Sindaci veneti assicurano cittadini contro la criminalità, Zaia: "schiaffo allo Stato"
Domenica 1 Febbraio 2015 alle 16:10 | 0 commenti
«Quando 60 Sindaci di ogni colore politico, quelli che indossano la fascia tricolore, si vedono costretti a procurare un'assicurazione a poco prezzo ai loro cittadini per difendere i loro beni dalla criminalità , e quando altri Sindaci chiedono allo Stato meno tasse per poter assumere più Vigili significa che lo Stato ha dichiarato la resa, che esiste su quelle fasce, ma non al fianco della gente». A sottolinearlo è Luca Zaia
Il Presidente della Regione lo fa in relazione alla notizia che decine di Sindaci del Veneto, per ora delle province di Belluno, Treviso, Padova e Venezia, stanno per stipulare (alcuni l'hanno già fatto) polizze assicurative contro i furti e le rapine ai loro cittadini e che i Sindaci di cinque importanti Comuni Veneti si sono rivolti a Roma per avere sgravi fiscali che consentano di assumere Vigili Urbani da mettere sulle strade.
«Le notizie - aggiunge Zaia - arrivano a poche ore dalle esultanti dichiarazioni di un esponente del Governo Renzi che, commentando un'operazione dei Carabinieri, si era rivolto ai Veneti garantendo che "lo Stato c'è". Non è stato nemmeno necessario smentirlo perchè ci hanno pensato 60 uomini che indossano la fascia tricolore. Ci sono i Carabinieri, la Polizia, la Guardia di Finanza, le Polizie Locali, pochi, mal equipaggiati e mal pagati, con il loro sacrificio quotidiano, non lo Stato».
«Quanti più uomini uno Stato degno di questo nome - si chiede il Governatore del Veneto - potrebbe assumere con quel che costano le decine di migliaia di forestali siciliani e calabresi? Spero che questo schiaffo convinca il Governo a farsi sentire in qualche modo, a cominciare da un risarcimento a questi cittadini sotto forma di sgravi fiscali sui costi sostenuti per sottoscrivere le assicurazioni».
«La speranza è però flebile - conclude Zaia - perché l'ultima pensata di questo Governo inerme è mettere in ginocchio la Polizia Postale con tagli da paura. Per chi non lo sa, sono quelli che combattono la pedofilia in rete e tentano, anche in questo caso in pochi e con pochi mezzi, di scovare nelle immense pieghe del web organizzazioni terroristiche e malavitose che sempre di più usano la piazza virtuale per organizzare i loro sporchi affari».
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