Spazio alle nuove formazioni. Anche sui media
Martedi 6 Dicembre 2011 alle 11:21 | 0 commenti
Di Davide Lovat*
Napolitano, con il plauso di tutto il centrosinistra che è minoranza nel Paese e in Parlamento, ha proposto al governo Monti, che è stato venduto a tutti come "governo tecnico", di agire in ambito assolutamente politico e ideologico: si deve, secondo Napolitano, cambiare la legge sull'attribuzione della cittadinanza, passando dal principio dello jus sanguinis a quello dello jus soli tanto amato da globalizzatori, internazionalisti di origine marxista e mercatisti (è questo argomento uno dei punti di contatto tra liberisti e comunisti, infatti).
Ma questo Governo non è stato eletto sulla base di un programma, è "tecnico" appunto, deve agire solo in ambito strettamente economico e per il resto limitarsi all'ordinaria amministrazione. Riforme strutturali di questa portata devono necessariamente venire approvate dal popolo sovrano, attraverso un'elezione su un programma specifico. Già il fatto di non andare a votare subito, visto lo stato attuale, è una cosa abominevole per la democrazia; se addirittura si comincia a paventare una politica di marca progressista quando il popolo ha votato, con maggioranza larga, per forze conservatrici, allora il colpo di Stato diventa palese. Si vogliono attuare riforme politiche? Si presenti un programma di governo sottoscritto da una coalizione di partiti e valido per i 5 anni di una legislatura, si vada al voto, si ottenga la maggioranza nel Paese, e poi si proceda. In tutta questa situazione emerge chiara una verità : i partiti politici presenti in Parlamento hanno completamente fallito la loro missione di rappresentanza delle istanze popolari, dimostrandosi incapaci di attuare un programma nonostante un successo elettorale netto, per quanto riguarda PdL e Lega Nord; dimostrandosi incapaci di costruire un'alternativa credibile, per quanto riguarda tutti gli altri partiti d'opposizione. La politica è di fatto commissariata e le nuove energie espresse dalla società civile hanno il dovere di mettere in rilievo questo fallimento, proponendosi come nuova alternativa. I partiti presenti in Parlamento non meritano ulteriore credito, poiché hanno dimostrato di essere autoreferenziali e interessati solo a logiche di gestione del potere conquistato attraverso un esercizio del voto ormai ridotto a mera competizione elettorale tra lobbies concorrenti. Per restituire speranza di democrazia al popolo sovrano è necessaria una battaglia per imporre ai media - almeno quelli pubblici - di concedere spazio di propaganda anche a movimenti e formazioni politiche nuove, per le quali c'è una fortissima attenzione da parte dell'elettorato sebbene manchi completamente l'accesso all'informazione. Su questo argomento è quanto mai urgente e opportuna una riflessione.
*Ex esponente della Lega Nord, da cui è stato espulso, e fondatore di Progetto Veneto
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