Stop alla Pedemontana: il Covepa brinda e attacca Zaia
Sabato 31 Dicembre 2011 alle 18:16 | 0 commenti
«Quelle parole sono vergognose ed hanno un retrogusto fascista». Non usa mezzi termini Francesco Celotto, uno dei portavoce del Covepa, il coordinamento dei comitati che si oppone alla Pedemontana Veneta. Il bersaglio sono le affermazioni di Luca Zaia riportate dai media regionali e in primis dal Corriere Veneto di oggi a pagina 2. Sullo sfondo c'è però la vicenda dello stop alla Spv sancito dal Tar Lazio che da un paio di giorni sta mettendo in subbuglio la politica veneta.
È questo infatti «lo scenario concettuale» all'interno del quale il Covepa, il coordinamento dei comitati contro la Pedemontana Veneta, oggi a mezzogiorno ha organizzato un breefing a Bassano al Caffé dei Libri. Oltre a Celotto, che è pure attivista del Movimento a Cinque Stelle della città del Ponte, c'erano altre quattro persone: l'ingegner Alberto Baccega, consulente tecnico di alcuni tra i ricorrenti; Osvaldo Piccolotto ed Elvio Gatto, due portavoce del comitato dei ricorrenti contro il progetto Spv promosso dalla Regione Veneto ed Egidio Bicego ex sindaco di Villaverla nel vicentino, uno degli attivisti più noti sul fronte "no Spv". Ma oltre al j'accuse nei confronti di Zaia, Celotto ha definito «arrogante» e «irrispettosa» nei confronti dello stato di diritto la presa di posizione che il presidente degli industriali veneti Andrea Tomat ha reso nota sempre sul Corveneto di oggi a pagina 2.
L'ingegner Baccega invece ha approfondito il suo punto di vista sotto il profilo tecnico e sotto quello giuridico. Ha spiegato che i due aspetti sono intimamente legati e ha riferito che la sentenza uscita dal Tar Lazio ristabilisce una questione di democrazia per cui interventi così invasivi non possono essere decisi in ragione della dichiarazione di uno stato di emergenza che nulla ha a che fare col traffico. Il quale non è una calamità naturale da affrontare coi crismi della protezione civile bensì un prodotto dell'attività umana: e in quanto tale programmabile e gestibile «con gli strumenti normativi ordinari». Un concetto ripreso da Celotto che ironizza: «Il traffico non è un terremoto o un'alluvione».
Dal fronte trevigiano Piccolotto e Gatto hanno definito la sentenza del Tar «un pronunciamento storico» che ristabilisce sul piano giuridico una serie di priorità «che la prassi ha purtroppo cancellato». I due sottolineano per di più che «per una buona volta deve passare il messaggio che noi non siamo certo contro la Spv tout court, ma contro questo progetto dissennato: rispetto al quale sarebbe corretto tornare a discutere, ma nella sua prima verione, quella della fine degli anni Novanta». In ultimo è intervenuto Bicego che ha attaccato frontalmente il Carroccio e importanti settori del Pdl: «A Roma lor signori se la prendono col premier Mario Monti lamentando deficit di democrazia, mentre quando uno o più cittadini fanno ricorso alla giustizia con gli strumenti della legge e dello stato di diritto allora la democrazia diventa un optional, un premio da sagra paesana. Questi personaggi - aggiunge Bicego - sono ridicoli e al tempo stesso in malafede».
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