Siete senza acqua? Qualche suggerimento da Israele oppure... bevete arsenico
Venerdi 28 Luglio 2017 alle 12:37 | 4 commenti
Nel 2004 ho perso il lavoro. Perdere il lavoro a cinquant'anni era già un dramma allora. Che ho fatto? Mi sono inventata un lavoro: l'acqua, una risorsa. Dall'abbigliamento, oreficeria, editoria e pubbliche relazioni ho dovuto acquisire un nuovo know-how e non è stato facile, mi è difficile comunicare con gli ingegneri e i matematici, i tecnici, per dirla in parole semplici e questi erano i miei interlocutori principali. Ho investito parecchio denaro, almeno per me disoccupata in cerca di ricollocazione, circa ventimila euro. Prima ho girato l'Italia e poi sono andata in Israele più volte e supportata da amici, ho visitato la filiera idrica e valutato tutte le opportunità offerte dall'acqua, adattabili al suolo italiano e alle necessità del Paese.
Rientrata in Italia, ho preso contatto con enti fieristici ed aziende, locali e non, associazioni di categoria dell'Italia Settentrionale e Centro, industrie. Ho provato anche con il Sud Italia, ma ho desistito quasi subito...avevo già dato quando ho lavorato a Napoli, nulla era cambiato! Ed ho cominciato una serie infinita di pellegrinaggi Italia-Israele-Italia per acquisire maggiore conoscenza e saper dare risposte alle domande (photo gallery). Quanta arroganza, quanta saccenza anche ai piani alti di Milano. Per aver informazioni gratuite erano tutti disponibili. E poi quanto biasimo nei confronti di Israele. Solo l'allora presidente della Camera di Commercio di Vicenza, Dino Menarin mi ha degnato di un minimo di attenzione ed autorizzato con fondi europei (destinati all'innovazione, tutto regolare sia chiaro) l'organizzazione di un viaggio-lavoro in Israele. Ovvero ha messo da parte l'antipatia (mia percezione, per carità ) verso Israele e ha valutato pragmaticamente le opportunità di settore. Membri del CDA e qualche imprenditore, tra qualche provinciale polemica (tipo la sicurezza), hanno visitato le migliori aziende israeliane, sono stati ricevuti dal massimo Rettore della Technion University di Haifa, da Istituzioni e trattati come principi. Il viaggio-lavoro era stato molto ben organizzato, con contatti tutti di altissimo livello, non perché io sia brava, semplicemente per il contributo dei miei amici che mai mi hanno negato un aiuto. L'esperienza è rimasta sulla carta, perché il successore del dott. Menarin, il dott. Mincato, pur essendo stato molto gentile con me, non ha ritenuto opportuno portare avanti il discorso. Tra l'altro la mission non era solo acqua, ma anche sicurezza, due settori troppo sottovalutati.
Ho cercato poi contatti con Fiera di Vicenza ma non c'è stata sinergia, ho ricevuto rispetto ed attenzione a questo riguardo dal past president Ditri, non posso dire la stessa cosa da parte di altri "top" osannati dalla classe politica che ci governa... Offesa, umiliata, sottovalutata ho ricevuto anche mail disgustose, perché io insistevo sull'importanza dell'acqua e sulle possibilità di sviluppo e soprattutto sul fatto che questa risorsa non è perenne. Addirittura una mail di diffida "Lei non mi deve contattare mai più"... E se qualcuno osa smentirmi sappia che conservo le mail e non esiterò a renderle pubbliche.
A cinquant'anni mi sono messa a combattere con temi astrusi per me, con una scolarità normale, una grande esperienza in commercio estero, marketing e pubbliche relazioni ma zero in tecnologia, tantomeno in quella idrica. E così sono stata costretta a familiarizzare con qualità e sicurezza dell'acqua, biologia, protezione ambientale, monitoraggio della qualità e della quantità dell'acqua, models, desalinizzazione, sistemi delle membrane, trattamento e recupero delle acque reflue, effluenti, affluenti, serbatoi, bacini, energia, sistemi computerizzati, osmosi, ma anche prevenzione delle acque da attentati terroristici e così via, termini per me incomprensibili. Ho lasciato i vestiti e i gioielli, infilato gli stivali, messo i piedi nelle fogne, pestato sorci, accarezzato rospi ed ero tanto amata dalle... zanzare! Qualche anno di studio e un discreto investimento finanziario (perché viaggiare, testare, confrontare terreni e sorgenti costa), alla fine sostenuto in parte da amici miei ebrei e non di origine libica perché io avevo esaurito le mie risorse. Ho proposto concreti piani di sviluppo a sostegno nel settore idrico in Italia, sono stata derisa da prezzolati di uno o dell'altro governo, locale o nazionale. Quasi tutti mi hanno ricevuto, ma nel concreto mi hanno fatto solo perdere tempo, perché Israele "sarebbe" un paese pericoloso (intanto all'epoca le bombe le piazzavano nella stazione di Atocha in Spagna ed in Europa); poi ci sono gli ebrei, questi sconosciuti che hanno ammazzato Gesù Cristo. E già perché alcune associazioni di categoria hanno ancora i consiglieri spirituali... Non entro in dettagli di pecuni ma c'erano anche quelli che mi chiedevano un ritorno in termini finanziari. Poi c'era il gruppo coeso di imprenditori ed agricoltori dell'Italia settentrionale che diceva "In Italia c'è tanta acqua" e poi il coglione di turno "Ma cosa volete che ne capisca questa - riferito a me - di acqua e agricoltura, chissà se si è mai alzata alle sei del mattino (cretino, per studiare mia madre mi svegliava alle cinque e mezza sin da quando avevo sei anni...)" e l'emerito mantecato "In Italia l'acqua non si esaurirà mai, la nostra è una patria, non la terra promessa...". Non ho perdonato e nemmeno dimenticato niente. Mi resta la consapevolezza che certi idioti sono ancora incollati alle loro poltrone ed il rammarico per aver visto svanire un'opportunità che avrebbe dato serenità professionale a me ed aiutato ora in un momento di siccità . Questa è la mia rivincita: la magra soddisfazione di dire "io lo avevo previsto", ma non mi gratifica. Israele è maestro in fatto di acqua, gli israeliani hanno saputo trasformare un arido deserto in un meraviglioso giardino. Adesso sta finendo la vostra acqua? Non me ne può importar di meno, quando sarà finita berrete arsenico e vi laverete nelle fogne.
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