Spending review, la sanità in ginocchio
Domenica 8 Luglio 2012 alle 12:11 | 0 commenti
Quattro miliardi di tagli si aggiungono ai 12 del governo Berlusconi. Il calcolo del sindacato pensionati: 80mila posti letto in meno, centinaia di presìdi sanitari chiusi. Bersani: "Basta mazzate". Rossi (Toscana): il governo uccide la sanitÃ
La spending review varata dal governo Monti dà un nuovo colpo alla sanità pubblica. Sottrae 4 miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale, in aggiunta agli oltre 12 miliardi di euro già tagliati dal governo Berlusconi. La somma, anzi la sottrazione, delle risorse “negate†alla sanità arriva a 16 miliardi di euro nel triennio 2012-2014.
Anche la riduzione dei posti letto prevista dalla revisione della spesa targata Monti si somma a quella operata da chi lo ha preceduto. Si arriverà così alla cancellazione di 80mila posti letto e alla chiusura di centinaia di piccoli presidi sanitari sul territorio. Il calcolo lo ha fatto lo Spi Cgil, il sindacato dei pensionati, valutando il decreto legge varato dal Consiglio dei ministri.
“Il Servizio sanitario nazionale è stato destrutturato e così non sarà più in grado di garantire i servizi e i livelli essenziali di assistenzaâ€, commenta Carla Cantone (segretario generale Spi). Secondo il sindacato arriverà “un colpo di grazia alla sanità italiana che si rifletterà direttamente sulla condizione di milioni di anziani e pensionatiâ€. “Da anni - osserva Cantone - si sta operando solo con tagli e con chiusure di ospedali senza che nessuno ci dica qual è il piano B e come si pensa di sopperire alla crescente domanda di cure da parte dei cittadini e in particolare degli anziani, che ne hanno più bisogno. In tanti si sono scandalizzati per le immagini di tutti quegli uomini e quelle donne sulle barelle messe nei corridoi degli ospedali ma è bene che si sappia che è quello il modello che si è scelto di seguire e che lo si è scelto con coscienza per non andare a colpire i veri sprechi, i privilegi e le consulenzeâ€.
E intanto il sistema è sempre più costoso e sempre meno efficiente. “Nel 2014 - prosegue la nota dello Spi - la spesa per i cittadini aumenterà ancora e arriverà a toccare quota 4 miliardi di euro. Di questi, ben 2 miliardi di euro arriveranno dalle tasche di anziani e pensionati che rappresentano circa il 50% degli utenti del servizio sanitario nazionale. Un salasso al quale non corrisponderà un miglioramento della qualità e della quantità dei serviziâ€.
Ma non è solo il sindacato a lanciare l’allarme. Dai Comuni alle Regioni, la rivolta contro i tagli è estesa. E lo stesso segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, dichiara: “Attenzione a non dare una mazzata al Servizio sanitario nazionaleâ€. “Dobbiamo vedere le carte – spiega Bersani - ma, a una prima occhiata, ci sono anche delle cose che ci piacciono, in tema di ordinamento degli enti locali, e sono stati fatti dei passi avanti anche sui costi standard. Ma sulla sanità ci sono cose che ci preoccupano moltoâ€. “I governatori - prosegue Bersani - hanno ragione. E’ gente che pensa, non sono azzeccagarbugliâ€.
“Un governo che taglia 4 miliardi al servizio sanitario, dopo quelli, pesanti, di Berlusconi nel 2010, ha scelto di ‘ammazzare’ la sanità pubblica. Neppure le Regioni più virtuose saranno in grado di resistereâ€. Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Non diverso il commento del presidente della Regione Lazio, Renata Polverini: “Con i tagli alla sanità imposti dal decreto sulla spending review approvato dal Cdm non saremo nelle condizioni di accogliere le persone che si recano nei pronto soccorso e che già ogni giorno devono fare una fila pazzesca. Così mettiamo a rischio la loro saluteâ€.
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