Squadre d'asfalto
Sabato 11 Agosto 2012 alle 15:23 | 1 commenti
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Dal sottobosco della partitocrazia sino alle grandi compagnie di progettazione, il firmamento pro Pirubi, è costellato di solidi agganci e anditi dove l'opacità la fa da padrone
Come mai un pezzo importante della politica veneta e nazionale dal Pdl, al Pd alla Lega è favorevole alla prosecuzione della Piovene Rocchette fino all'innesto sulla Autobrennero tra Trento e Rovereto?
Rimane da capire se un consenso tanto ampio lo si deva ad esigenze di natura socio-economica o se sia dovuta a legami e solide relazioni tra mondo degli affari e politca. L'opera, a spanne costerà un paio di miliardi di euro. Ma sulle cifre non ci sono certezze.
Il consorzio. Le certezze invece ci sono invece quando si guardano i nomi del consorzio Raetia. Il conglomerato temporaneo di imprese incaricato dalla Serenissima di progettare quella che negli anni Settanta veniva definita la Pirubi Nord. I nomi sono di spicco; si tratta di alcuni tra i pesi massimi della prima e della seconda repubblica.
Mose e dintorni. Tra le società di spicco c'è Technital, attiva nel giro ricchissimo e chiacchieratissimo della realizzazione del sistema anti acqua alta a Venezia, il Mose. Un sistema di recente passato ai raggi X dalla trasmissione Report che a fine maggio ha messo a soqquadro la politica lagunare. Una capatina su Terrelibere.org del 21 ottobre 2007 fornisce un catalogo completo delle «liaison dangereuse» che pendono sul capo della spa veronese data per vicina all'entourage bancario-politico del sindaco scaligero Flavio Tosi della Lega: nel caso della Milano-Bologna, nel caso della Piacenza-Modena, la Technital c'è. Ma soprattutto la compagnia è invischiata nell'affaire della Palermo-Messina, l'autostrada «con la costruzione più lenta della storia italiana» secondo lo scrittore Simone Mazzeo: una storiaccia finita nel mirino dei magistrati siciliani.
I quali poco dopo gli anni Duemila, stando ai consulenti delle procura di Mistretta nel Messinese, titolare delle indagini, raggiunge un apice grottesco. Sempre Mazzeo spiega che c'erano situazioni distribuite e concentrate di pericolo grave e che non sussistevano i requisiti minimi di garanzia della sicurezza della circolazione. In particolare, il battesimo dell'opera (presenti il gotha dell'esecutivo Berlusconi e del governo Cuffaro) sarebbe avvenuto, ribadisce Mazzeo, malgrado il rischio «di incidenti di vaste proporzioni» nelle gallerie che caratterizzano il percorso, dove i tecnici nominati dalla procura hanno ravvisato la «mancanza degli standard di sicurezza: assenza degli aereatori, vie di fuga ostruite, colonnine per l'sos fuori uso, illuminazione non funzionante, semafori e telecontrollo inattivi». Capitolo a parte lo svincolo di Furiano, caso unico di rampa d'accesso in autostrada direttamente sulla corsia di sorpasso, duramente stigmatizzato dai periti per la concreta possibilità di «conflittualità laterale».
Il ministro. Ma il consorzio Reatia vede tra i suoi componenti anche la Rocksoil, della famiglia del parlamentare Pietro Lunardi del Pdl. Ex potentissimo ministro forzista delle infrastrutture. Un uomo con un conflitto di interessi che poteva rivaleggiare con quello del suo mentore politico Silvio Berlusconi. Lunardi è uno dei prototipi dell'ideologia senza ideologia dello sviluppo senza se e senza ma. Sempre Lunardi è l'inventore della famosa frase secondo cui «con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole». E ancora lui è l'uomo finito nel vortice dell'inchiesta per mazzette sulla «cricca del G8». Lunardi poi è stato «salvato» dalla Camera che nel 2010 per quei fatti ha negato l'autorizzazione a procedere.
Un altro sostenitore dell'opera è Mauro Fabris, ex parlamentare vicentino Udeur, ora commissario governativo per il traforo del Brennero. Il quale intervistato da ladomenicadivicenza.it il 23 luglio dello scorso anno spiegava: «Sulla questione Valdastico Nord, rispetto a dieci anni fa, riscontro come le argomentazioni contrarie si affievoliscano nella loro sostanza... l'ambientalismo ha le armi spuntate perché il traffico su gomma comunque cresce di continuo sulla Modena Verona Brennero». Fabris però non spiega quali azioni siano state intraprese dai governi italiani negli ultimi trenta anni per togliere dalle strade quote massicce di traffico merci per indirizzarle dalla gomma alla rotaia.
Lo spettro. Sul nome Valdastico però, o meglio su quello della Valdastico sud Vicenza Rovigo, riecheggia lo spettro della inchiesta della procura antimafia di Venezia. Anche in questo caso è la Brescia Padova il soggetto principale in campo. E anche in questo caso per la politica veneta, tranne qualche eccezione, il silenzio è d'oro.
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