Sono 1567 i casi di mesotelioma pleurico o peritoneale insorti in Veneto dal 1987 al 2009
Domenica 5 Dicembre 2010 alle 12:10 | 0 commenti
Quando si parla di sicurezza nei posti di lavoro, oltre agli incidenti e ai morti, bisognerebbe tenere in conto qualcosa di più nascosto, qualcosa che colpisce a media e lunga scadenza. Parlo delle malattie professionali che uccidono migliaia di lavoratori ogni anno. Malattie spesso silenti per tanti anni ma che colpiscono in maniera devastante. È successo alla Marlane a Praia a Mare, ma succede anche in Veneto. Anche vicino a casa nostra ci si ammala perché si lavora in luoghi pericolosi e poco sicuri. Basta ricordare quanto è successo alla Tricom/ex PM Galvanica di Tezze sul Brenta.
Un recente resoconto del registro regionale veneto (30 novembre 2010) riassume in freddi numeri i casi di mesotelioma pleurico o peritoneale insorti in residenti nel Veneto nel periodo 1987-2009 sono 1567. Il mesotelioma è un tumore particolarmente aggressivo correlata all'esposizione alle fibre aerodisperse dell'amianto. Colpisce principalmente chi lavora in ambienti dove l'amianto viene utilizzato. In Italia l'uso dell'amianto è fuori legge dal 1992, ma già negli anni '40 era stato dimostrata la stretta relazione tra utilizzo di amianto e insorgenza di tumori.
Anche se è sempre triste dover parlare di numeri quando sono colpite intelligenze, persone, vite, da questi dati si capisce bene come il problema di questa malattia professionale non sia affatto marginale.
Questa è la tabella che riporta il dettaglio per provincia:
provincia di residenza, uomini, donne, totale
BELLUNO 47, 19, 66
PADOVA 237, 130, 367
ROVIGO 52, 30, 82
TREVISO 149, 69, 218
VENEZIA 375, 109, 484
VICENZA 136, 43, 179
VERONA 131, 40, 171
TOTALE 1127, 440, 1567
L'amianto e il suo utilizzo è solo una delle cause di malattie professionali letali. Ci sono altri prodotti abitualmente usati nell'industria che sono pericolosi (basta pensare alle ammine aromatiche, molto utilizzate nella produzione di colori per esempio nel settore tessile) e che, se non trattati in piena sicurezza, sono causa di malattie devastanti.
Ma non possiamo fermarci a questi numeri, a solo un'azione di denuncia seppur necessaria. Dobbiamo continuare a cercare di conoscere la reale situazione, senza timori reverenziali per le "grandi aziende" venete, senza paure. Dobbiamo sapere dove e come vengono utilizzati prodotti che minano la salute dei lavoratori, dove sono normali condizioni di lavoro insicure e pericolose per chi lavora. Dobbiamo pretendere che le misure di sicurezza nei posti di lavoro siano una cosa normale e che non ci si debba ammalare e morire per poter lavorare.
Sul tema della sicurezza del lavoro e nel lavoro chiediamo a tutte le forze democratiche vicentine un impegno concreto. Partiamo da esempi concreti (la Tricom e la Marlane) per creare un movimento che riesca a imporre condizioni migliori per chi lavora. Non fermiamoci davanti alla forza di chi vorrebbe che chiudessimo gli occhi di fronte a queste tragedie. Non ci possono essere giustificazioni dovute a "convenienza" o a ignoranza. Per nessuno. Siamo tutti coinvolti.
Privilegiare il profitto e il guadagno rispetto alla salute è un modello di sviluppo che deve essere abbattuto.
Giorgio Langella
Partito dei Comunisti Italiani - Federazione della sinistra di Vicenza
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