Stephen Hawking: un disabile? Ricordiamo prima di tutto un uomo
Giovedi 15 Marzo 2018 alle 08:53 | 0 commenti
 
				
		Stephen Hawking ha lasciato il consorzio umano e ci piace considerarlo tra le stelle in attesa del suo destino finale. Lo scienziato è stato noto per le sue teorie astronomiche e fisiche, riconosciute in tutto il mondo. La sua biografia ci aiuta a comprendere chi è e quale la sua importante ricerca, egli ha tentato di comprendere i buchi neri e di unificare le due grandi teorie della fisica del Novecento, la relatività generale e la meccanica quantistica. Stephen Hawking nasce ad Oxford, Inghilterra, nel 1942.
Durante l'infanzia, negli studi scolastici non è eccellente, anzi si  dimostra spesso pigro e svogliato. Da ragazzo, invece, è interessato ad  argomenti molto diversi come la religione, la fisica e la costruzione di  modellini, su cui discute con gli amici.
Si laurea, però, a pieni voti a  soli vent'anni e intraprende subito la carriera universitaria: a  ventitré anni ottiene il dottorato a Cambridge, dove continua ad  effettuare le sue ricerche. Cerca di dimostrare, Insieme a Roger  Penrose, che la relatività generale di Einstein implica che lo spazio e  il tempo siano iniziati con il Big-Bang e che la loro fine sarà nei  buchi neri. Questi risultati comportano che la Relatività generale debba  essere unificata con la fisica quantistica. Si occupa, quindi,  principalmente della forza di gravità e di come questa possa essere  unificata con le altre forze fondamentali. Durante la formulazione delle  sue teorie introduce nuovi concetti, come evaporazione dei buchi neri e  mini-buco nero.
Per i suoi studi ha ricevuto numerosi riconoscimenti  tra cui la Medaglia Pius XI dell'Accademia Pontificia delle Scienze nel  1975, la nomina di Commander of the British Empire (CBE) e di Companion  of Honour nel 1989. Gli sono stati conferiti anche diversi premi e lauree  honoris causa.
La sua vita è stata tormentata fin dalla giovinezza da  una grave malattia: il morbo di Lou Gehrig, la sclerosi laterale  amiotrofica, che progressivamente provoca la distruzione delle cellule  nervose. Combatte ancora contro questo male, diagnosticatogli quando  aveva appena ventuno anni, riuscendo a sopravvivere molto più del  previsto. Fu costretto a comunicare attraverso un congegno costituito da  un computer parlante che si è servito di un apparecchio applicato ai  suoi occhiali che emette raggi infrarossi in base ai movimenti  dell'occhio e delle palpebre.
 Una persona con disabilità  che nessuno ha mai trattato da "ragazzo", o avrebbe osato, senza  il suo consenso, chiamare per nome oppure, come certi "burocrati",  riconoscergli il diritto al nome, alla stanza e non che cosa altro  ancora. Tutti nel mondo, dal compianto papa Giovanni Paolo II, alla  Regina d'Inghilterra, Sua Maestà Elisabetta II, dal mondo accademico a  quello scientifico-culturale, dal Sindaco di Padova e di qualsiasi altra  città o paese al Magnifico Rettore dell'Università di Padova, il  chiarissimo professor Vincenzo Milanesi hanno avuto grande attenzione e  rispetto per la sua dignità di uomo e di scienziato. È facile, si dirà, è  un grand'uomo, ma come non ricordare che quello che si compie anche a  favore del più piccolo, del più inabile, del più povero è egualmente  grande eppure... Eppure si fa differenza, si trattano coloro che hanno  disabilità spesso come "eterni ragazzi", non si considerano le loro  abilità, si hanno occhi solo per le loro difficoltà e ci si preoccupa di  quanto costano. Mai, dico mai di quello che producono, di quello che  sanno fare, di quanta ricchezza producano e di quante persone vivano  grazie a loro.
    Abbiamo bisogno di cambiare strada, di considerare  ogni persona con disabilità come Stephen Hawking e così scopriremo che  c'è sempre qualche cosa d'importante, qualche cosa che vale la pena di  evidenziare e dalla quale anche ricavare soddisfazione vitale e anche  qualche conoscenza.
   Il cielo stellato sopra di noi è stato  indagato da Stephen Hawking, ma proprio lui nell'ultima conferenza  tenuta vicino a noi, alla Sala della Ragione a Padova, richiamò proprio il grande  filosofo Kant sia per la sua teoria del big-bang (esplosione della  nebulosa originaria) che ipotizza l'origine dell'universo, sia per la  legge morale che è in ciascuno di noi e ci spinge a riconoscere che ogni  nostra azione è azione anche per tutti gli altri esseri umani, se è  volta al bene... fatto bene.
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