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I sette nani

Di Marco Milioni Venerdi 3 Agosto 2012 alle 20:16 | 0 commenti

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C'erano tutti oggi in sala Stucchi i rappresentanti dei sette comuni capoluogo di provincia del Veneto. I loro timori si assomigliavano e sul piano astratto hanno detto tutti cose più che condivisibili. Quando però si va a teatro non conta solo ciò che va in scena, ma il retroscena vale la metà della partita. O fuor di metafora contano sì le cose dette, ma contano ancora di più quelle non dette o solo accennate.

Anzitutto è vero che i tagli indiscriminati, "ndo cojo cojio" si direbbe a Roma, sono l'antitesi della buona amministrazione. È altrettanto vero però che la politica, più o meno sana, ha razionalmente accettato in tutti questi anni sprechi e malversazioni come un tributo obbligato a quelle lobby, a quei circoli di potere, a quei soggetti dall'operato opaco, senza l'apporto dei quali anche la politica bella e presentabile poco appeal avrebbe avuto verso il corpo elettorale. Durante e dopo la guerra fredda si fece tutto e di più, così sostennero lorsignori, per la paura dell'orso russo prima, per la paura della deriva terroristica poi; in seguito caduto il muro di Berlino gli stessi attegiamenti, con scuse assai meno plausibili sono stati ripetuti in un continuum evidente tra prima e seconda repubblica un po' da tutti gli schieramenti.

Il tempo però è passato e i nodi sono venuti al pettine. Oggi i sindaci, nel Veneto, come nelle Marche, in Trentino come in Lombardia, in Campania come in Emilia dicono più o meno sempre la stessa cosa. Ma perché non si tagliano gli sprechi, in primis ministeriali e non si lascia in pace chi ha amministrato con oculatezza? Vero, ma se al governo non ci sentono bisogna disinnescare le maggioranze che il governo sostengono e disinnescare gli effetti che quelle pregresse hanno causato. Si tratta di quelle forze che hanno rappresentanti in parlamento, che sono l'estensione degli stessi partiti che esprimono proprio i sindaci lamentoni. Perché allora non si stacca la spina al governo Monti tanto per cominciare?

Oggi Tosi e Gobbo hanno ribadito di non avere problemi a farlo. Gli altri, vista l'appartenenza alla coalizione che lo sostiene hanno dribblato la questione. Va pure detto però che il movimento di Tosi e Gobbo, il Carroccio, per anni è stato alleato «piucchefedelissimo» del premier azzurro Silvio Berlusconi che è stato uno dei maggiori soggetti cui politicamente attribuire il disastro. Nel campo del centrosinistra comunque le cose non vanno molto diversamente. Un esempio? Basti leggere che cosa dice l'ex sindaco di Padova, il senatore democratico Paolo Giaretta il 31 luglio osannando quella spending review massacrata a parole dall'attuale sindaco Zanonato: «Il tema della revisione della spesa ha a che fare con i fondamenti della democrazia... In un momento in cui per l'opinione pubblica la spesa coincide con spreco, è importante dimostrare ai cittadini che è possibile avviare una reale revisione... ». A parole, giacché lo stesso Giaretta mentre toglie agli enti locali si impegna con l'amico senatore del Pdl Gilberto Pichetto Fratin di Biella per l'ennesima legge mancia che regala ai partiti un'altra carriolata di milioni di euro: dieci come rivela Mario Palombi su ilfattoquotidiano.it di oggi. È pensabile quindi che Zanonato e Variati domani andranno a prendere a pedate nel di dietro il loro compagno di partito Giaretta?

Ma facciamo un altro esempio. Il tanto sbandierato passante di Mestre è costato, lo certifica la corte dei Conti, ben l'80% in più rispetto a quanto pattuito inizialmente. La Tav, spalleggiata da destra a sinistra inclusi i sindaci oggi intervenuti, ha generato, nella sua costola Torino-Napoli, 13 miliardi di debito pubblico occultato per anni ai cittadini con il trucchetto del project financing. Per non parlare degli inciuci più o meno bipartizan sul prolungamento dell'esistenza del commissario della Spv. Oltre agli sprechi della macchina amministrativa statale, giustamente stigmatizzati da Variati, non ci sono anche gli sprechi per infrastrutture spesso poco utili che costano sempre più che all'estero? I sindaci che dicono in merito? Come assicurano che i loro timori non possano essere interpretati come quelli di chi in passato ha promesso appalti e commesse e invece si trova senza fieno in cascina?

Rimane però sullo sfondo una delle questioni più importanti. Il moloch del debito pubbico, come spiegato più e più volte dall'autorevolissimo Massimo Mucchetti vicedirettore del Corsera, in mezzo mondo è sì dovuto ai comportamenti poco virtuosi da parte degli Stati; ma in parte va attribuito alle scorribande dell'industria finanziaria. Spesso alimentata da soggetti bancari le cui fondazioni in Italia hanno saldi legami anche con i primi cittadini. O no? Perché in tutto questo lamentìo, per quota parte, non si mette all'indice anche la lobby finanziaria che ha scaricato un bel po' di porcherie, direttamente o indirettamente, sulle tasche dei cittadini? Quando si prende la mira bisogna abbattere tutti i bussolotti, altrimenti l'orsacchiotto resta in vetrina. A questo punto quindi la domanda rimane sul tavolo. I "sette sindaci" oggi hanno denunciato un problema o sono un pezzo del problema? Magari un pezzettino?


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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