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Strage di Parigi: Zaia, Ciambetti, Giorgetti e Moretti condannano a nome del Veneto. Che "cerca" la veneziana Valeria Solesin

Di Emma Reda Sabato 14 Novembre 2015 alle 13:22 | 0 commenti

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Pubblichiamo le prime reazioni ufficiali dei politici della Regione Veneto (nella foto un momento della manifestazione a Venezia, qui gli aggiornamenti Ansa, qui le prime notizie su Valeria Solesin, una giovane veneziana dottoranda alla Sorbona, che era al Bataclan e di cui non è nota la sorte, ndr)

Presidente Luca Zaia ad ambasciatore francese: “anche noi colpiti al cuore, solidali contro orrore e neo-oscurantismo” e in generale "siamo in guerra, frontiere chiuse e misure speciali di sicurezza sono necessarie e legittime".

Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio della Regione Veneto: Cordoglio per le vittime. Il terrorismo non passerà. Massimo Giorgetti, vicepresidente del Consiglio Regionale: cordoglio per le vittime, ma è necessaria una reazione dell’Europa. Alessandra Moretti, Capogruppo Pd in Consiglio regionale del Veneto: guardiamo a senso della patria dei francesi, no campagna elettorale sul terrorismo.

Luca Zaia, presidente della Regione Veneto

"A nome di tutti i veneti, Le esprimo le mie più sentite condoglianze per l'orribile strage di Parigi, che colpisce non soltanto la Francia ma anche tutta l'Europa, le sue istituzioni democratiche, la sua storia che è storia comune e condivisa di libertà di pensiero, di azione, di religione". Con un telegramma all'ambasciatrice di Francia Catherine Colonna il presidente della Regione Luca Zaia ha inteso esprimere la vicinanza e i sentimenti dei veneti al popolo francese e alle sue istituzioni.

"Sgomenti e affranti, colpiti anche noi al cuore dalle notizie che si susseguono dalla Capitale francese - scrive Zaia - Le esprimo il senso del nostro orrore per il sangue di tanti innocenti fatto efferatamente scorrere in nome dell'inciviltà, ma anche la volontà di non cedere alla violenza vile e vigliacca e a un attacco all'Occidente che si configura come una vera e propria volontà di smantellamento dei capisaldi della civile e democratica convivenza che crediamo, ora più che mai, debbano essere gli irrinunciabili valori fondanti dell'umanità".

"La barbarie non passerà. Sappia - assicura il presidente del Veneto - che il popolo francese potrà sempre contare sul solidale e convinto appoggio del popolo veneto in questa battaglia contro il neo-oscurantismo di chi vuole cancellare secoli di tolleranza e di dialogo interculturale".

 In un'altra nota ancora Zaia

"Esprimo commossa e partecipe vicinanza alle famiglie delle vittime e al popolo francese. Dobbiamo prendere atto che siamo in guerra e che, nonostante tutti noi - anche chi fortunatamente non l'ha vissuta in prima persona -abbiamo un'idea del conflitto assai diversa, per l'intera Europa questa è la terza guerra mondiale". Con queste parole Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, testimonia il cordoglio e la preoccupazione dei veneti per la strage terroristica a Parigi.

"Una guerra - prosegue Zaia - che viene combattuta dagli aggressori con modalità vigliacche, contro cittadini inermi, una guerra assolutamente fuori dai canoni e dai pur brutali e ripugnanti schemi di una guerra classica. Siamo, quindi, in guerra, e in tempo di guerra è legittimo e doveroso assumere e adottare misure speciali e provvedimenti straordinari. Non possiamo pensare nemmeno un secondo di assumere scelte drastiche solo nel momento in cui l'attacco si palesa".

"E' finita l'epoca dei perbenismi, dei ripensamenti e delle delicatezze - afferma il presidente del Veneto - L'unica scelta ponderata e legittima che spetta ora a un uomo di Stato e delle istituzioni democratiche è comprendere che questa guerra non può essere combattuta con armi e modalità convenzionali e agire di conseguenza".

"La civilissima e democratica Francia ci insegna - conclude Zaia - che la chiusura delle frontiere, l'esercito nelle strade (come vado chiedendo da tempo), controlli e perquisizioni attente, efficaci e penetranti, lo stato di emergenza nazionale, devono e dovranno diventare la nostra normalità e la nostra quotidianità, se vogliamo davvero, e non solo a parole, difendere lo Stato democratico, le libere istituzioni, la nostra gente indifesa".

 

Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio della Regione Veneto

"Esprimo il mio personale cordoglio e penso di interpretare il pensiero dell'intero Consiglio regionale del Veneto nel porgere le condoglianze alle famiglie delle vittime degli attentati parigini e la nostra sincera vicinanza al popolo francese e alla città di Parigi": Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto reagisce così alla strage francese di questa notte, e sottolinea che "questo è il momento del cordoglio e del dolore, ma è anche il momento della fermezza e dell'estrema chiarezza. Non c'è spazio per tentennamenti, per sottigliezze e distinguo: siamo davanti ad un attacco all'Umanità".

Il Presidente del Consiglio ha poi continuato: "Parigi è la Ville Lumiere, la 'città della luce' sulla quale si vuol far scendere il buio della morte: questo è lo scontro in atto. E' stata colpita la Francia, terra di libertà, la terra di Diderot e Voltaire, la terra dell'Encyclopédie. E proprio all'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert - ha continuato Ciambetti - prendo questa ampia citazione sul concetto di tolleranza: ‘Reprimete con severità coloro che col pretesto della religione mirano a turbare la società, a fomentare sedizioni, a scuotere il giogo delle leggi; noi non siamo i loro apologeti; ma non confondete con questi colpevoli coloro che vi chiedono solo la libertà di pensare, di professare il credo che giudicano migliore e che, per il resto, vivono da fedeli cittadini dello stato'. La forza della democrazia sta nel suo essere al servizio di tutti e garantire a tutti libertà di pensiero, scelta politica e fede religiosa".

"Chi ha seminato morte e terrore a Parigi è contro la democrazia - conclude il Presidente del Consiglio Veneto - è contro la libertà e si sporca le mani di sangue innocente: la democrazia deve essere forte, non deve tentennare nel perseguire, contrastare e combattere questi assassini. Come leggiamo nell' Encyclopédie dobbiamo ‘reprimere con severità coloro che col pretesto della religione mirano a turbare la società'. Su questo non dobbiamo avere dubbi e non dobbiamo cadere nella trappola di chi vuole spaventarci, ma non dobbiamo nemmeno tentennare nell'azione di prevenzione e contrasto. La reazione deve essere forte, decisa, per dimostrare che la cultura dello stato di Diritto è forte e che il nostro credere nella vita e nella luce della libertà non può essere travolto dai signori della morte: usiamo le armi della democrazia, il terrorismo non passerà".

 

Massimo Giorgetti, vicepresidente del Consiglio Regionale“

Ho trascorso come tutti noi la nottata inchiodato al video, incredulo per quello che stava avvenendo nella vicina Francia”: esordisce così Massimo Giorgetti, vicepresidente del Consiglio Regionale, intervenendo in merito agli attentati che hanno scosso Parigi nelle scorse ore.

“Il primo pensiero va alle vittime ed ai familiari, a cui vanno la mia solidarietà e la mia preghiera. Quella della scorsa notte – afferma Giorgetti – non è una dichiarazione di guerra alla Francia, ma all’Europa intera. Ed oggi l’Europa si trova di fronte ad una scelta, se continuare ad agire in modo scoordinato o se trovare finalmente un’unità politica e militare che permetta un’azione congiunta nei confronti di questi assassini”.

“Solo una politica unitaria – continua il vicepresidente  – in materia di difesa e di immigrazione può portare ad una risposta sensata di fronte alla più terribile delle minacce, quella del terrorismo". “E’ presto per ogni valutazione sul caso specifico in questione – dice  Giorgetti – ma è evidente come il buonismo degli ultimi decenni abbia portato l’Europa ad essere un facile bersaglio per queste azioni di guerriglia urbana, che sono difficilmente prevedibili poiché spesso provengono da persone perfettamente integrate con la realtà sociale occidentale”.

“Per cui – conclude Giorgetti – pur nel totale rispetto della libertà religiosa garantita dalla nostra Costituzione, forse è giunta l’ora di fare una riflessione, in Europa, su quanto ed in quali termini l’Islam possa costituire una minaccia alla nostra società".

 

Alessandra Moretti, Capogruppo Pd in Consiglio regionale del Veneto

"Socialisti, repubblicani e Front National congelano le loro campagne elettorali dopo i tragici fatti di Parigi. Hollande, Sarkozy e Le Pen si dimostrano uniti contro un attacco terroristico senza precedenti, che ci lascia senza parole ma a cui dobbiamo reagire con grande forza. Restare uniti, agire insieme è la nostra forza, proprio come stanno facendo i partiti politici francesi. Da noi invece Salvini, Maroni e Zaia inneggiano alle crociate, propongono riedizioni della battaglia di Lepanto, parlano di terza guerra mondiale. Dimenticando che l'odio non si combatte con l'odio ma con la fermezza, con una strategia politica precisa e condivisa a livello internazionale. Perché è chiaro che questo è un attacco, l'ennesimo, ai nostri comuni valori occidentali. Vogliono paralizzarci con la paura, non devono riuscirci", lo dice in una nota la capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Veneto Alessandra Moretti.

"È giusto aumentare i livelli di guardia al massimo delle possibilità, ma non dobbiamo lasciare che emissari del terrore vincano la loro guerra e ci riducano a vivere senza essere più liberi. Siamo occidentali, abbiamo sacrificato vite per essere liberi. L'Europa è nata per mettere fine all'oppressione delle guerre. E liberi dobbiamo restare non cedendo mai alla paura, altrimenti vincono loro. Occorrono lo stesso coraggio e la dignità, il profondo senso della patria che stanno dimostrando i francesi ora. Arriva un momento in cui la politica si deve fare seria, mettendo al bando i nostri piccoli agitatori di odio sociale", conclude Moretti.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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