Site Pluto, Albera e i Comitati: alleati non significa allineati
Mercoledi 19 Settembre 2012 alle 20:01 | 1 commenti
Giancarlo Albera, Coordinamento Comitati - In questi giorni, tanto si è scritto in merito al progetto USA per l'ampliamento della base Pluto; parola a noi tristemente nota perché servita a pretesto per la costruzione della nuova base al Dal Molin (spacciata per ampliamento della Ederle). Ancora una volta la nostra città è vittima della prepotenza e degli abusi da parte di uno Stato, che ha fatto prevalere le sue incomprensibili ragioni (per non apparire ostile all'Alleato ed in osservanza di trattati di sudditanza e patti-bilaterali stipulati dopo una guerra voluta da altre generazioni), su quelle legittime dei cittadini e della tutela del territorio.
Giustamente i rappresentanti istituzionali, sindaci di Vicenza e Longare e Commissario Provinciale pretendono di essere informati, di vedere il piano, di valutare gli effetti per poter risolvere eventuali problemi legati alla salute e alla mobilità . Oggi come allora si sta invece cercando di calare dall'alto un nuovo progetto di espansione militare, senza il coinvolgimento delle autorità locali e della popolazione, col forte rischio di lasciare un segno indelebile sulla città stessa e sugli abitanti. Si pensi anche ai possibili rischi di inquinamento nel movimento terra, trasporto, stoccaggio materiali, ed ancora, per l'adeguamento alle normative di sicurezza ed antiterrorismo.
Certamente ci sono stati tanti, troppi silenzi. Già nel Giugno 2007 quando assieme ad altri 3 tecnici accompagnammo 4 parlamentari ad ispezionare la base, avevamo segnalato agli organi istituzionali nazionali e parlamentari che: a) Site Pluto era già in fase di modernizzazione e ristrutturazione (tanto che fu oggetto di una interrogazione parlamentare il 28 di quel mese); b) che già disponeva, nell'edificio centrale a metà collina, di un capiente salone tipo anfiteatro, con circa 150 postazioni per l'addestramento delle alte gerarchie militari presenti in Europa ed era dotato di moderne tecniche di comunicazione, simulazione e videoconferenza.
Quel luogo rivestiva già allora un ruolo strategico importante che oggi si vuole potenziare e che può essere facilmente trasformato da simulazione a sala comando operativa con tutte le conseguenze nefaste e, funzionale alle varie operazioni militari (con utilizzo droni etc).
Quello che più sorprende è che si continui nell'equivoco di fondo di considerare queste istallazioni come appartenenti alla NATO "blocco occidentale" con finalità di difesa mentre in realta' appartengono al Comando terrestre AFRICOM da Setaf che era (come rivelato anche anche da WikiLeaks) fuori quindi dagli ambiti di intervento Nato(nord atlantico), avente come braccio operativo la 173° brigata, secondo reparto dell'esercito Usa, in barba alla sovranità e all'art.11.
Di tutto ciò il deputato S. Stefani, Presidente della Commissione Esteri e paladino di pace e giustizia per Vicenza, non dice nulla. Come nulla viene detto dell'incremento della produzione e vendita delle armi nella stragrande parte dei paesi del mondo Italia compresa. Gli Usa, hanno triplicato le vendite di armi nel mondo (sole 24 ore del 28-8-012) e, sono in testa alla corsa al riarmo. La storia ci insegna che la corsa agli armamenti anticipa e promuove i conflitti. Per finire poniamoci alcuni interrogativi. E' così irrilevante che a Vicenza si formi il più importante insediamento militare dell'esercito americano in Europa? Quale potrà essere il limite a questa espansione militare? Quanto costerà ai vicentini sia in tema di risorse (possibili rischi ambientali), che di costi? A 67 anni dalla fine della guerra non è giunto il tempo di rivedere i trattati che regolano le servitù militari ? Ovvero, la desecretazione e rinegoziazione degli accordi bilaterali dell'ottobre ‘54?
Ps. Facciamo presente che 1 componente del CoMiPaR , R.Cattaneo che dovrà decidere il 25-10-012 su Site Pluto lavora presso la Ederle in palese conflitto di interessi.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
- ".... Giustamente i rappresentanti istituzionali, sindaci di Vicenza e Longare e Commissario Provinciale pretendono di essere informati, ...."
- "...Certamente ci sono stati tanti, troppi silenzi. Già nel Giugno 2007 ... accompagnammo 4 parlamentari ad ispezionare la base, avevamo segnalato agli organi istituzionali nazionali e parlamentari che ... Site Pluto era già in fase di modernizzazione e ristrutturazione ...tanto che fu oggetto di una interrogazione parlamentare ....che già disponeva, nell'edificio centrale a metà collina, di un capiente salone tipo anfiteatro, con circa 150 postazioni per l'addestramento delle alte gerarchie militari .... "
- "....Quel luogo rivestiva già allora un ruolo strategico importante che oggi si vuole potenziare..."
Tutto ciò dimostrerebbe che che lo stupore manifestato oggi dagli Amministratori è solo una finzione.
Un altro paio di passaggi dimostrano come sarebbe utile distinguere i diversi profili problematici:
- l'informazione doveva essere fondamentale "per poter risolvere eventuali problemi legati alla salute e alla mobilità".
- "... E' così irrilevante che a Vicenza si formi il più importante insediamento militare dell'esercito americano in Europa? Quale potrà essere il limite a questa espansione militare?..."
Certo, nel post, i due aspetti sono collocati in contesto diverso, la correlazione che faccio tende a dimostrare che da un lato si invoca la desecretazione e disdetta dei trattati di 60 anni fa e l'abbandono di tutte le basi americane (comprese quelle NATO)?
Allora pongo io la domanda: se questo è l'obiettivo, come si relaziona la richiesta di poter conoscere i programmi di sviluppo militare al fine di risolvere i problemi di salute e mobilità?
In conclusione: tutta la vicenda Dal Molin, da 5 anni, è una valanga indistinta di ragioni e/o convinzioni, tutte interessanti e di pregnante valore argomentativo che però finiscono per elaborare un coktail da coma etilico.