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Sistema Galan in Veneto. Gli è tutto da rifare? Sanità, appalti, urbanistica, società pubbliche

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 22 Agosto 2010 alle 19:10 | 0 commenti

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Nel "sistema Galan", a cui ha fatto diretto riferimento mercoledì Bossi, ci sono settori che navigano a vista, in attesa delle decisioni dei nuovi proprietari delle chiavi di Cà Balbi. E tra questi la sanità, un puzzle complesso e la cui ricostruzione è affidata al neo governatore, Luca Zaia, non certo quello che si può definire un estimatore del suo predecessore in regione e successore al Ministero dell'Agricoltura.

Il problema è stato sviscerato da Il Corriere del Veneto di venerdì 20, ma vediamo di sintetizzarne alcuni punti e di aggiungerne qualcuno.
Zaia comincerà a bonificare (o, è più politically correct, ad adattare ai suoi progetti) le stanze della sanità (otto miliardi di spesa all'anno, la voce principe del bilancio regionale), il cui assessorato è, però, retto da Luca Coletto, veronese vicino a Flavio Tosi, sindaco scaligero e una delle forze emergenti nella Lega Nord, abituato a parlare alla pari con il Governatore.

Sostituito il segretario generale Giancarlo Ruscitti (galaniano doc) con Domenico Mantoan, sicuramente manager di grande competenza, ma subito richiamato all'ordine (obbedienza?) da Zaia quando (improvvidamente?) lui, ex direttore generale della Ulss 4, era andato a cena di lavoro con l'amico Alessi della Ulss 5, ma soprattutto con Tosi, saranno le nomine dei prossimi direttori generali, quelli scelti sempre motu proprio da Galan, a dare un'indicazione più precisa sulla rotta della nave sanità. In qualche ‘polemica', naturale o progettata non si sa bene, vedi proprio quella su Verona, ha mostrato di non essere tutta perfetta come finora era stata dipinta. Se i dg ascrivibili oggi alla Lega Nord, comunque, sono tre su ventiquattro (Dario a Treviso, Dall'Ora a Bussolengo e Dal Ben ad Adria) più il direttore dell'Azienda regionale socio sanitaria, Compostella, è pensabile che l'ammiragliato crescerà e non poco, fermo restando che le qualità politiche dovranno sposarsi con quelle tecniche, gioco non facile.
Detto dei vertici della sanità, Zaia dovrà sciogliere il nodo delle gare d'appalto i servizi di pulizia, lavanderia, ristorazione e smaltimento rifiuti negli ospedali, sotto il mirino dopo la denuncia, recapitata a Zaia di persona, da parte della multinazionale tedesca Dusmann, secondo la quale il settore sarebbe dominato, udite udite, dalla Legacoop, una di quelle che, almeno una volta, si chiamavano cooperative rosse, anche se i colori sbiadiscono o, meglio, camaleonticamente, si adattano davanti al business, vedi gli appalti Dal Molin e le altre rosse che li hanno vinti.

In mano alla Legacoop ci sarebbe (sempre fonte Il Corriere del Veneto di venerdì) il 71% dei servizi di pulizia (circa 48,5 milioni di euro l'anno) mentre alla Serenissima ristorazione, la società del discusso re delle mense, il vicentino Mario Putin, andrebbe il primo posto nella ristorazione con il 61% del mercato ospedaliero veneto (31,7 milioni di euro l'anno).

Lo staff di Zaia si concentrerà anche sui corsi per l'assegnazione dei primariati e su alcuni ambiti del Sociale, prima retto da un altro galaniano doc, l'Udc Antonio De Poli, con in ballo l'assegnazione dei posti letto, gli ampliamenti di alcune case di riposo e la gestione centralizzata dei contributi alle associazioni, per la quale "l'assessorato decide quanto, quando e a chi dare" (sempre Corveneto).
Sugli appalti, in generale, Zaia ha dichiarato "Non sono e non sarò mai l'uomo degli appalti" più volte e con tale forza da generare l'ipotesi che non voglia occuparsene, specialmente se già in essere per decisioni precedenti, la cui gestione ha lasciato all'assessore competente, quello alle infrastrutture, Renato Chisso, per un decennio fidato collaboratore di Giancarlo.

Ma, nonostante le sue perplessità, a Zaia e ai suoi collaboratori toccherà, prima o poi, occuparsi degli appalti e dei project financing, anche per capire perché negli ultimi 15 anni sono cinque i nomi più frequenti di aziende: la vicentina Gemmo Holding dell'ex presidente di Veneto Sviluppo, Irene Gemmo, la Mantovani di Piergiorgio Baita, la Fip Group (sempre nell'ambito Mantovani), l'Impregilo di Massimo Ponzellini e la Adria Infrastrutture il cui consigliere delegato è l'ex assistente di Galan, Claudia Minutillo.

E qui citiamo testualmente un passaggio de Il Corriere del Veneto di venerdì 20 agosto: "Dalla Pedemontana al Grande raccordo anulare di Padova, passando per il sistema della tangenziali e la Nogara Mare, per arrivare al prolungamento della A27 e la strada camionabile, la lista delle opere in ballo è lunga. Per intendersi: si calcola che il mercato dei lavori pubblici in Veneto valga 3 miliardi di euro all'anno. Di questi, circa 700 milioni arrivano dalle casse della Regione. Ed alcuni progetti si intersecano con la Sanità: è il caso dei project financing per la realizzazione dei nuovi ospedali, come già sperimentato a Mestre con l'ospedale dell'Angelo. Il modello ha fatto scuola nella Bassa Padovana, ad Asolo, a Schio e nel progettazione del nuovo ospedale di Padova, sul quale la Lega a suo tempo si è polemicamente astenuta. Un affare da 1,7 miliardi di euro".

Una bella gatta da pelare, insomma, e che spiega anche qualche perché dell'attaccamento dell'entourage galaniano a non mollare la poltrona del governatorato prima di ‘accontentarsi' di quella dell'agricoltura nazionale.
Se sanità e appalti (anche, ovviamente e non pochi, nella sanità) sono le priorità del nuovo vertice gestionale della Regione, non sarà meno delicato intervenire nel settore dell'Urbanistica, affidato al commissario Vincenzo Fabris ("i sospetti leghisti si addensano su Veneto City e sul Pat di Vicenza", da Corveneto) e dove si muove anche l'architetto Lorella Bressanello, già discussa in ruoli simili a Vicenza, moglie dell'ex sindaco berico, Enrico Hűllweck, ora segretario del ministro Bondi.
Dulcis in fundo saranno valutati con attenzione i vertici e la gestione di società pubbliche come Veneto Sviluppo (già feudo di Irene Gemmo e ora con vari galaniani come i consiglieri Zannoni e Gallimberti ed il direttore Giopp), Veneto Innovazione presieduta da Simonetto, Edilizia Canalgrande guidata da Gusso e la Sistemi Territoriali di Gambato.
La chiusura realista (che accompagna e precede lo ... screening in atto) è quella del capogruppo della Lega Nord, Federico Caner, che prende atto e avverte che "E' un dato di fatto che esista un sistema di potere, di persone, di lobby, che fa riferimento a Galan, ma per carità capiamo, sono situazioni che si creano naturalmente in tanti anni di governo. Adesso, però, è arrivato il momento di cambiare".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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