Spv, Chisso e Covepa ai ferri corti dopo il rinvio del Consiglio di Stato
Mercoledi 15 Febbraio 2012 alle 16:27 | 0 commenti
Dopo il nuovo slittamento a giugno deciso dal Consiglio di Stato sulla vicenda Pedemontana Veneta arriva il botta e risposta a distanza tra l'assessore veneto alla mobilità Renato Chisso del Pdl e i portavoce del Covepa, il coordinamento delle associazioni che si batte per bloccare l'attuale tracciato della Spv. «La Giustizia amministrativa, al suo massimo livello, ha fatto un passo in più, prendendo atto delle nostre argomentazioni, che io considero le ragioni della ragione e del diritto, che ci hanno portato, finalmente e con almeno un trentennio di ritardo, a dare la risposta che il territorio interessato merita, della quale ha bisogno e per il quale abbiamo trovato soluzioni e progettato interventi che rappresentano uno dei più alti esempi europei e mondiali di inserimento di un'opera strategica nel territorio».
Queste le parole di Chisso riportate dal portale del quotidiano Libero nel primo pomeriggio. Passa poco più di un'ora. Francesco Celotto, Massimo Follesa e Elvio Gatto, i portavoce del Covepa, diramano una nota al vetriolo in cui pur non citando direttamente l'assessore lo si attacca frontalmente: «Per quel procedimento quindi vale la sospensiva dei lavori che però non si applica al ricorso (ve ne sono altri in arrivo) vinto davanti al Tar Lazio e portato avanti dal comune vicentino di Villaverla. Tale pronunciamento infatti ha stabilito la totale illegittimità della nomina del commissario per la Spv e di conseguenza della intera trafila amministrativa che ne è scaturita. Pertanto i lavori attualmente in corso su tutti i cantieri della Pedemontana, ivi inclusi quelli logistici, sono allo stato completamente illegittimi. Sicuramente durante le prossime ore leggeremo le dichiarazioni preconfezionate del politico, del boiardo o dell'industriale di turno sulla necessità dell opera voluta "da tutti"... Ma si tratterà di fesserie sparate nel vuoto, di piroette mediatiche strombazzate per cercare di tranquillizzare un'opinione pubblica sempre più stufa. Stufa per un'opera la quale prima che per i connotati decisamente opachi, primeggia per la sua solenne inutilità , per i danni economici e ambientali che arreca al territorio pedemontano». Frattanto nella polemica interviene anche Lanfranco Tarabini portavoce del comitato No Pedemontana Valle Agno, il quale parla di illiceità che pende sui cantieri e dal blog del comitato annuncia che durante «i prossimi giorni prenderemo delle decisoni e agiremo, sia ricorrendo all'intervento della magistratura, sia potenziando l'azione informativa verso i cittadini che nulla sanno di tutto questo, grazie al silenzio e alla pura disinformazione fornita da gran parte dei media locali».
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