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Tavola Rotonda "Terra Nostra": considerazioni a margine di Ciro Asproso

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 26 Marzo 2012 alle 21:48 | 0 commenti

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Riceviamo da Ciro Asproso, Responsabile Ambiente – SEL Vicenza, e pubblichiamo volentieri un contributo da noi richiesto.

Si è conclusa positivamente la Tavola Rotonda organizzata, sabato 17 marzo 2012, da Sinistra Ecologia e Libertà di Vicenza e avente per tema “TERRA NOSTRA”, lo slogan che riecheggia la Campagna nazionale di SEL e che ha lo scopo di informare e sensibilizzare la cittadinanza sul riassetto idrogeologico, sull'adattamento, la messa in sicurezza, la tutela dei suoli e delle città.

Alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni in Italia e dell'alluvione che ha colpito Vicenza, emerge sempre più pressante la necessità di adottare politiche che garantiscano l'integrità fisica e l'identità culturale del territorio in tutte le fasi della trasformazione urbanistica.

La tutela dell'ambiente e il "diritto alla città" - inteso come bene comune inalienabile - è un tema su cui stanno lavorando molti gruppi e organizzazioni, ma potrebbe divenire anche una priorità del Governo e delle forze politiche, se solo si comprendesse che la messa in sicurezza e la cura del territorio sono la prima e più urgente opera pubblica di cui ha bisogno l'Italia.

Con questo incontro Sinistra Ecologia e Libertà di Vicenza ha voluto dare il proprio contributo, offrendo un'occasione di dibattito e crescita comune.

Molto nutrita la schiera dei relatori e dei contributi programmati, dall'ex Segretario della Camera del Lavoro di Vicenza Oscar Mancini, a Massimo Follesa portavoce del Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa, da Francois Bruzzo presidente del Comitato di tutela dell'Area Berica, a Valentina Dovigo di Legambiente, a Fernando Lucato docente di urbanistica e, per finire, Pierangelo Miola di “Gusti Berici” e Miria Righele dirigente del servizio forestale.

Difficile riassumere in poche righe tutta la ricchezza e la complessità degli interventi, basti dire che in seguito alle richieste ricevute, abbiamo deciso di procedere con la pubblicazione degli atti del Convegno. Tuttavia, possiamo individuare alcuni motivi ricorrenti.

Gli eventi estremi: piogge violente, alluvioni, smottamenti e nevicate paralizzanti si alternano a periodi di siccità e di impoverimento delle falde che rendono ancora più a rischio, per le persone e per le cose, un territorio già fragile che vede il 47% della sua superficie pesantemente colpita dal dissesto idrogeologico. Con centinaia di morti e decine di miliardi di danni economici, solo negli ultimi anni. Le risorse finanziarie necessarie a promuovere il ripristino, la messa in sicurezza e la cura del territorio italiano ammontano a circa 40 miliardi di euro, ma negli ultimi 20 anni se ne sono investiti (e male) solo 400 milioni.

Da qui l'idea di avviare la più Grande Opera Pubblica e la più importante Riforma di cui ha bisogno il nostro Paese: il riassetto idrogeologico e lo sviluppo sostenibile.

Cominciando a tagliare e recuperare risorse da opere pubbliche dissennate come il Ponte sullo Stretto, o da spese inutili e moralmente deprecabili come quelle per gli armamenti.

Oltre a promuovere iniziative che coinvolgano Comuni e Regioni:

-         riforestazione e ri-naturalizzazione dei fiumi e delle rogge, pulizia e sistemazione degli argini, creazione di aree esondabili;

-         norme cogenti per arrestare il consumo di suolo;

-         incentivi fiscali per le attività agricole in aree svantaggiate e a rischio idrogeologico;

-         istituzione del servizio Civile Regionale per fini ecologici;

-         rafforzamento della filiera dei saperi e delle competenze, dando sviluppo all'economia verde e mettendo in rete le tante esperienze di tutela ambientale.

 

Importantissima a questo proposito la partecipazione di cittadini e comitati a tutte le fasi della trasformazione territoriale, mediante strumenti di coordinamento e progettazione, ma anche e soprattutto, attraverso la centralità di un dibattito collettivo su cosa debba intendersi per territorio, quali siano i valori da difendere, quali i beni comuni inalienabili o ancora, la definizione di uno Statuto dei luoghi identitari di un'intera comunità.

Queste alcune delle proposte, ma non sono mancate critiche oggettive nei confronti del modello di sviluppo fin qui perseguito e a carico di quanti, politici e imprenditori, portano la responsabilità di scelte urbanistiche dissennate. La Legge 11 della Regione Veneto, a detta di Oscar Mancini, ha lasciato briglia sciolta alla rendita immobiliare favorendo una dilagante cementificazione dei suoli. Una crescita urbana senza forma, che ha divorato il paesaggio rurale e innescato il fenomeno della “sprawl town”, una sequenza di mega operazioni immobiliari che vanno sotto il nome di “Veneto City” (tra Padova e Mestre), “Motorcity” nel veronese, “Tessera city” nella gronda lagunare.

Per restare nel vicentino, oltre alla tragica scelta della nuova base americana, il tema più rilevante è quello della Pedemontana: un'autostrada a pagamento da Montecchio Maggiore a Spresiano, un serpentone di cemento e asfalto lungo 95 chilometri, fortemente voluto da Zaia e dagli imprenditori veneti, che vede una forte opposizione da parte dei Comitati e di non pochi Comuni, tra cui Villaverla.

Dal giudizio sulla situazione regionale si è passati all’analisi della realtà cittadina dove, a fare notizia, è il dato emerso con l’ultimo Censimento ISTAT che denuncia 5.000 alloggi sfitti o inutilizzati. Neppure il PAT di Vicenza, che nella Relazione Tecnica attribuisce grande importanza alla tutela del territorio agricolo, alla valorizzazione dei corsi d’acqua, alla conservazione dei cunei verdi, è esente da critiche e bocciature. Le cause sono molteplici, in parte ereditate dal Documento Preliminare Programmatico della gestione precedente, in parte per responsabilità dirette.

 

Certo è che i valori attribuiti alla rendita, dal Piano Regolatore del 1983, pesano come un macigno sulle scelte attuali e il tabù dei diritti acquisiti è duro da scalfire anche per le Amministrazioni di centrosinistra. Inoltre, in ossequio al principio della continuità amministrativa, hanno trovato conferma la gran parte delle linee preferenziali di sviluppo indicate da Hullweck, così che, invece di privilegiare il recupero del patrimonio edilizio si è perpetuato il consumo di suolo.

Un errore esiziale che secondo Fernando Lucato trova conferma nel Bando degli Interessi diffusi, con il quale si è sdoganato una miriade di bisogni parcellizzati, conferendo loro valenza strategica e il crisma della pubblica utilità.

Per Valentina Dovigo, Vicenza dovrà affrontare tre grandi sfide: la Mobilità; la riqualificazione energetica degli edifici; l'adattamento ai cambiamenti climatici. Di fronte a questo banco di prova, ambientale e territoriale insieme, un po' tutte le città italiane appaiono statiche, incapaci di ripensare la politica urbanistica e impreparate a sostenere la riqualificazione urbana, che pure, sarebbe un potenziale volano di sviluppo e di occupazione, in grado di fornire ossigeno ad un settore in crisi strutturale.

Senza nulla togliere agli altri interventi mi piace chiudere con le parole di Francois Bruzzo, che denuncia “l'offensiva post-democratica delle lobbies economiche e delle famiglie d'interessi”, dove interessi finanziari e industriali si accostano e si aggregano al potere politico.

Sono loro a tessere la trama del futuro del territorio e del paesaggio veneto ed è contro di loro che devono mobilitarsi e fare rete le forze sane della società.

Comitati, Partiti e Associazioni ambientaliste devono lavorare insieme e riconoscersi reciprocamente, la posta in gioco è la tutela del bene comune e la sopravvivenza della nostra identità, fisica e culturale.


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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