Spread, Ciambetti: tra paese reale e palazzo
Domenica 11 Marzo 2012 alle 15:44 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, Assessore regionale Lega Nord - Lo spread tra paese reale e governo si sta dilatando sempre più. Le politiche del governo si basano esclusivamente su tasse, imposte, tagli ai servizi ai cittadini e se lo spread finanziario gira al meglio, in peggio per troppi cittadini gira lo spread tra stipendi e potere d'acquisto mentre gli enti locali sono stati messi nell'impossibilità di far fronte all'aumento della domanda sociale.
Gli indicatori dell'economia fanno tremare i polsi: l'indice della produzione industriale è diminuito a gennaio del 2.5% rispetto al mese precedente; a febbraio, dati Inps, le aziende italiane hanno chiesto l'autorizzazione per 82 milioni di ore di Cassa Integrazione e guadagni con un aumento del 49,1% rispetto  a gennaio ed una crescita del 16.1 %  rispetto allo scorso anno. Le autorizzazioni per la Cassa di integrazione straordinaria a febbraio ammontano a 25,8 milioni di ore con un aumento del 20,4%  su gennaio. Vola la Cassa in deroga: le ore autorizzate sono state 31,1 milioni a fronte di 22,1 milioni di febbraio 2011 (+40,4%) e dei 13,3 milioni di gennaio 2012 (+133%). Scenario fosco reso ancor più cupo dall'esplosione dei prezzi, con la benzina a far da traino e a condizionare l'aumento dei costi nel comparto alimentare; aumentano le tariffe mentre è in arrivo la stangata per le imposte che lo stato preleverà sotto la voce addizionale Irpef. Il potere d'acquisto di stipendi e salari è già diminuito nel 2011  di circa il 2,8 per cento rispetto al 2010 e a prezzi crescenti arrivare a fine mese è per troppi cittadini troppo difficile. Nonostante straordinarie iniziazioni di capitale all'1%, le banche negano prestiti agli imprenditori ed artigiani, mentre il credito al consumo è nei fatti bloccato oppure segnato da condizioni capestro.  Ancor più salati i tassi delle carte di credito revolving alle quali ricorrono in troppi, con indebitamento crescente e interessi prossimi all'usura. Abbiniamo questi dati con il rallentamento dell'economia e si capirà benissimo dove è il vero spread e perché va diffondendosi un disagio sociale inedito, malcelato, che non potrà essere gestito con mentalità e cultura prefettizia, né con provvedimenti di ingegneria finanziaria: l'economia di carta si sta mangiando l'economia reale e la vita delle persone. Con l'aumento dell'Iva a ottobre la stangata metterà in ginocchio anche chi riuscirà a passare indenne attraverso angherie come l'Imu, i cui proventi, non dimentichiamolo, finiranno in massima parte a Roma, al pari delle accise, addizionali Irpef e dei soldi sottratti a quei Comuni, Province e Regioni che grazie a comportamenti virtuosi avevano risorse proprie che non potevano spendere a causa di norme demenziali, fissate dal governo, del Patto di Stabilità . Tra questi soldi, portati a Roma, e che avrebbero potuto essere usati come straordinari ammortizzatori sociali  ci sono anche 4,5 milioni di Euro che il Comune di Longarone aveva in cassa come risarcimenti, ottenuti dopo decenni di cause e lotte, per il Vajont. Quei soldi sottratti al comune bellunese sono un insulto e un simbolo: essi rappresentano sia la rapacità ma ancor più l'incapacità del governo di capire il paese reale, di comprendere perché c'è gente che si suicida, perché di lavoro si muore. Non sorprendiamoci allora se persino il Presidente della Repubblica viene sonoramente contestato e se alle celebrazioni dei 150 anni dell'unità in Sardegna l'Inno di Mameli da parte dell'Orchestra e Coro del teatro di Cagliari, alla presenza di Giorgio Napolitano,  non viene fatto eseguire "per motivi di sicurezza". Lo spread tra Paese reale e Palazzo è sempre più alto.
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