Opinioni | Quotidiano | Categorie: Informazione

“Se a violentare è un prete, paga la Diocesi”: il titolo è lo SpotNight di certa stampa di Vicenza in antitesi con lo Spotlight di Boston

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 15 Marzo 2016 alle 20:23 | 0 commenti

ArticleImage

Spotlight è un gruppo di giornalisti del “The Boston Globe”, che avviò nel 2001 un’inchiesta sui casi di pedofilia perpetrati da numersosi sacerdoti e coperti dal vescovo e dalla curia della città di Boston. I giornalisti, la cui vicenda è stata raccontata dall'omonimo film vincitore dell'Oscar come miglior film e per la migliore sceneggiatura originale, dopo anni di ricerche e raccolta di dati hanno reso pubblico uno dei più grandi e scabrosi scandali della chiesa cattolica americana degli ultimi anni vincendo il prestigioso premio Pulitzer grazie all'accuratezza delle loro indagini basate, nello stile americano, sull'uso rigoroso di documenti e testimonianze. E a Vicenza ora spunta un titolo da grande scoop: “Se a violentare è un prete, paga la Diocesi”

Al Pulitzer, sia pure magari ridotto a una versione indigena, sarà, però, difficile candidare il redattore della stampa locale il cui articolo apparso in prima pagina il 13 marzo 2016 è stato riassunto da quel titolo, che risulta sicuramente d'impatto (serve a "vendere" ai lettori?) ma il cui messaggio, anche dopo la lettura attenta del contenuto stesso, appare altrettanto chiaramente fuorviante (sempre agli occhi dei lettori) perché i fatti così come li capiamo leggendoli, quelli per il cui racconto rigoroso Spotlight guadagnò il Pulitzer, non corrispondono a quanto riportato.

Per chi non l’avesse letto riassumiamo brevemente quanto è stato raccontato sul quotidiano locale, per giunta in prima pagina.
Don Giovanni Baccega è stato accusato di aver molestato due ragazze minorenni fra il 2007 e il 2008. E’ stato richiesto un risarcimento da parte della famiglia delle vittime di 100.000 euro che il sacerdote non potrebbe pagare e iI tribunale di Vicenza ha accolto la richiesta degli avvocati delle vittime di chiamare a processo la Diocesi come responsabile civile.
A questo punto i lettori avranno colto l’incoerenza fra il titolo, i fatti e come sono in buona parte raccontati, perchè non c'è stato ancora un processo (la prima udienza è stata fissata fra 8 mesi, a ottobre) né tantomeno una sentenza.
Un errore totale per chi si ferma, e sono tanti, al solo titolo e che a occhi non attenti al testo, spesso ambiguo, sfugge sfioranto la scorrettezza deontologica perché si usano parole improprie o confuse pur di attirare, temiamo, i lettori.
Eppure l’argomento si presterebbe anche senza aiuti a catturare l’attenzione e di titoli alternativi forti, ma che avrebbero rispettato la realtà dei fatti, ce ne sarebbero potuti essere in abbondanza.
Uno? “Se a violentare è un prete, paghi la Diocesi". Magari, se c'è spazio, aggiungendo "Lo chiede la famiglia delle possibili vittime”.

E se si volesse esprimere lo sdegno anche del  giornale, contro il prete, ma solo dopo che se ne fosse sentenziata la responsabilità, e se si volesse evidenziare anche la responsabilità del vescovo nel caso fosse accertato, come a Boston, che sapeva e aveva taciuto, allora sì che il titolo del 13 marzo sarebbe sintetico e giusto magari con una piccola aggiunta: “Se a violentare è un prete, paga la Diocesi che sapeva”.

Sarebbe questo, ma solo "dopo" la sentenza, il giusto puntare i riflettori (to spotlight) sulle responsabilità.

Ora quel titolo che sentenzia, insieme a buona parte del testo, prima della sentenza appare proprio come un fare buio sulle luce dell'informazione e coniare il neologismo "to spotnight" non parrebbe eccessivo.

A meno che, e in questo caso crollerebbero tutte le nostre considerazioni, il redattore non sappia già come andrà a finire.

Ma allora dovremmo sentenziare che a Vicenza il quarto potere ha anche quello della premonizione.

 

Di Giovanni Coviello con la collaborazione di Federico Sammarco e Giulia Biasia


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network