morti" che trascinano la classe operaia e i ceti popolari negli scontri pericolosi e sempre più acuti tra gli imperialisti. Syriza ha dimostrato che non voleva preparare il mondo del lavoro per uno scontro contro i memorandum e i monopoli, sia greci che europei, proprio perché non ha un orientamento alla resistenza e al conflitto. Al contrario, ha fatto quello che poteva per mantenere le persone passive, in attesa di esprimere un "voto di protesta" alle elezioni. Ha ingannato il popolo inducendolo a credere che avrebbe aperto la strada a modifiche favorevoli alle persone nel quadro dell'alleanza predatoria dell'UE. La partecipazione della Grecia nell'Unione europea e nella zona euro rimane la scelta strategica del capitale greco ed è caratterizzata dalle condizioni ineguali, che esistono oggettivamente in tali alleanze imperialiste. Nel quadro di queste alleanze, lo stato greco è obbligato al compromesso con i centri più forti, come la Germania, scaricando le conseguenze di questi rapporti ineguali sui lavoratori.

Questi sviluppi costituiscono l'espressione più chiara del fallimento della cosiddetta "sinistra di governo" o governo di "rinnovamento", della teoria che l'UE possa cambiare il suo carattere monopolistico e antipopolare. Hanno messo in evidenza il crollo della cosiddetta linea "anti-memorandum" che ha promosso lo scopo socialdemocratico della ricostruzione della produzione, senza cambiamenti radicali a livello di economia e potere. Nel complesso, i processi per la ricomposizione del sistema politico borghese sono stati accelerati dopo i recenti sviluppi. Sia attraverso un rimpasto e l'eventuale ampliamento della base del governo sia attraverso le elezioni e la creazione di nuovi partiti e "ammortizzatori". In ogni caso, l'offensiva contro i lavoratori greci è la scelta coerente del sistema, per evitare che l'indignazione popolare confluisca nella linea antimonopolistica e anticapitalista di lotta. Oggi, l'intensificazione della repressione di stato e padronale rialza la testa minacciosa, aumenta l'autoritarismo, per prevenire l'organizzazione del movimento operaio nello sviluppo della lotta di classe. Lo scontro sulla questione del debito è il risultato di queste contraddizioni. Il governo, in linea con il Fondo Monetario Internazionale e gli Stati Uniti, ha posto l'aggiustamento del debito a obiettivo finale, a tutti i costi e a spese degli interessi popolari. Allo stesso tempo, chiede un nuovo prestito di € 86 miliardi che aumenterà il debito. Si vuole che le persone accettino le misure antipopolari in nome di una nuova gestione del debito, che come in passato saranno accompagnate da attacchi ai diritti operai e popolari. Il capitale sarà l'unico beneficiario del finanziamento, sotto forma di un nuovo prestito-debito o tramite il suo prolungamento.

La Grecia con una moneta nazionale non costituisce una rottura a favore del popolo. Le forze politiche che promuovono un tale obiettivo come soluzione o come obiettivo intermedio per cambiamenti radicali (la piattaforma di sinistra di SYRIZA, ANTARSYA, ecc.) stanno oggettivamente sostenendo il gioco di alcune sezioni del capitale. Questa opzione non restituirà il relativo miglior tenore di vita degli anni 1980 e 1990, come alcuni sostengono. Le leggi dello sfruttamento capitalistico e l'inesorabile competizione monopolistica continueranno a "regnare". L'impegno dell'UE e della NATO sarà quello di stringere la "morsa". Le leggi barbare sui prestiti valgono su tutti i mercati monetari, tutte le banche di investimento e i fondi delle vecchie e nuove alleanze imperialiste (come i BRICS). In ogni caso, le politiche antipopolari vengono attuate nei paesi dell'euro e anche nei paesi con monete nazionali, sia quelli più forti come la Cina, la Gran Bretagna, la Russia e sia in quelli più deboli, come la Bulgaria e la Romania. Gli slogan sulla presunta dignità di una "Grecia povera ma forte e orgogliosa che resiste" hanno lo scopo di nascondere la verità ai lavoratori e di soggiogargli alla barbarie. I lavoratori non possono sentirsi "orgogliosi", quando la ricchezza prodotta gli viene estorta ed è proclamata la bancarotta per salvare il sistema capitalista dalla crisi, dentro o fuori dall'euro. Nulla è stato mai concesso dagli sfruttatori e dal loro stato. Il potere operaio non sarà concesso dal sistema politico borghese, né da alcun partito "della sinistra", ma deve essere conquistato. La loro formazione e accrescimento possono da oggi contribuire all'inversione del rapporto di forze negativo, al rafforzamento dell'organizzazione, alla combattività operaia contro il fatalismo e la sottomissione del popolo, contro la vecchia e la nuova gestione della barbarie capitalista.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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